Terra Rimossa Per il cessate il fuoco manca solo l'ok di Israele. Ma Netanyahu se la prende comoda
Esplosioni nel nord di Gaza viste da Israele – Atef Safadi/Epa
Omar Khafaja è l’unico sopravvissuto della sua famiglia al bombardamento israeliano sulle tende per sfollati di al-Mawasi. Suo padre, il dottor Moussa Hamdan Khafaja, lavorava nel reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale Nasser di Khan Younis. È stato ucciso ieri insieme a tre dei suoi quattro figli. L’area di al-Mawasi era stata designata «zona umanitaria» dall’esercito israeliano, ed è lì che ancora oggi i militari spingono la popolazione cacciata via dalle proprie case.
ALMENO 64 PALESTINESI sono morti ieri, tra le tende, negli edifici residenziali, in fila per il cibo. Intorno alle 2.15 della notte tra venerdì e sabato, mentre tutti dormivano, gli aerei israeliani hanno bombardato la scuola al-Shafi dell’Unrwa (Onu) diventata rifugio per i profughi a Gaza City. Un sopravvissuto, Zahwa Salmi, ha raccontato ai giornalisti di Al Jazeera di aver sentito le urla di aiuto provenire dall’atrio della scuola. Poi le voci si sono spente.
Nove persone, tra cui tre bambini, sono state uccise mentre tentavano di accedere ai siti della fondazione israelo-americana (Ghf) che gestisce gli aiuti umanitari a Gaza. Almeno 743 palestinesi, secondo i dati del ministero della salute della Striscia, sono stati ammazzati presso le aree controllate dalla Ghf in poco più di un mese.
La popolazione di Gaza è stremata e spera in un cessate il fuoco che possa fermare gli attacchi e far entrare cibo e aiuti in grande quantità. È quello che in parte prevede la proposta accettata da Hamas venerdì sera, per la quale il gruppo palestinese ha chiesto alcune precisazioni.
SECONDO FONTI STAMPA del Qatar si tratterebbe di lievi modifiche: assicurazioni che i colloqui continuino fino al raggiungimento di un accordo di cessate il fuoco definitivo; la descrizione delle aree da cui l’esercito si ritirerà; l’indicazione dei soggetti che gestiranno gli aiuti umanitari a Gaza.
Per il quotidiano israeliano Haaretz, il movimento palestinese vorrebbe sostituire la frase generica «attraverso i canali concordati» con il nome delle organizzazioni internazionali che si impegneranno nella distribuzione di beni essenziali alla popolazione.
È probabile che Hamas tenterà di escludere la fondazione americana e le sue guardie di «sicurezza» armate dalla lista dei soggetti umanitari.
SECONDO I MEDIA ISRAELIANI, nella serata di ieri Tel Aviv ha deciso di inviare una squadra di negoziatori in Qatar per «colloqui di prossimità» con i rappresentanti di Hamas che già si trovano a Doha. L’emittente televisiva pubblica Kan, citando un funzionario governativo, ha riferito che «c’è qualcosa su cui lavorare», riferendosi alla controproposta palestinese.
«Salvare vite umane è più importante che osservare lo shabbat», ha dichiarato la madre del soldato Nimrod Cohen, uno degli ostaggi israeliani ancora a Gaza. Vicki Cohen ha criticato la decisione del premier Benjamin Netanyahu di discutere il cessate il fuoco 24 ore dopo la risposta positiva di Hamas sull’accordo. Il gabinetto di sicurezza si è infatti riunito ieri alle 21 ora italiana, solo dopo la festività religiosa del sabato ebraico.
La donna ha anche detto di non comprendere perché si parli ancora di rilasci graduali se l’obiettivo è quello di giungere a un accordo definitivo di cessate il fuoco: «Perché ancora una volta stiamo facendo scelte selettive e preparando liste? Perché ancora una volta ci sono ostaggi che rimarranno per altri lunghi mesi nei tunnel? Possiamo restituirli tutti in una volta già questa settimana».
IN ATTESA DELLA RIUNIONE del gabinetto di sicurezza, ieri sera le famiglie degli ostaggi hanno indetto manifestazioni in diversi luoghi d’Israele. In piazza Habima a Tel Aviv (soprannominata piazza degli ostaggi) centinaia di israeliani si sono riuniti per chiedere al governo di concludere un accordo definitivo con Hamas. I manifestanti hanno domandato a Trump di fare pressione su Netanyahu perché accetti un accordo di cessate il fuoco definitivo che preveda il rilascio di tutti coloro che sono stati portati da Hamas a Gaza il 7 ottobre 2023. «Purtroppo gli manca ancora il coraggio di fare un accordo completo, completo che porterebbe tutti a casa», ha detto dal palco Michel Illouz, riferendosi a Netanyahu. Sa già che suo figlio, Guy, è morto nella Striscia, ma vorrebbe che il suo corpo venisse restituito: «Primo ministro, sii coraggioso. Non aver paura di Smotrich e Ben-Gvir che minacciano di far cadere il tuo governo».
È effettivamente improbabile che un accordo ottenga l’ok della maggioranza se Tel Aviv non conserverà in qualche modo l’opportunità di riprendere gli attacchi su Gaza. Esattamente ciò che Hamas vorrebbe evitare.
LUNEDÌ Netanyahu incontrerà Trump alla Casa bianca e i due discuteranno dello scoglio del cessate il fuoco definitivo. Trump è tornato a dichiarare che l’accordo potrebbe essere raggiunto la prossima settimana (lo aveva già detto sabato scorso) ma dovrà farà grandi pressioni sull’alleato prima di poter dare ad Hamas le garanzie su un processo negoziale che porti davvero alla fine degli attacchi a Gaza.