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Oggi summit a Sharm El Sheikh Gli ostaggi israeliani vivi sono stati consegnati alla Croce Rossa a Gaza city alle prime luci del mattino. Liberati i primi prigionieri palestinesi. Trump in Israele per il discorso alla Knesset, quindi in Egitto per l'incontro con le delegazioni da circa 30 paesi

La reazione in "piazza degli ostaggi" a Tel Aviv alla notizia della liberazione da parte di Hamas il 13 ottobre 2025 La reazione in "piazza degli ostaggi" a Tel Aviv alla notizia della liberazione da parte di Hamas il 13 ottobre 2025 – Oded Balilty /Ap

Questa mattina le Brigate Qassam, l’ala militare di Hamas, hanno consegnato come previsto tutti gli ostaggi israeliani vivi alla Croce Rossa a Gaza City, nel nord della Striscia, e a Khan Yunis, nel sud, in un’operazione in due fasi (prima 7 persone e poi le ultime 13), nel quadro dello scambio con 2.000 prigionieri politici palestinesi previsto dall’accordo raggiunto la scorsa settimana a Sharm El Sheikh, oltre alla tregua a Gaza dopo 738 giorni di offensiva militare israeliana. Poco fa l’esercito ha confermato che a Gaza non ci sono più israeliani nelle mani di Hamas e di altre organizzazioni combattenti palestinesi.

I corpi dei sequestrati deceduti cominceranno a essere restituiti dopo le ore 12 locali, sebbene alcuni resti verranno consegnati nei giorni successivi, una volta individuati i siti di sepoltura non ancora conosciuti.

I venti ostaggi israeliani, apparsi in buone condizioni, sono stati condotti a Re’im, in Israele, dove hanno riabbracciato le loro famiglie dopo 738 giorni. Successivamente sono stati evacuati in elicottero verso strutture sanitarie di Tel Aviv e Petah Tikva.

Hamas ha permesso ad alcuni ostaggi israeliani di parlare in video call con le loro famiglie mentre erano in attesa di essere consegnati alla Croce Rossa.

La notizia del rientro in Israele ha provocato un’ondata emotiva nello Stato ebraico: decine di migliaia di persone in festa si sono radunate in Piazza dei Rapiti a Tel Aviv, osservando in diretta su grandi schermi le fasi dell’arrivo e del rilascio, tra applausi e ovazioni.

Nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania molte famiglie palestinesi attendono ora nella scarcerazione di circa 2.000 detenuti politici palestinesi. Il primo dei 38 autobus che trasportano detenuti palestinesi scarcerati da Israele – come si vede nel video – è entrato a Gaza intorno alle 12 (le 11 italiane). Si è appreso che 154 dei

250 condannati all’ergastolo  saranno esiliati. All’ospedale Nasser le operazioni di primo soccorso. Non è chiaro se sarà scarcerato anche il dottor Husam Abu Safiye, direttore dell’ospedale Kamal Adwan e figura nota nella scena medica di Gaza, arrestato da Israele lo scorso dicembre dopo un lungo assedio alla struttura ospedaliera.

 

Questa mattina è arrivato a Tel Aviv il presidente americano Donald Trump. Ad accoglierlo all’aeroporto Ben Gurion il presidente israeliano Isaac Herzog e il premier Benjamin Netanyahu. Il suo programma prevedeva un discorso alla Knesset – il Parlamento israeliano – e incontri con alcune famiglie degli ostaggi, prima di dirigersi verso Sharm El Sheikh per presiedere il vertice internazionale promosso dall’Egitto. Al summit prenderà parte anche il premier israeliano Netanyahu.

Il presidente Donald Trump accoglie il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu all'aeroporto Ben Gurion, lunedì 13 ottobre 2025 (AP Photo/Evan Vucci)
Il presidente Donald Trump accoglie il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu all’aeroporto Ben Gurion, lunedì 13 ottobre 2025 (AP Photo/Evan Vucci)

Lo scambio ostaggi-prigionieri avviene nel quadro del piano statunitense, proposto da Trump, e delle trattative portate avanti con il supporto di mediatori come Egitto, Qatar e Turchia, che hanno portato alla proclamazione della tregua a Gaza. Nell’ambito della prima fase dell’accordo, Israele si è impegnato a ritirarsi lungo linee concordate, a consentire l’entrata di aiuti umanitari. Tuttavia, permangono nodi centrali: il disarmo di Hamas, il futuro assetto governativo di Gaza, la sicurezza a lungo termine e il monitoraggio internazionale.

L’incertezza è profonda. Israel Katz, ministro della Difesa di Israele, già annuncia operazioni militari per distruggere i tunnel e altre infrastrutture di Hamas. Trump, invece, ha dichiarato in volo che “la guerra è finita”, sottolineando il carattere, a suo dire, storico dell’accordo. Nel pomeriggio il summit di Sharm El Sheikh con le delegazioni da circa 30 paesi, tra cui l’Italia, e di organizzazioni internazionali, con l’obiettivo di porre un quadro multilaterale di garanzia per l’attuazione del piano di Gaza. Quindi, nel tardo pomeriggio, la firma per l’accordo di pace.

Il presidente Donald Trump e il presidente egiziano Abdel-Fattah el-Sissi tengono in mano documenti firmati durante un vertice per sostenere la fine della guerra tra Israele e Hamas a Gaza, in corso da oltre due anni, dopo un accordo di cessate il fuoco, lunedì 13 ottobre 2025, a Sharm El Sheikh, Egitto. (AP Photo/Evan Vucci)
Il presidente Donald Trump e il presidente egiziano Abdel-Fattah el-Sissi tengono in mano documenti firmati durante il vertice. Lunedì 13 ottobre 2025, a Sharm El Sheikh, Egitto. (AP Photo/Evan Vucci)