Diritti Azioni previste in tutto il paese. L’allarme lanciato dopo l’ok della camera è stato raccolto da tanti. Si lavora a un corteo nazionale
Manifesto contro il Ddl 1660 – Web
È il giorno della protesta diffusa in tutto il paese contro il Ddl 1660 che con la scusa della «sicurezza» colpisce il diritto al dissenso in numerose forme. «Si tratta di una misura in linea con la cultura sempre più autoritaria del governo Meloni – affermano dalla Rete nazionale No Ddl Sicurezza – volta a colpevolizzare le figure giovanili protagoniste delle mobilitazioni per l’ambiente, restringere fino a impedire il campo di azione dei movimenti sociali e colpire il diritto allo sciopero nelle sue forme storiche; le forme che hanno costruito negli anni l’agibilità di lavoratori e lavoratrici e la stessa democrazia formale e sostanziale».
L’allarme lanciato nelle ultime settimane, dopo che il provvedimento che porta le firme dei ministri Piantedosi, Nordio e Crosetto ha avuto il via libera alla camera, ha raggiunto il suo obiettivo: in molte città italiane si sono tenute assemblee partecipate. Dappertutto la preoccupazione per quella che senza mezze parole viene considerata una stretta autoritaria ha generato voglia di partecipare e di rimettersi in movimento.
La protesta contro il provvedimento ha incrociato vertenze sindacali, comitati territoriali, associazioni, centri sociali e singoli cittadini che, raccontano al manifesto i promotori della protesta, da giorni li stanno contattando per sapere come possono aderire e cosa possono fare per contrastare il Ddl. L’impressione è che il fatto di aver preso sul serio questo allarme abbia costretto molta gente a fare sul serio, spesso a superare divisioni e idiosincrasie. «Si è parlato di un vero e proprio salto di paradigma, di una ‘orbanizzazione’ del paese, in direzione delle ‘autocrazie’ realizzate e dei disegni ideologici dei populismi – spiegano – La rete che si è costituita ha lanciato vari appuntamenti pubblici uniti dallo slogan ‘Se fate il fascismo, noi facciamo la Resistenza’; si è voluto sancire la necessità di praticare un’ opposizione dura alla svolta autoritaria».
Ci saranno, oltre alla specifiche realtà locali, anche pezzi di partiti di sinistra, Rete dei numeri pari, Anpi e Arci. Da Padova, il centro sociale Pedro e Adl Cobas ricordano che «l’impianto ideologico su cui si regge il Ddl è la restrizione di tutti gli ambiti di esercizio della libertà individuale, che non sia quella votata a difendere il profitto e la proprietà privata». Da Milano, dove è previsto un corteo affermano che il Ddl 1660 «non è solo l’ennesima legge repressiva, è una dichiarazione di guerra contro i picchetti sindacali e le lotte studentesche ed ecologiste, contro chi si ribella all’orrore del carcere, contro chi ha la colpa di essere di un altro paese d’origine oppure di non avere una casa». E poi, tra le tante piazze, Bologna, Parma, Roma, Salerno. Saranno volantinaggi e azioni comunicative, proteste di piazza e flash mob, inizative che rilanceranno la campagna specifica e al tempo stesso porteranno avanti lotte territoriali che procedono da tempo. Se ne è parlato già ieri nelle piazze dei Fridays for future e se ne continuerà a parlare in quelle per la Palestina, nel corteo dei lavoratori dell’automotive del prossimo 18 ottobre e nell’appuntamento, sempre contro il Ddl sicurezza, convocato per sabato 19 dalla rete Liberi di lottare, cui aderiscono diversi sindacati di base.
I promotori della giornata di oggi, intanto, lavorano a una grande assemblea nazionale a Roma che dovrà servire a organizzare il blocco dell’area attorno a Palazzo Madama per il giorno in cui il Ddl arriverà in aula. Dalle audizioni dei giorni scorsi, davanti alle commissioni giustizia e affari costituzionali del senato, diversi giuristi hanno sottolineato che gli articoli del Ddl, vero e proprio catalogo dei nemici pubblici al tempo di Meloni, sono scritti male e quindi a rischio di inapplicabilità. Ma questa vaghezza dei dispositivi di legge, è la preoccupazione, rischia di creare ampi margini di discrezionalità. Non sarebbe la prima volta che la debolezza della politica rischia di lasciare il posto agli automatismi di polizia. Qui sta la pericolosa connessione tra leggi spot, tutte legate agli allarmi virtuali e montati dai media, e la loro restrizione di diritti materiali
Cortei Nella Capitale l’appuntamento organizzato dal Movimento degli Studenti Palestinesi, dall’Associazione dei palestinesi in Italia-Api e dalla Comunità Palestinese d’Italia è alle 15 a Piazzale Ostiense
Manifestazioni in tutta Italia, oggi, in solidarietà con la Palestina, per condannare l’attacco armato israeliano in Libano e chiedere il cessate il fuoco. Il corteo principale sarà a Roma ma diverse iniziative sono previste in altre città, da Sassari a Firenze.
Nella Capitale l’appuntamento organizzato dal Movimento degli Studenti Palestinesi, dall’Associazione dei palestinesi in Italia-Api e dalla Comunità Palestinese d’Italia è alle 15 a Piazzale Ostiense. «Oggi saremo in piazza – ha detto il presidente della comunità palestinese di Roma e del Lazio, Yousef Salman – per dire ciò che dovevano dire anche il 5 ottobre: no a questa maledetta guerra, stop al genocidio, stop ai bombardamenti israeliani sulla popolazione. Chiediamo anche all’Italia, all’Europa e ai Paesi che non hanno ancora riconosciuto lo stato di Palestina, di farlo». Tra le 28 realtà che hanno aderito anche Arci, Cred (Centro di ricerca ed elaborazione per la democrazia), Un ponte per e Anpi Roma e Lazio. «La storia ci sta giudicando – spiegano dall’Arci – Non possiamo rinchiuderci nel caldo delle nostre convinzioni: a Gaza, in Cisgiordania, in Libano come in Ucraina e in Russia si continua a morire, diciamo basta a questo orrore».
Un Ponte per, pur specificando che ritiene la piattaforma di convocazione parziale, sostiene sia opportuno «che le forze democratiche, della società civile, dell’associazionismo e del movimento per la pace italiano non lascino soli i palestinesi: è necessario, anche di fronte al tentativo di criminalizzare il dissenso alla guerra, che ci sia un atto di generosità per estendere a settori sempre più larghi della società, l’opposizione a ciò che sta avvenendo in Medio Oriente». A sostenere i manifestanti anche l’Anpi che con la Rete degli Studenti Medi del Lazio e l’Udu Roma, sarà in piazza per «esprimere vicinanza e solidarietà al popolo palestinese e condanna per ciò che è successo e sta succedendo».
Un appello alla partecipazione è stato anche inviato da una serie di intellettuali e docenti universitari tra cui Ginevra Bompiani, Raniero La Valle, Pier Giorgio Ardeni, Maurizio Acerbo, Giacomo Anelli, Piero Bevilacqua, Raul Mordenti, Luisa Morgantini, Alessandro Ferretti. Alla manifestazione ha aderito anche la Rete European Jews for Palestine, composta da numerosi collettivi ebraici presenti in vari paesi europei che «rifiutano i crimini di Israele contro il popolo palestinese e l’ideologia suprematista ebraica dello stato sionista». «Nel giorno dello Yom Kippur – hanno scritto – siamo in piazza in quanto ebrei per dimostrare la nostra solidarietà al popolo palestinese (e a tutte le vittime libanesi, yemenite, israeliane, etc) e perché siamo stanchi che l’antisemitismo venga strumentalizzato per silenziare le critiche ad Israele».
In piazza anche i collettivi universitari che avevano già partecipato alla manifestazione, vietata dalla Questura, dello scorso 5 novembre, finita con cariche della polizia e idranti
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Non è la prima volta (e non sarà neanche l'ultima) che qua in bottega ci occupiamo di Dino Campana.
In particolare ricordiamo la bellissima giornata con "Il treno di Campana" che organizzammo nel 2014 con la Pro Loco di Faenza e I Cultunauti di Solarolo: una gita in treno a Marradi sui luoghi campaniani, in occasione del centenario dell'uscita dei "Canti Orfici". Oppure l'incontro con Emiliano Cribari e la presentazione del suo libro "Sull'Appennino di Dino Campana" nel mese di febbraio di quest'anno.
E adesso è la volta di Andrea Benati Romagnoli.
L'Autore da decenni conosce, studia e percorre a piedi l’Appennino Tosco-Romagnolo. Inevitabile, vien da dire, l'incontro con Dino Campana a cui ha dedicato questo libro fresco di stampa, “Terra d’umanesimo - Sul pellegrinaggio di Dino Campana alla Verna" (Pagliai Editore).
Il saggio parte dalla premessa che i paesaggi e i contesti della vita di Dino Campana sono elementi caratterizzanti della sua produzione poetica. L'ambiente e il territorio, nelle opere di Campana, diventano una potente chiave di lettura.
Oggi questa ricerca, a metà fra geografia e letteratura, trae nuova vita dallo studio di Andrea Benati Romagnoli incentrato in modo particolare sul pellegrinaggio del 1910 verso il santuario della Verna.
Il testo si basa, oltre che sugli studi letterari, sulla lunga esperienza dell’autore come guida escursionistica, e getta nuova luce su luoghi e tragitti, fugando dubbi e correggendo approssimazioni emerse in altre ricerche.
Il libro non si presenta tuttavia come una guida turistica o escursionistica – niente tempi di cammino, dettagli di tracciato né tantomeno coordinate GPS – , ma piuttosto un itinerario tra luoghi e parole sulle tracce di una delle menti poetiche più affascinanti della nostra letteratura.
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