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Ma io dico: meglio tutti che Ursula

di Stefano Fassina da “il Manifesto” del  07.02.2021

Esecutivo di scopo. Insistere sulla cosiddetta «maggioranza Ursula» sarebbe un grave errore politico. Contraddirebbe la natura dell’incarico arrivato autonomamente dal Colle a Draghi. Brucerebbe le preziose potenzialità di una figura super partes.
«Draghi è il frutto del vuoto della politica, non la causa. Dobbiamo guardare alla debolezza complessiva del sistema democratico. Condivido l’invito di Azzariti su queste pagine. Le cause dell’emergenza democratica, intrecciata all’emergenza sanitaria e sociale, sono molteplici. Tra le prime c’è, ritengo, la totale delegittimazione dell’avversario come tratto di identità dei principali partiti e movimenti politici italiani. Può funzionare un sistema democratico con tali protagonisti?
È forse questa una delle ragioni per il nostro primato di governi tecnici negli ultimi 30 anni (esemplari politico-istituzionali sconosciuti in Germania, Francia, Spagna, Regno Unito, …)? Un Governo del Presidente, affidato ad una personalità come Mario Draghi, potrebbe essere l’occasione per compiere qualche passo verso la legittimazione reciproca?
Potrebbe aiutare a definire una condivisione bipartisan, affrancata dall’europeismo liberista e dall’anti-europeismo, della collocazione europea dell’Italia? La risposta istintiva per noi è: No. Perché? Facile. Perché loro, Lega e FdI, sono «anti-europei, xenofobi e illiberali» (versione Pd del colloquiale «fascisti»). Sono «sovranisti». Punto. Però, «loro» mietono un consenso sempre più largo di popolo, classi medie spiaggiate e élite.
Ora governano 14 Regioni e da lustri le aree più ricche del Paese. Qualche domanda rimane. La Lega-Salvini segue i suoi intellettuali di punta, molto visibili sui social, oppure le sue constituencies imprenditoriali padane? A dicembre 2018, nella fase di massima potenza del blocco «populista» al governo, non abbiamo visto la resa della Lega Salvini alla Commissione europea sullo «scandaloso» deficit di bilancio al 2,4%? Ora, perché apre al Governo Draghi? Per la leader di FdI è più complicato: insiste a definirsi europeista per un’Unione confederale.
Bluffa? Proviamo comunque a entrare nel merito. L’europeismo confederale sarebbe una declinazione

accettabile dell’europeismo? Difficile sostenere oggettivamente la sua incompatibilità con la nostra Costituzione. Allora, se fosse coerente con la nostra Carta, continuerebbe ad essere escluso dal «club europeista» in quanto la nostra Costituzione si considera sotto-ordinata all’europeismo federalista?

Insistere sulla cosiddetta «maggioranza Ursula» sarebbe un grave errore politico. Contraddirebbe la natura dell’incarico arrivato autonomamente dal Colle a Draghi. Brucerebbe le preziose potenzialità di una figura super partes. Costringerebbe ancora di più la sinistra all’europeismo mainstream fino alla fine della legislatura. Attenzione. Inoltre, il governo del Presidente, guidato da Draghi, deve essere aperto a tutti anche perché le priorità richiamate dal Presidente Mattarella devono avere risposte condivise per essere efficaci. Pochi punti per un governo di scopo, a tempo, al massimo fino all’elezione del Presidente della Repubblica.
Non so se il tentativo del governo di tutti può dare frutti. Non sottovaluto presenze inquietanti nei due partiti e ho chiari gli atti vergognosi compiuti verso i migranti. So che è rischioso. Ma è importante provare. Altrimenti, il nostro sistema democratico rimane debole e siamo condannati a rinunciare alla nostra funzione politica di rappresentanza degli sfruttati per fare ammucchiate sempre più improbabili contro i «fascisti». Oggi, arriviamo fino al nemico di ieri per fare la «maggioranza Ursula». Domani?
Siamo in un passaggio di definizione e di maturazione dei soggetti politici: dobbiamo affrontarlo insieme per dare consistenza culturale e prospettiva strategica all’alleanza M5S-Pd-LeU.