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IL CASO DEL LAVORATORE LICENZIATO IN MARCEGAGLIA DEVE APRIRE UNA RIFLESSIONE SULLE CONDIZIONI DEI LAVORATORI IN UN MEDESIMO SITO PRODUTTIVO

Non ci possono essere lavoratori che sono fianco a fianco ma che beneficiano di differenti diritti

Cgil e Fiom apprendono del licenziamento di un lavoratore della Marcegaglia che avrebbe prestato il proprio badge per consentire l’accesso alla mensa a un altro lavoratore, in servizio all’interno del medesimo stabilimento in virtù di un contratto d’appalto della propria ditta. Il caso deve aprire una serie di riflessioni.

Innanzitutto riteniamo sproporzionato il provvedimento adottato dall’azienda rispetto all’accaduto e confidiamo che il lavoratore possa presto tornare al suo posto di lavoro.

In secondo luogo, quanto avvenuto richiama l’attenzione sulle dinamiche presenti nel mercato del lavoro. In Marcegaglia, come in altre importanti realtà produttive, sono sempre più frequenti le esternalizzazioni e l’affidamento dei lavori in appalto. Succede così, che in un unico sito produttivo siano impegnati lavoratori di differenti ditte e questi lavoratori usufruiscano di condizioni molto diverse tra loro.

Cgil e Fiom ritengono che si debba aprire una confronto approfondito affinché i lavoratori impegnati in un medesimo sito produttivo godano degli stessi diritti. Il diffuso ricorso agli appalti esterni permette alle aziende di sgravarsi di costi e responsabilità scaricandoli sui lavoratori in termini di salute e sicurezza ma anche trattamenti economici. La possibilità o meno di usufruire della mensa è sintomatico delle insopportabili differenze di trattamento in essere.

Su queste problematiche si deve aprire una seria riflessione, con le aziende committenti, sulle condizioni a cui vengono esternalizzati o dati in appalto parti importanti dei loro processi produttivi.