Stampa

Decreto Sostegni. Il segretario Cgil: allungare il blocco da giugno a tutto ottobre, l’emergenza non è finita. In audizione al senato stoccata al governo sul condono: serve lotta all’evasione e una riforma fiscale

Un lavoratore con la mascherina in una fabbrica a Milano

Il blocco dei licenziamenti va allungato e nel frattempo serve «un piano straordinario del lavoro». Maurizio Landini in audizione al senato sul decreto Sostegni bacchetta il governo Draghi e lancia una proposta per battere gli effetti della pandemia sull’occupazione.

Per il segretario generale della Cgil la situazione è ancora troppo grave per consentire altre scelte: il blocco dei licenziamenti – che proprio il decreto Sostegni allunga da fine marzo al 30 giugno – va portato fino al 31 ottobre. «È importante – ha detto Landini in video collegamento con il senato –. Siamo ancora in piena emergenza».

NEL CORSO DELL’AUDIZIONE il leader della Cgil ha anche ricordato che è aperto il confronto sulla riforma degli ammortizzatori e, dunque, «avere questo periodo che evita di aprire la strada dei licenziamenti – ha detto – credo sia un tema importante». Il decreto Sostegni, ha poi riconosciuto, è un «fatto nuovo e importante», anche se è necessaria «una strategia più generale che affronti un piano straordinario per l’occupazione sia nel settore privato che in quello pubblico».

I sindacati, dunque, pur sottolineando l’importanza del provvedimento da 32 miliardi, tornano in pressing, chiedendo modifiche durante l’iter parlamentare. «Pur apprezzando gli sforzi fatti, continuiamo a ritenere che la data del 30 giugno per lo sblocco dei licenziamenti sia troppo vicina – ha affermato Ignazio Ganga – la distinzione, presente nel decreto, tra datori di lavoro rientranti nel perimetro della cassa integrazione ordinaria (cigo) e cassa integrazione in deroga – rileva la Cisl – non trova riscontro nella situazione reale ancora molto grave sotto i profili sanitario ed economico-sociale, una situazione che non vede settore economico nel Paese che non sia direttamente o indirettamente colpito dagli effetti del virus». Per questo «rinnoviamo la richiesta di prorogare il blocco dei licenziamenti per tutti», prolungando in parallelo la cassa integrazione Covid, «fino a quando sarà terminata la campagna vaccinale e l’emergenza sanitaria», insiste il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra. l licenziamenti «vanno bloccati fino alla fine della pandemia», rimarca Proietti.

LANDINI NON HA POI PERSO occasione per parlare anche della vertenza Alitalia: «Non è accettabile che perdiamo una nostra compagnia così importante e che si subiscano una serie di diktat dall’Europa, che non ha lo stesso comportamento con tutti, come si vede per Air France», facendo riferimento al salvataggio della compagnia francese avallato dalla commissione europea. Il sindacato, proprio per questo, sta «chiedendo la convocazione al governo delle parti sociali per evitare una situazione di non ritorno e drammatica per i posti di lavoro e la capacità industriale, turistica e produttiva del nostro paese».

Infine un giudizio negativo sul condono fiscale che «non ci convince». Esiste il problema del cosiddetto «magazzino» – l’arretrato di cartelle esattoriali che lo stato difficilmente riuscirà a smaltire – , ha detto «ma un conto è cancellare ciò che è realmente irrecuperabile, altro è arrivare a forme che assumono carattere di condono fiscale». «Lotta all’evasione fiscale e una vera e propria riforma del fisco sono l’esigenza che poniamo, il tema che deve essere aperto – ha concluso -. Non può essere che chi paga le tasse debba sentirsi un cittadino si serie B o poco furbo. C’è la necessità di un intervento strutturato di riforma».

POSIZIONI CONDIVISE DA CISL e Uil che sono state audite, sebbene con i soli segretari nazionali e non generali. Per Ignazio Ganga, Cisl, è «necessario sedersi a un tavolo per la riforma fiscale e quindi – ha aggiunto – siamo contrari a un condono». E Domenico Proietti della Uil chiede «preliminarmente di stralciare dal decreto tutto quello che riguarda la rottamazione delle cartelle»: in primo luogo perché «è una vergogna e uno schiaffo in faccia ai lavoratori dipendenti, ai pensionati e alle imprese che fanno il loro dovere con il fisco. La seconda ragione è che non è coerente alle finalità del decreto che vuole sostenere le politiche attive. Chiediamo al Parlamento un atto preciso: stralciare la norma». Proietti si è detto a favore di una «riforma fiscale per la trasparenza e l’equità». E ha chiesto di «mantenere nella sua attuale forma il cashback (contestato da Fratelli d’Italia e da buona parte della destra, ndr) perché – ha detto – come dimostrano i dati dell’Agenzia delle entrate, ogni euro investito nella lotta all’evasione produce 4 euro».