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Estrazioni offshore a Ravenna, accordo Eni-Comune: segreto industriale sui  dati del monitoraggio ambientale

Le parole del ministro Patuanelli sul possibile blocco di estrazioni di carburanti fossili hanno scatenato numerose reazioni da molte forze politiche anche dei nostri territori.

 

Nulla di nuovo o che possa stupire. Sul fronte governativo troviamo le immediate dichiarazioni “romane” del parlamentare Collina in coerente e piena difesa di ogni investimento in energia fossile mentre sul fronte ravennate è l’assessore Fagnani a sparare a zero contro chi chiede di fermare gli investimenti in idrocarburi parlando di “atti di terrorismo economico ed irresponsabilità politica sul tema delle estrazioni di gas” oltre che di “sparate populiste”.

D’altronde da un rappresentante di una Giunta comunale che ha avallato senza alcun dubbio impianti di stoccaggio di fonti fossili, nuovi impianti di fornitura di fonti fossili, non ci si poteva aspettare nulla di diverso.

Anche il sindaco de Pascale tenta di ricondurre l’opposizione agli investimenti in fonti fossili a questioni di “matrice populista” quindi di poca importanza in una intervista di oggi.

Ci preme ricordare come le posizioni di opposizione agli investimenti fossili nel ravennate siano ben più folte, variegate, complesse, e oggi vogliamo rilanciare la posizione condivisibile di Europa Verde: “Il senatore Collina, in particolare, è il proponente dell’emendamento, approvato in Senato, che semplifica la procedura di VIA per l’Impianto dell’Eni di cattura e stoccaggio della CO2 (CCSU) a Ravenna, impianto che giustificherebbe il proseguimento delle estrazioni di gas metano, di utilizzarlo per produrre idrogeno e di stoccare la CO2 nei giacimenti esausti. Un progetto impropriamente etichettato come “transizione energetica”, mentre consente di continuare l’uso antiecologico delle energie fossili.

Un progetto che per di più punta ad essere cofinanziato dai fondi pubblici europei, non essendo altrimenti economicamente sostenibile. Con l’ulteriore paradosso che, mentre per gli impianti eolici offshore proposti al largo di Rimini e Ravenna vale la procedura di VIA standard, per il discutibile impianto di cattura CO2 valgono procedure semplificate. Un bel risultato per l’ENI e la lobby dei fossili.

Come coordinamento non abbiamo firmato e criticato il recente “Patto per il Lavoro e il Clima” perché troppo timido e ben poco lungimirante, ci aspettiamo però che gli obiettivi racchiusi vengano almeno perseguiti con coerenza da coloro che l’hanno sottoscritto e non calpestati continuando a sostenere investimenti ultradecennali nelle fonti fossili.

Tutti i singoli componenti e le associazioni aderenti al nostro coordinamento hanno sempre e storicamente preso posizione sugli investimenti nel settore energetico ravennate solo dopo averli studiati e cercando di guardare con coerenza e lungimiranza al futuro del nostro territorio. Oggi apprendiamo che chi, come noi, ha posizioni differenti dal Sindaco e Fagnani è “populista”. Dopo le loro scuse restiamo, come sempre, aperti al confronto su temi così importanti.

Coordinamento di Ravenna Campagna “Per il Clima – Fuori dal Fossile”