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Centrosinistra Schlein, Conte, Bonelli e Fratoianni annunciano una mozione unitaria sulla Palestina. E si mostrano insieme sulla riforma tv

Nicola Fratoianni, Giuseppe Conte , Elly Schlein, Angelo Bonelli. Foto LaPresse Nicola Fratoianni, Giuseppe Conte , Elly Schlein, Angelo Bonelli – LaPresse

Giuseppe Conte è insolitamente in anticipo all’appuntamento pomeridiano coi cronisti di Montecitorio. Di fronte ai fotografi si schernisce: «Scusate, ma la foto con me, da solo, è brutta». Il punto è proprio questo: il leader M5S non è solo, stanno per arrivare Elly Schlein, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. Di più: è già la terza volta che nel corso di questa giornata i quattro leader si presentano in pubblico. Prima c’era stata la tavola rotonda su «informazione ed emergenza democratica», nella quale (c’era anche Riccardo Magi di +Europa) si è convenuto che entro l’8 agosto deve essere recepito il Media Freedom Act: serve la riforma della Rai di fronte alla quale la destra fa melina. Poi è arrivata la conferenza di Arci, Acli ed altre organizzazioni sociali sull’esenzione dell’Iva per il Terzo settore.

È SULLA PALESTINA che le forze politiche prendono l’iniziativa in prima persona. «La situazione a Gaza è inaccettabile – esordisce Bonelli – Abbiamo deciso di presentare una mozione congiunta che prevede dieci impegni che partono dal riconoscimento dello stato di Palestina e dalla condanna dello sterminio che stiamo vivendo e vedendo da troppi mesi». Per il portavoce di Europa Verde è giusto chiedere la liberazione ostaggi presi da Hamas il 7 ottobre del 2023, ma «bisogna condannare i crimini di guerra dei quali si è macchiato Netanyahu ed esprimere sostegno totale alla corte penale internazionale». Meloni finisce al centro delle critiche: «È il momento di fare quello che Meloni non riesce a fare – aggiunge – Basta con l’ipocrisia del governo, che porta Tajani a chiedere una ‘risposta proporzionata’ da mesi. Cosa deve accadere ancora a Gaza perché scattino sanzioni?». Anche Giuseppe Conte evoca il 7 ottobre: «Non dimentichiamo – scandisce – Ma non è possibile comparare l’orrenda strage compiuta dai terroristi di Hamas con i crimini contro umanità che si perpetuano da un anno e mezzo».

IL PRESIDENTE del M5S cita altri punti dei dieci di cui si compone il documento congiunto, invoca l’embargo sulle armi e denuncia che l’esecutivo ha «continuato a osservare i contratti già in essere violando la legge sul commercio di armi». Si tratta, afferma ancora, «di tenere accesi i riflettori della comunità italiana e internazionale: ciò che accade a Gaza e in Cisgiordania sfida il nostro sguardo, il canone occidentale e il concetto che abbiamo dello stato di diritto. Non si tratta di effetti collaterali ma di fatti sistematici. Ci sono vittime innocenti e tantissime donne e bambini, una media di trenta al giorno. Di fronte ai quali il governo Meloni ha una posizione molto vigliacca». Nicola Fratoianni evoca un «cambio di passo»: «Non vogliamo solo gridare la nostra indignazione – dice – Vogliamo dire al paese, al parlamento e al governo che non ne possiamo più di parole di circostanza. Per questo chiediamo il riconoscimento dello stato palestinese. E non accettiamo l’idea che denunciare tutto questo possa essere confinato all’antisemitismo: siamo qui anche per questo».

PER SCHLEIN «serve uno sforzo diplomatico e politico più forte» dal momento che «assistiamo al tentativo del governo di estrema destra di Netanyahu di deportare ii palestinesi da Gaza e dalla Cisgiordania. Bisogna per prima cosa ristabilire il cessate il fuoco, liberare ostaggi e garantire aiuti umanitari: il nostro paese ha una tradizione diplomatica importante, che questo governo tradisce con ambiguità silenzi e omissioni». Fratoianni evidenzia che l’iniziativa comune di Pd, M5S e Avs, dalla quale scaturirà il dibattito parlamentare che è mancato in questi mesi, rappresenta un «fatto politico importante», lasciando intendere che l’accordo delle diverse forze di minoranza sia un segnale più generale. Conte la mette così: «Questa è la nostra mozione, ma siamo aperti a tutti. Anche alla maggioranza. Non dovrebbero esserci distinzioni quando si ha a che fare con crimini contro umanità». Angelo Bonelli definisce Gaza «urgenza morale prima che politica». A chi gli chiede se lo stesso si potrà fare sul riarmo risponde così: «Penso che la posizione del Pd di Schlein su difesa ed Europa segnali un punto di convergenza importante. Siamo consapevoli di avere una responsabilità storica per fermare la peggiore destra e sui diversi temi ci confrontiamo». Dopo mesi di gelo, con Schlein e Conte che parevano fare di tutto per evitare di incrociarsi in pubblico, pare davvero un cambio di passo.