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Con questo intervento di Fabio Mongardi iniziamo la pubblicazione delle opinioni giunte in redazione a proposito delle oramai prossime elezioni comunali a Faenza.
La redazione.

Il lockdown mentale della politica faentina

di Fabio Mongardi

Tutti noi abbiamo presente gli esaltanti momenti della campagna elettorale che ha portato Stefano Bonaccini alla vittoria nelle ultime presidenziali dell’ Emilia Romagna. Momenti che hanno visto la rinascita e la ripresa di un popolo, nella fattispecie di sinistra, ormai da tempo disperso e zittito dalla pochezza e incongruenza della politica italiana di questo decennio. C’è stata soprattutto una nuova e massiccia partecipazione di popolo, donne, movimenti come Coraggiosa e Sardine, giovani che si sono mobilitati dietro parole vere, come emergenza climatica, ecologia, ambiente, diritti , disuguaglianze e lavoro. Una entusiasmante mobilitazione che non si vedeva più da anni e che pareva l’inizio di una rinascita politica italiana; magari contestata politicamente, ma che poteva indubbiamente rappresentare una risorsa per tutti, anche per la destra, bloccata su un modo tutto salviniano di concepire una politica urlata solo per slogan. Poi è arrivato il Covid col lockdown che ha congelato tutto, anche le imminenti elezioni comunali.

Ora, parafrasando la famosa domanda coniata da Enzo Tortora: dove eravamo rimasti? ci si aspettava, con la ripartenza e la campagna elettorale faentina entrata nel vivo, un’ondata di candidati che sbandierassero  temi e proposte pregnanti, con contenuti che rappresentassero le novità  uscite dal confronto regionale dello scorso anno. Lo spettacolo che vediamo attorno invece è a dir poco desolante. A destra, non solo non sono ancora stati in grado di presentare un programma o un candidato credibile, ma addirittura siamo alle comiche, avendo, pare, candidato una persona, devo dire un bravo professionista come Maurizio Marchesi, a sua insaputa.

E a sinistra? Anche da questa parte purtroppo io vedo il nulla. Siamo al lockdow mentale. Dove stanno i candidati forti che si confrontano fra di loro? E soprattutto dove stanno i temi e i contenuti nuovi usciti dalla competizione regionale? Si è tentennato per fare uscire un paio di nomi, ma lo si è fatto sui contenuti?  Ci sono state discussioni animate, confronti pubblici e dentro le Sezioni (esistono ancora?) per valutare le proposte di questo o di quello? Ma quando mai… da quanto letto sui giornali, siamo alle solite vecchie logiche degli equilibri interni fra le correnti del partito, questa è la triste realtà.

In questa sconfortante, piccola e triste provincia faentina, il mondo sembra essersi fermato alla ripresa edilizia. Eccola l’unica vera e grande novità uscita in questi mesi. Come diceva Cetto Laqualunque: col cemento c’è pilu per tutti! All’emergenza climatica ed energetica si risponde forse tirando fuori dai cassetti i soliti anacronistici piani edilizi di costruzioni nuove? E sul lavoro, santo cielo, cosa si aspetta a parlarne con la concretezza che la drammatica situazione richiederebbe? Cosa deve succedere ancora in questo paese per far capire che non è più tempo di piccoli aggiustamenti, di chiacchiere e promesse vane?

Naturalmente restiamo in attesa di una novità, di un miracolo che ci sorprenda.

12/07/2020