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GUERRA UCRAINA. Oggi il presidente ucraino potrebbe far visita a Bergoglio. Ma sul negoziato la Russia tace. Visita lampo a Roma, incontri previsti anche con la premier Meloni e il presidente Mattarella

Aspettando Zelenksy (e Mosca). Il papa lavora alla pace vaticana Papa Francesco in Vaticano con una bandiera ucraina arrivata da Bucha - Ap/Alessandra Tarantino

Zelensky è atteso oggi a Roma per una visita lampo durante la quale vedrà il presidente della Repubblica Mattarella e molto probabilmente anche papa Francesco e la premier Meloni.

I dettagli non sono ancora noti, manca anche qualche conferma ufficiale, ma tutti gli indizi indicano che il presidente ucraino si recherà prima in Vaticano per essere ricevuto dal pontefice, poi al Quirinale e infine a palazzo Chigi.

DEI TRE APPUNTAMENTI quello con il papa è il più importante, anche alla luce delle indiscrezioni delle scorse settimane sulla missione diplomatica condotta dalla Santa sede: annunciata da Bergoglio nel volo che il 30 aprile lo riportava a Roma da Budapest, subito smentita da Kiev prima e da Mosca poi, infine confermata dal cardinale segretario di Stato Parolin, che ancora mercoledì scorso, a margine di un convegno alla Pontificia università lateranense su don Milani, ribadiva che «ci sono novità riservate» e che quindi la missione «andrà avanti».

Rispetto all’incontro di oggi, da Mosca minimizzano: non è legato alla «missione di pace» di cui ha parlato il pontefice nei giorni scorsi – scrive l’agenzia ufficiale russa Tass, citando «una fonte vaticana» –, Zelensky avrebbe fatto richiesta «solo alcuni giorni fa» di essere ricevuto da Bergoglio durante la sua visita a Roma e la richiesta è stata accolta.

L’agenda di papa Francesco per oggi è stata lasciata libera da impegni, proprio per consentire di accogliere in Vaticano il presidente ucraino in qualsiasi momento della giornata.

SI TRATTEREBBE del secondo faccia a faccia tra i due, dopo

quello dell’8 febbraio 2020, quando parlarono soprattutto del conflitto nel Donbass iniziato nel 2014 («Si è condiviso l’auspicio che tutte le parti implicate dimostrino la massima sensibilità nei riguardi delle necessità della popolazione, prima vittima delle violenze, nonché impegno e coerenza nel dialogo», riferiva la nota della sala stampa della Santa sede di allora).

Dopo l’invasione russa dell’Ucraina, Bergoglio e Zelensky si sono sentiti due volte al telefono (il 26 febbraio e il 22 marzo 2022), e c’è stata anche qualche polemica da parte di Kiev, per esempio per la scelta del papa di mettere insieme ucraini e russi nella Via Crucis al Colosseo del venerdì santo del 2022 (due donne) e del 2023 (due giovani).

Lo scorso 27 aprile, prima di partire per Budapest, Francesco ha accolto in Vaticano il premier ucraino Shmyhal. Ricevendo oggi Zelensky, sarebbe il secondo incontro ad altissimo livello nel giro di due settimane. Ma questo non significa necessariamente che la trattativa sia andata avanti, anche perché manca del tutto la parte russa.

IL PAPA è stato più volte invitato a Kiev dallo stesso Zelensky, ma ha sempre rifiutato, motivando il suo no con la volontà di andare contestualmente a Mosca, anche per non assumere il ruolo di “cappellano dell’Occidente”. E molto probabilmente lo ribadirà oggi al presidente ucraino.

Il canale diplomatico con il Cremlino è aperto, ma finora non ci sono stati sviluppi significativi: nessun contatto diretto con Putin, rapporti con Kirill ai minimi termini. Insomma la via della pace che passa per il Vaticano pare ancora stretta e tortuosa