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Schlein: "Sui fondi europei decidano anche le Regioni. Il Mes? È un'opportunità"

La vicepresidente dell'Emilia Romagna: "Non serve un nuovo partito, ma una rete e una visione comune di futuro per ecologisti e progressisti"
 
Sabato sera a Lecce con le Sardine. Stasera al Circo Massimo con Aboubakar Soumahoro e i suoi “invisibili” sul palco dell’Espresso. Elly Schlein, da cinque mesi vicepresidente dell’Emilia-Romagna, prova ostinatamente a costruire ponti con i movimenti. Con ciò che si muove spontaneamente fuori dal confine dei partiti.

Cosa è cambiato da quel voto in Emilia che sembrava dover rappresentare uno spartiacque per la politica italiana?
"Sono successe molte cose. Abbiamo continuato a vedere, nonostante il Covid, mobilitazioni per il clima, per la parità di genere, contro le discriminazioni e lo sfruttamento. I più giovani in qualche modo ci stanno mostrando la via. Le Sardine hanno risvegliato un grande senso di comunità e di partecipazione, così come Fridays for future e Black lives matter. Purtroppo però non trovano una rappresentanza politica".

Possibile che non ci siano forze politiche in grado di rappresentarli?
"Purtroppo sono schiacciati tra le contraddizioni dei grandi partiti — che contengono tutto e il contrario di tutto — e una decina di sigle della sinistra e degli ecologisti che non riescono a fare fronte comune. Per questo non serve tanto un nuovo partito, ma una rete per chi trasversalmente nelle diverse forze politiche e sociali vuole lavorare insieme su alcune sfide cruciali: cioè la lotta alle diseguaglianze, il lavoro dignitoso e la transizione ecologica".

Insomma, non vuole l’ennesimo partitino del 3 per cento. Ma prima o poi questa rete dovrà presentarsi alle elezioni.
"Quel che succederà lo vedremo più avanti. Ma prima serve un processo di avvicinamento collettivo per arrivare a una visione di futuro condivisa. Solo così si può dare una svolta al campo progressista ed ecologista. Una ragazza che scende in piazza con le Sardine o per il clima, oggi in che partito si sentirebbe a casa?".

Quindi secondo lei questa ragazza dovrebbe sentirsi respinta dal Pd o dai 5Stelle.
"Beh, la mancata discontinuità di questa maggioranza sull’immigrazione non è esattamente quello che si aspettano queste piazze. E poi, il Green new deal... Doveva essere nel programma di questo governo ma non abbiamo ancora visto molto".

Ora c’è l’occasione offerta dal Recovery fund. Da europeista convinta, è soddisfatta della prova offerta dall’Unione?
"Credo sia un’occasione senza precedenti anche se il braccio di ferro tra governi ha ridimensionato la proposta ambiziosa della Commissione. Ora bisogna scrivere una strategia per la conversione ecologica e digitale. Subito, perché siamo in ritardo. E bisogna farlo con le Regioni, i Comuni, le parti sociali, il Terzo settore per poi sottoporre il piano al Parlamento. Insomma, no ad aiuti a pioggia: i fondi devono passare per le Regioni. E no a listoni di opere. La grande opera su cui mi concentrerei è la cura del territorio contro il dissesto idrogeologico. È una priorità assoluta, lo dimostra quello che è successo in questi giorni, da Palermo a Milano".

E i soldi del Mes li prenderebbe?
"Penso sia un’opportunità da esplorare. Offrirebbe alla Regioni un aiuto concreto e da subito. Capisco le perplessità per quello che è accaduto dopo la crisi del 2008 ma ora siamo in una condizione diversa. C’è la sospensione del patto di stabilità e un impegno della Commissione a non porre altre condizionalità, se non l’utilizzo per la sanità pubblica, che in effetti ha bisogno di essere rafforzata".

Questa maggioranza va divisa quasi ovunque alle amministrative. Un’occasione persa?
"Sono felice che sia stata trovata un’intesa su Sansa in Liguria, spero accada anche altrove. Discuterei meno dei nomi e più dei progetti condivisi per il futuro".

La maggioranza va in ordine sparso anche sulla legge elettorale.
"È un tema importante ma mi sembra molto più urgente mettersi a scrivere il piano per il Recovery fund. E le regole del gioco si discutono insieme, oltre la maggioranza e senza guardare i sondaggi. Non mi sembra si stia facendo questo".

Tra inchieste e sondaggi in calo, Salvini oggi fa meno paura?
"Dopo l’accordo europeo, i nazionalisti hanno meno argomenti. Ma non sottovaluterei il rischio. Senza risposte concrete su occupazione e disuguaglianze, presto la destra tornerà a guadagnare terreno".