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 La campagna elettorale de L'Altra Faenza

Venerdì 16 febbraio, alle 20.30 sala del Circolo “Nuova Europa” via Oberdan

Assemblea pubblica su

Lavoro e diritti

per sconfiggere precarietà e disuguaglianze

per un modello di sviluppo equo e sostenibile

nella quale sono stati invitati, per un proficuo confronto, le organizzazioni e le associazioni sociali, i sindacati, il volontariato e, naturalmente, tutti i cittadini.  Sono previsti (finora) interventi di:

Vittorio Bardi (L'Altra Faenza); Beppe Casadio (già segretario nazionale Cgil); Alessandro Messina (Comitato difesa della Costituzione); Cristan De Benedetto (Angeli di Romagna); un rappresentante della Caritas diocesana; Davide Tagliaferri (Fim-Cisl Romagna); Massimo Sangiorgi (Legambiente); Ivan Missiroli (Fiom – Cgil).

Coordina Angelo Emiliani, Presidente dell'Associazione L'Altra Faenza.

Queste iniziative si propongono di portare nel dibattito pre-elettorale alcune questioni cruciali, viste da un ambito locale nelle loro connessioni con la dimensione nazionale e più generale, a partire dall’idea di sviluppo che si intende perseguire e dai suoi risvolti sociali, produttivi e ambientali.

Per questo la scelta di affrontare i temi del lavoro, dell’ambiente, della qualità dello sviluppo. La questione dell'occupazione e di un lavoro dignitoso, al quale siano riconosciuti diritti e un reddito adeguati, è una tra le emergenze del nostro Paese e anche dei nostri territori: lo testimonia l’aumento delle diseguaglianze, della precarietà e di nuove povertà.

Questioni, queste, che non si risolvono con provvedimenti come il job-act, togliendo diritti e tutele al lavoro, né con i bonus, siano gli 80 euro, il Reddito di Inserimento, o gli sgravi regalati alle aziende senza alcun vincolo sulle scelte produttive.

Serve un nuovo intervento pubblico in economia che non lasci unicamente al mercato le scelte imprenditoriali. Per questo è necessaria una politica industriale nazionale che orienti un diverso sviluppo, tale da dare risposte innovative e sostenibili alla domanda di giustizia sociale, di rispetto dell’ambiente, di riconversione energetica e di sviluppo dell'innovazione. Puntando all’inclusione dei soggetti più deboli.

Azioni importanti per la qualità dello sviluppo possono essere compiute anche a livello locale, a partire dalle competenze delle Regioni e degli Enti Locali, utilizzando gli strumenti programmatori a loro disposizione (strumenti urbanistici, Rue, Piani di Azione per l'Energia Sostenibile, mobilità, qualità dell'aria, gestione dei rifiuti, ecc.).

Purtroppo le scelte locali non sono state particolarmente lungimiranti, basti ricordare in proposito l’abnorme presenza di grandi strutture commerciali e il loro impatto sulla rete distributiva, sui flussi di traffico, sul rapporto con i produttori e il tessuto economico del territorio.

Può dunque risultare utile ritornare al dibattito che ha accompagnato il "Patto per lo sviluppo" della Romagna Faentina, sul quale a suo tempo L’Altra Faenza ha espresso critiche precise, rivolte in particolare al persistere nella logica degli incentivi a pioggia (necessariamente di scarsa entità) senza tentare di indurre scelte più coerenti con “una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva del territorio” così come si dichiara di voler perseguire.

Oggi, a un anno dalla sottoscrizione di quel Patto, è necessario verificare quali risultati ha prodotto, cosa è stato fatto, cosa invece non è stato neppure avviato e cosa, invece, sarebbe possibile fare.

Abbiamo avanzato l'idea dell'attivazione di un Osservatorio, coordinato dai Comuni, che raccolga tutti i dati a disposizione degli Enti pubblici, dei servizi, di tutte le realtà associative; una struttura leggera, tale da consentire una lettura attendibile dell'andamento delle attività economiche, sociali, produttive e del mercato del lavoro del territorio, da cui trarre indicazioni per iniziative concrete nei nostri territori.

Su questo, e su altro, L'Altra Faenza ha qualcosa da dire: intende dunque confrontarsi, oltre che con tutti i cittadini, con i soggetti sociali che si occupano, a diverso titolo, di tutte queste questioni.

Le derive del cosiddetto populismo e dell’uomo solo al comando si combattono non delegando ad un generico concetto di politica la soluzione dei tanti e gravi problemi dell’oggi, ma attraverso la partecipazione, la cittadinanza attiva, il coinvolgimento delle associazioni sociali e ambientali, dei sindacati e del volontariato. E’ questo il metodo che può fare la differenza, che dà sostanza alla buona politica.

L’Altra Faenza non dà specifiche indicazioni di voto, ma a partire dalla coerenza con questi contenuti, fa appello ad andare a votare, esercitando un diritto conquistato con la Resistenza e posto a fondamento della Costituzione.

E di esprimere un voto a sinistra, contro la destra vecchia e nuova, per l’uguaglianza e la solidarietà.

Ma soprattutto è quello di continuare, anche dopo le elezioni del 4 marzo, con l’impegno civile e la mobilitazione per i valori e gli obiettivi di una sinistra unitaria e alternativa.