Stampa

Premetto di non avere alcuna simpatia per i populisti; anzi li considero l'anticamera dell'autoritarismo. Ma ora sono un po' in imbarazzo. Sembra che io sia diventato un populista "a mia insaputa". Leggo sul Venerdì di Repubblica del 7 aprile che "le nove principali potenze militari del mondo (Usa, Cina, India, Russia, Gran Bretagna, Francia, Giappone, Germania e Brasile) passeranno da 1.400 miliardi all’anno di spesa per la difesa (dato 2012) a oltre 4.000 nel 2045." Lo dice Curzio Maltese citando una ricerca del governo britannico, ripresa nel libro bianco della commissione Juncker. E conclude domandandosi "perché è un’utopia pensare d’investire decine di miliardi nel reddito di cittadinanza e nella creazione di posti di lavoro, in un’Europa con 120 milioni di cittadini a rischio indigenza, e invece sarebbe buon senso spenderne centinaia per riarmare arsenali già sufficienti a distruggere più volte il pianeta?" Segnalo l'articolo ad un signore, che lo legge frettosolosamente e mi dice: Curzio Maltese è un populista!
Però ho capito la lezione. Quando qualcuno dice qualcosa che non ti piace, qualcosa che mette in discussione i tuoi schemi mentali, gli dai del "populista" così lo neutralizzi! Una volta si sarebbe detto: fascista! oppure comunista! Siamo sempre lì.
Come si può pensare seriamente di ridurre gli armamenti? Il disarmo? I trattati per la non proliferazione nucleare? Roba da libri di storia! Tutte balle, roba da populisti!

A. M.