Europa A novembre 2024 il voto era stato annullato per le interferenze russe. Affluenza record dei romeni all'estero. Il favorito è George Simion, euroscettico e anti-immigrazione
I candidati alle elezioni in Romania – Ap
La Romania si appresta a vivere uno dei momenti elettorali più delicati e significativi della sua storia recente. Oggi, infatti, si terrà il primo turno delle elezioni presidenziali, ripetizione forzata del voto di novembre 2024, annullato dalla Corte Costituzionale in seguito a gravi irregolarità, tra cui accuse documentate di disinformazione orchestrata da attori stranieri, in particolare russi, attraverso i social network. L’annullamento del voto precedente ha scosso la fiducia nelle istituzioni e ha costretto l’intero sistema politico a riposizionarsi, con l’esclusione dal nuovo scrutinio del vincitore provvisorio di allora, Calin Georgescu, considerato troppo vicino a interessi filo-russi.
LA LISTA UFFICIALE comprende undici candidati, ma la battaglia reale si concentra su quattro figure di spicco, che rappresentano posizioni politiche molto distanti. George Simion, 38 anni, fondatore e leader del partito ultranazionalista Aur, è attualmente il favorito. Ha costruito una campagna fortemente identitaria, euroscettica e populista, con forti richiami alla tradizione ortodossa, posizioni anti-immigrazione e opposizione al supporto militare all’Ucraina. È il candidato della “rottura”, apprezzato da una base giovane e periferica, grazie soprattutto alla sua abilità comunicativa sui social media.
Crin Antonescu, veterano del Partito nazionale liberale (Pnl), è invece sostenuto da una larga coalizione di governo che include Pnl, Psd (socialdemocratici) e Udmr (partito della minoranza ungherese). Rappresenta la continuità istituzionale e un ancoraggio sicuro alle alleanze euro-atlantiche. Viene visto come il garante dell’equilibrio costituzionale in una fase potenzialmente esplosiva.
NICUSOR DAN, sindaco indipendente di Bucarest, gode del sostegno dell’area progressista e dei partiti riformatori (come Usr). È apprezzato per la sua linea intransigente contro la corruzione e per il suo approccio tecnocratico e filo-europeo. Si presenta come alternativa «né populista né di sistema». Infine, Victor Ponta, ex primo ministro ed ex esponente del Psd, tornato in corsa con una piattaforma marcatamente nazionalista, posizionandosi su una linea anti-Ue più moderata rispetto a quella di Simion, ma comunque critica verso l’establishment di Bruxelles.
I sondaggi più recenti indicano un primo turno molto competitivo. Secondo dati di FlashData e Mkor, raccolti nell’ultima settimana di aprile, George Simion sarebbe in testa con un consenso tra il 29% e il 33%, seguito da Crin Antonescu tra il 21% e il 26% e Nicusor Dan tra il 19% e il 23%. Più staccato Victor Ponta stabile sotto il 10%. Il secondo turno del 18 maggio appare inevitabile. Le simulazioni mostrano che Antonescu batterebbe Simion con un margine di 4-5 punti; Dan, al contrario, rischierebbe di perdere contro Simion, a causa della scarsa penetrazione nelle aree rurali e meno istruite.
In gioco non c’è solo la direzione politica interna, ma anche il ruolo internazionale della Romania. Un’eventuale vittoria di Simion implicherebbe un raffreddamento delle relazioni con Bruxelles e Washington, e potrebbe riaccendere tensioni nella regione, in particolare in merito al sostegno all’Ucraina. I partner europei osservano con apprensione l’ascesa dell’estrema destra in un Paese strategico del fronte orientale della Nato.
AL CONTRARIO, un’elezione di Antonescu o Dan garantirebbe la continuità dell’impegno euro-atlantico, il rispetto dello stato di diritto e il mantenimento dei fondi strutturali europei, cruciali per lo sviluppo del Paese.
Intanto, un elemento di novità è la fortissima affluenza degli elettori romeni all’estero (ben 161 i seggi organizzati in Italia). Nel tardo pomeriggio di ieri, secondo i dati ufficiali, oltre 250.000 persone avevano già votato nei seggi della diaspora, con 247.109 voti registrati su liste supplementari. Per confronto, alla stessa ora del primo turno del 24 novembre 2024, avevano votato 125.126 persone, di cui 120.899 su liste extra.
Questo raddoppio della partecipazione potrebbe rivelarsi determinante. La diaspora, storicamente più moderata e pro-europea, tende a penalizzare i candidati populisti e sovranisti. Crin Antonescu e Nicusor Dan potrebbero beneficiare in modo diretto di questo incremento.
I seggi in Romania saranno aperti esclusivamente oggi, dalle 07:00 alle 21:00 (ora locale). L’orario potrà essere prolungato fino alle 23:59, in caso di affluenza elevata.