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Massimo Zedda, capo dell'opposizione progressista alla Regione SardegnaIntervista all'ex sindaco di Cagliari. Serve una coalizione ampia e plurale, come in Emilia. Con Pisapia l’abbiamo già praticata. Guardiamo con interesse al percorso dem. Ci confronteremo, del resto lo stiamo facendo da tempo. c’è già una classe dirigente nuova, Elly Schlein è stata votata per la sua coerenza

Il voto in Emilia Romagna ha ridato slancio all’idea di coalizione di un centrosinistra plurale che alcuni esponenti della sinistra, di generazioni diverse, hanno incarnato da tempo. Massimo Zedda, ex sindaco di Cagliari e oggi capo dell’opposizione progressista alla regione Sardegna, l’ha proposta già alle politiche del 2018, con Giuliano Pisapia. Alla guida del Pd c’era Renzi, non se ne fece niente.

Zedda, il tempo è galantuomo?
In realtà Pisapia l’aveva già proposta a livello nazionale e poi realizzato nel 2011 a Milano. E noi a Cagliari. E con successo. È l’idea della costruzione di un centrosinistra nuovo, cioè rinnovato nei temi, coerente rispetto ai programmi presentati. E che soprattutto sappia andare oltre il Pd. Ora in Emilia Romagna il Pd ha ottenuto un ottimo risultato, ma per vincere sono state necessarie altre liste, come «Coraggiosa», quella del presidente e le altre che compongono un centrosinistra plurale che ha dato uno spazio anche gli elettori delusi. L’obiettivo non è «solo» la vittoria ma il buongoverno del territorio che ci si candida ad amministrare.

Oggi la destra nazionalista ha il vento in poppa. Un’idea di coalizione larga è l’ultima chiamata per non farla straripare?
Non so se si può parlare di ultima chiamata. Anche in aeroporto dopo l’ultima chiamata può succedere che qualcuno perda il volo. Mi lasci dire fuor di metafora: oggi il volo lo stanno perdendo i sardi. È saltata la ‘continuità territoriale’: in Sardegna con il presidente leghista, anche se lui si definisce sardista, da un mese non si può prenotare un volo per Roma o Milano dopo il 16 aprile. Le ho fatto questo esempio per dire che la nostra necessità non è quella di fare un’alleanza per vincere, ma per non consentire a questa destra di devastare il paese.

Lunedì pomeriggio a Cagliari con Fratoianni e Elly Schlein discuterà di obiettivi comuni e autonomia. Come ha fatto ieri a Sassari.
L’autonomia che vuole la destra viene è la libertà di fare azioni contro le leggi e senza controllo. Abbiamo iniziato una serie di incontri sul territorio con le candidate e i candidati e con tante cittadine e cittadini che hanno sostenuto il centrosinistra alle regionali del 2019. Lunedì parleremo anche di quello che sta accadendo in Regione. Il punto è questo: qui la destra nazionalista interpreta l’autonomia con la paura, la chiusura in sé e senza volontà di competizione con le altre realtà. Isola le istituzioni, isola le persone. Noi dobbiamo essere capaci di declinare il nostro senso di appartenenza all’opposto: i problemi sono comuni, la solidarietà è un elemento di forza per tutti, l’unità di intenti, di forza, di relazioni, fa crescere tutto e tutti. Non l’interesse particolare. Il problema del lavoro non riguarda un solo individuo ma milioni di persone. Servono politiche unitarie che guardino a tutto il territorio nazionale. E invece la destra si disinteressa del meridione, lo concepisce come un bacino di voti, non investe sul suo sviluppo. È l’elemento che genera la paura sul quale loro fondando il consenso.

Immagina una lista «Coraggiosa» a livello nazionale?
Non mi sono appassionato mai ai nomi. Il senso delle prossime iniziative è stare insieme, in alcuni casi anche tornare insieme. Il nome verrà, di nomi ne abbiamo tirato fuori anche troppi, quando dietro quei nomi c’erano poche cittadine e cittadini.

La sinistra è segnata da fratture in alcuni casi antichissime. C’è il problema di una nuova classe dirigente che chiuda con l’eterna pulsione alle divisioni?
Credo che una classe dirigente nuova ci sia già, e lo dimostra per esempio il voto a Elly Schlein: è stata riconoscibile per l’elettorato della sua regione, che chiede alla sinistra maggiore coerenza. Penso alle politiche ambientali. Non significa ‘solo’ tutela dell’ambiente. Intendiamoci, c’è chi lo devasta, ma le leggi italiane sono tra le più avanzate al mondo. Oggi il tema è basare lo sviluppo sull’ambiente, cioè sulla conversione, sulle rinnovabili. È elemento fondamentale per abbattere la spesa sanitaria: il 70 per cento dei tumori è legato a fattori ambientali e alla qualità della vita. Investire in bonifiche, innovazione, ricerca scientifica significa creare nuovi posti di lavoro.

Il centrosinistra governa con i 5 stelle. Nella sua regione c’è la possibilità di un avvicinamento?
Sta accadendo. Non dall’oggi al domani. Ed è possibile perché dall’inizio manteniamo una disponibilità al confronto, che giorno dopo giorno determina l’eliminazione dei sospetti reciproci. L’altro elemento, per noi di sinistra, è la riconoscibilità. In particolare i 5s della prima ora, quelli nati sull’ambientalismo e sulla trasparenza nella pubblica amministrazione, sanno come abbiamo governato Cagliari. Oggi spesso facciamo insieme le battaglie d’opposizione in regione. Ovviamente ci sono differenze caso per caso, e nel resto del paese regione per regione. In alcuni posti il dialogo è più avanzato, in altri meno. Ma la tendenza c’è.

Zingaretti ha lanciato un congresso o, meglio, una conferenza programmatica ‘aperta’ anche a chi sta fuori dal Pd. È interessato?
Siamo dell’idea che nel centrosinistra ci sia il bisogno di creare una coalizione ampia e non un unico partito che ricomprenda tutti. Alle regionali bisogna presentare delle liste, e così alle comunali. Alle politiche vedremo quale sarà la legge. Guardiamo con interesse al percorso del Pd, penso che sia opportuna questa apertura sui temi. Vedremo che cosa accadrà, Zingaretti ha parlato di un ripensamento profondo, forse un cambio di nome. Ma la mia opinione è che per noi, per ora, il discorso è prematuro. Seguiremo il dibattito con attenzione, ci confronteremo, del resto lo stiamo già facendo da tempo. Ma continuo a pensare che nel paese manchi una forza organizzata di sinistra vera, forte, coerente.