Stampa

 CRISI UCRAINA. Le conclusioni del summit in Baviera. Resta in discussione l’idea di imporre un tetto al prezzo del petrolio russo, ma è «un progetto ambizioso, c’è ancora molto lavoro da fare» ha ammesso il cancelliere Olaf Scholz

Tetto al prezzo dell’energia, il G7 non trova la soluzione Il tavolo del G7 a Elmau, in Baviera - Ap

L’incertezza domina nel mondo, la guerra in Ucraina (e le sue conseguenze sull’energia, l’inflazione e la minaccia alimentare), la crisi climatica, le ingiustizie e i drammi dei rifugiati, tutto concorre a rendere poco visibile l’evoluzione in corso. Questa incertezza è rispecchiata nel comunicato finale del G7, che si è concluso ieri a Elmau in Baviera. Il prossimo appuntamento è tra un anno in Giappone, a Hiroshima.

I capi di stato e di governo dei sette grandi, che tanto “grandi” non sono più rispetto al peso del resto del mondo (solo un decimo della popolazione, meno del 50% del pil mondiale) e che si ritrovano da oggi a Madrid con gli alleati della Nato per un vertice “storico” dell’Alleanza, non hanno fatto passi indietro rispetto agli impegni presi con l’Accordo di Parigi e alla Cop26 a Glasgow, rilanciano il “Club del clima” mondiale, ma sono accaparrati dall’immediato: la guerra in Ucraina e la necessità di aumentare i costi dell’aggressione per la Russia di Putin, perché Mosca «non approfitti della posizione di produttore di energia», sono un filo rosso che attraversa tutto il comunicato finale.

Come far fronte all’effetto delle sanzioni alla Russia che stanno spingendo verso l’alto i prezzi dell’energia? Il G7 non è giunto a nessuna

soluzione definitiva. Resta in discussione l’idea di imporre un tetto al prezzo del petrolio russo – e anche di altri produttori, avrebbe voluto Emmanuel Macron – ma questo rimane «un progetto ambizioso, c’è ancora molto lavoro da fare» ha ammesso il cancelliere Olaf Scholz. Sul tavolo ci sono «vari approcci», il principale è «un’alleanza di compratori», secondo Macron.

Il G7 spera di convincere «tutti i paesi che la pensano come noi» ad agire in coordinamento. Macron ha ammesso: il G7 non ha un «bottone» per abbattere i prezzi, ci sono «difficoltà tecniche» per tenere bassi quelli del petrolio, mentre i paesi del Golfo fanno sapere di non poter aumentare ancora la produzione. In prospettiva, c’è anche l’idea di un price cap sul gas, ma per il momento la Germania insiste sulla necessità di investimenti in questo settore, «una risposta temporanea» ma inevitabile malgrado gli impegni riconfermati di uscire dalle energie fossili e della neutralità carbone per il 2050. In realtà, per il momento, ci sono soprattutto le trattative nel back stage per non rimanere a secco, Scholz per esempio ha discusso con Justin Trudeau per accrescere le forniture di Gnl dal Canada alla Germania. Anche su nuove sanzioni alla Russia, il G7 studierà la «fattibilità» di introdurre ostacoli sui servizi, sui trasporti.

È alta la preoccupazione per la minaccia di penuria alimentare – già 18 milioni minacciati di carestia in Etiopia, Somalia, Kenya – con un appello «come ricorso a breve termine» ai paesi che hanno importanti stock alimentari a renderli disponibili sui mercati. I paesi del G7 aumentano i contributi al Pam (Programma alimentare mondiale), portati a 14 miliardi.

Il summit in Baviera manda un avvertimento alla Cina e condanna le «pratiche economiche sleali» di Pechino, gli «interventi non trasparenti, che falsano i mercati» nell’economia mondiale. Il comunicato finale enumera la lunga lista delle aree di crisi nel mondo, sfiorando una dichiarazione di impotenza, dall’Afghanistan alla Siria, Libia, Yemen, il gruppo Wagner in Mali, Corno d’Africa, Iran.