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L'UNTO NAZIONALE. Camera e Senato chiusi per due giorni, bandiere a mezz’asta sugli edifici pubblici. 1.800 personalità in Duomo, maxi schermi in piazza. La Rai alla fine farà le riprese, che saranno trasmesse a reti unificate

Per Berlusconi un funerale senza precedenti Omaggio a Berlusconi davanti Villa San Martino, ad Arcore - foto Getty Images

L’egemonia culturale della destra è nascosta in piena vista: per i funerali di Stato di Silvio Berlusconi, previsti per il pomeriggio di oggi al Duomo di Milano, il paese si fermerà completamente, le televisioni trasmetteranno tutte le stesse immagini (diffuse dalla Rai, che se le è riprese da Mediaset) e già da lunedì ogni frase, ogni dichiarazione, ogni pensiero sull’ex premier vanno nella direzione di una beatificazione anticipata, eliminando da ogni narrazione – pubblica o privata che sia – tutto quello che non è stato notevole, rimirabile, eccezionale. E chi la storia vorrebbe ricordarla tutta, viene etichettato come una cinica bestia priva di cuore.

E COSÌ IL GIORNO dell’addio a Berlusconi sarà esattamente come è stata la sua vita: senza precedenti. È la prima volta infatti che è stato proclamato il lutto nazionale per un ex premier, una scelta assunta in autonomia dal governo. Per oggi allora le bandiere saranno calate a mezz’asta sulle facciate degli edifici pubblici, mentre per quelle all’interno sono previste due strisce di velo nero a corredare il tricolore. Gli esponenti del governo saranno costretti a cancellare ogni impegno pubblico, mentre per i negozi ci sarà la possibilità di tenere le serrande abbassate per l’intera giornata.

Camera e Senato pure interromperanno i loro lavori per la giornata di oggi, ma già domani alle 15 torneranno a riunirsi le commissioni, sia pure senza che siano previsti voti in aula.

Per quello che riguarda la cerimonia, all’interno del Duomo ci sarà spazio per 1.800 ospiti speciali, tra cui diverse personalità internazionali: ambasciatori, ministri degli Esteri e capi di stato e di governo, come l’ungherese Viktor Orbán, l’iracheno Abdul Latif Sharid e l’emiro del Qatar Tamin bin Hamad. Previsto l’arrivo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e di Paolo Gentiloni per conto dell’Unione Europea. Il Ppe manderà il suo presidente Manfred Weber.

FOLTA, ovviamente, anche la pattuglia politica italiana: il governo e la maggioranza saranno al gran completo, mentre dalle opposizioni parteciperà di sicuro la segretaria del Pd Elly Schlein – le ultime riserve sul punto sono state sciolte solo ieri pomeriggio -, così come si faranno vedere sia Matteo Renzi sia Carlo Calenda. Assenti Giuseppe Conte e Nicola Fratoianni. Tra gli altri hanno annunciato la propria presenza il fondatore della Lega Umberto Bossi, Letizia Moratti, Pier Ferdinando Casini e Benedetto Della Vedova. Non mancherà poi il mondo del calcio: il Milan e il Monza, va da sé, ma anche Urbano Cairo del Torino, Aurelio De Laurentiis del Napoli, Gianluca Ferrero della Juventus, Joe Barone della Fiorentina, Beppe Marotta e Steven Zhang dell’Inter, oltre al presidente della Fifa Gianni Infantino.

LA GIORNATA DI IERI, per il resto, ha visto come snodo fondamentale Villa San Martino ad Arcore. La sfilata di amici intimi e familiari è stata imponente, anche se con pochi politici. Gli ingressi sono stati completamente gestiti da Mediaset, in ossequio al diktat familiare di mantenere la faccenda il più privata possibile.

La bara di Berlusconi, chiusa e circondata da rose rosse e costantemente sorvegliata da Marta Fascina e da sua madre, non è stata sistemata nel famoso mausoleo, ma nella cappella di famiglia. In serata è arrivata anche la premier Giorgia Meloni, che era partita da Palazzo Chigi nel tardo pomeriggio. Insieme a lei il presidente del Senato Ignazio La Russa e il leader leghista Matteo Salvini. Al loro arrivo in corteo le decine di persone davanti ai cancelli si sono prodotte in un lungo applauso. Un’ora prima di loro si era fatto vedere Antonio Tajani, l’uomo che erediterà Forza Italia e proverà a farla sopravvivere alla morte del suo fondatore. È a lui che Letta ha raccontato gli ultimi giorni: il presidente ha sofferto molto, ma nessuno si aspettava che sarebbe arrivato il tracollo così all’improvviso. È anche per questo che venerdì pomeriggio Berlusconi è andato con Fascina a farsi un giro nella sua Milano 2: l’ultima passeggiata prima dell’ultimo ricovero.

Tra gli altri da segnalare la presenza ad Arcore del direttore della Verità Maurizio Belpietro, dell’ex senatore Antonio Razzi e di Massimo Boldi, che si è anche intrattenuto con i cronisti. «È come se Silvio fosse ancora qui – ha detto -, di lui ho tantissimi ricordi. Gli ho rubato diverse barzellette».

PEZZI DI UN UNIVERSO che, per un trentennio, è stato tutto o quasi per l’Italia. Un universo che forse era già scomparso, ma che adesso sembra quasi non essere mai esistito. Un universo che Berlusconi prima ha inventato e poi, contro ogni pronostico e ogni analisi, è riuscito a imporre. Al di là della narrazione quasi mistica di questi giorni, con il cavaliere narrato alla stregua di un personaggio celestiale, c’è la realtà di un sogno invecchiato e forse mai divenuto realtà. Perché se ci si interroga su cosa sia stata l’Italia durante il berlusconismo ormai si è persa la memoria di cosa è stata in precedenza. E nessuno ha davvero le idee chiare su cosa sarà in futuro.