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Rossano Ercolini, premio Goldman 2013, ha rilanciato a Soliera la sfida per la riconversione ecologica. Già attuata con successo anche in realtà della regione. Ma ostacolata dalla politica regionale degli inceneritori

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Rifiuti zero, sfida a Bonaccini ed Hera: 'La svolta è possibile, basta scuse'

 Il sovradimensionamento degli inceneritori come quello di Modena che hanno bisogno di grandi quantità di rifiuti indifferenziati (e di plastica), per funzionare e per fare business è contrario ed ostacola la diffusione di buone pratiche verso rifiuti zero. Pratiche che dove applicate, come nei comuni dell'area nord della provincia di Modena gestiti da Aimag o in capoluoghi di provincia come Forlì (dove da 4 anni Alea ha sostituito Hera) hanno portato a risultati impensabili fino a qualche anno fa.
Abbassando radicalmente, migliorando la qualità della raccolta e della differenziazione e del riciclo, la quantità pro-capite di rifiuti indifferenziati prodotti all'anno.
Per questo Regione ed Hera, portatori fino ad ora di un modello basato dul core-business dello smaltimento, sul sistema degli inceneritori sovradimensionati anche rispetto al fabbisogno via via inferiore del territorio regionale e provinciale, sono obbligati ed invitati alla sfida della riconversione ecologia, rispettivamente sul piano politico e gestionale ed industriale.
La sfida che oggi la rete regionale rifiuti zero ha rilanciato da Soliera al convegno 'Sotto il muro dei 100 kg'. Occasione per premiare i comuni virtuosi che si sono distinti per l'applicazione di buone pratiche e per il raggiungimento di obiettivi importanti sia nella

produzione finale di rifiuti indifferenziati, sia per raccolta differenziata sia per capacità di riciclo. Comuni che applicano il modello rifiuti zero e che hanno portato il Comune di San Prospero (dove la raccolta rifiuti è gestita da Aimag), a risultare primo in graduatoria con una produzione finale pro-capite di rifiuti indifferenziati pari a 61 kg per abitante, ad una raccolta differenziata al 92,1% e ad un riciclo dell'85%. Se tutti applicassero questo modello l'inceneritore da 240.000 tonnellate l'anno, così com'è non potrebbe più nemmeno funzionare e 'morirebbe di fame' di rifiuti e di plastica. Un invito ad Hera e alla Regione, a cambiare paradigma, rilanciato oggi sul palco del centro Habitat a Soliera, da Rossano Ercolini, presidente della rete europea rifiuti zero. Per le sue battaglie Ercolini ha ricevuto nel 2013 il prestigioso Goldman Environmental Prize, il Nobel alternativo per l’ambiente.
Il modello quello applicato a Modena da Hera, gestore di uno degli inceneritore più potenti del nord Italia, che sempre più incide sul mancato sviluppo, a Modena, del sistema circolare nella gestione dei rifiuti, obiettivo anche del Piano Regionale sui rifiuti. E forse anche per questo Modena (a differenza di realtà dell'area nord dove Aimag ha applicato il modello rifiuti zero con porta a porta e tariffa puntuale), l'aumento della raccolta differenziata procede a rilento rispetto all'obiettivo del 70% entro il 2020, così come il porta a porta (limitato ora ad alcune aree della città), così come non procede come dovrebbe la produzione dei rifiuti indifferenziati pro-capite, ancora altissima rispetto agli obiettivi previsti.
Ed è in questo contesto che un modello già applicato in realtà non certo lontane anni luce come quella di Forlì che ha consentito in 4 anni, nel tempo di un mandato di Sindaco, di arrivare alla riduzione anche del 90% dei rifiuti indifferenziati generati da una raccolta tradizionale stradale, capace di spegnere l’inceneritore, facendolo morire 'di fame'.
A dimostrarlo, a Soliera, Paolo di Giovanni, direttore Alea. Tale sistema, grazie anche alle nuove tecnologie negli impianti di riciclo, consente di arrivare a percentuali di scarto inferiori a quelle prodotte dall’inceneritore che per questo andrebbe ad esaurire la sua funzione.

A Forlì, dove fino al 2016 il servizio era gestito da Hera, su una popolazione di 180 mila abitanti (paragonabile a quella della sola città di Modena), la quantità di rifiuti indifferenziati da avviare a smaltimento (quota composta da rifiuti indifferenziati, scarti della raccolta differenziata e differenziata da avviare a smaltimento),  si aggirava intorno alle 71 mila tonnellate, da avviare all'inceneritore' - illustra Natale Belosi. Con il passaggio da Hera ad Alea e l'introduzione di un nuovo modello di gestione della raccolta, la quantità di rifiuti da avviare all'inceneritore è passata in nemmeno tre anni, dal 2016 ad inizio 2019, dalle 71 mila alle 24 mila tonnellate. Che continuando con l'applicazione del modello saranno, secondo previsioni realistiche, circa 16.000 tonnellate nel 2021 e meno di 8 mila nel 2022, ovvero 9 volte meno, il 90% per cento in meno. Ciò significa che con questo sistema applicato e diffuso a livello regionale, non avremmo bisogno di otto inceneritore, nemmeno di sei, nemmeno di due e nemmeno di uno, perché questi non avrebbero più nulla da bruciare. Inoltre la percentuale di scarti da stoccare in discarica sarebbe comunque minore di quella che, con grande impatto ambientale, produce l'inceneritore

Gianni Galeotti