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Renzi ha sentenziato col solito pressapochismo che “gli italiani aspettano da 70 anni la riforma della Costituzione”. Fu approvata, come si insegna fin dalle scuole medie, il 22 dicembre 1947 ed entrò in vigore il 1º gennaio del ’48. Il conto è presto fatto. Certo, anche allora non andava bene a tutti, tanto che ci fu chi votò contro: nostalgici del fascismo e della monarchia. Renzi ha scelto una bella compagnia, complimenti! Abbiamo dunque appreso – la sparata è del settembre scorso – che fra i problemi che angustiano gli italiani fin dall’immediato dopoguerra c’è proprio una Costituzione nata male, da riformare.
Qualcuno gli dica che abbiamo a che fare con questioni che si chiamano disoccupazione, mafie, corruzione, evasione fiscale, conflitti di interesse, troppa burocrazia, disuguaglianze sociali. E gli chieda a quali articoli della Costituzione esse sono imputabili.
La verità è che c’è un disperato bisogno di una classe dirigente competente e onesta. E, soprattutto, seria.