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Il leader della Cgil ha incontrato i lavoratori e le lavoratrici in assemblea permanente dal 28 novembre. “Queste battaglie riguardano tutto il sindacato”. Dopo lo sciopero generale la mobilitazione continua

Stabilizzare i precari del Cnr. Ai lavoratori e alle lavoratrici, in assemblea permanente dal 28 novembre, ha portato questa mattina (4 dicembre) la vicinanza e il sostegno di tutta la Cgil il segretario generale Maurizio Landini, accompagnato dalla leader della Flc Gianna Fracassi.

“Il Cnr, il maggior ente di ricerca italiano, non può basarsi - ha affermato Landini - sul lavoro precario: servono risposte immediate per tutti i 4 mila precari e precarie. La manovra in discussione in Parlamento, nel bloccare il turn over nel pubblico impiego, rende sempre più complessa la prospettiva occupazionale per centinaia di ricercatrici e ricercatori”.

Per questo, ha continuato, “alla presidente del Cnr chiediamo di assumersi la responsabilità di affrontare questo dramma occupazionale. Non investire sulla ricerca e su chi opera in questi settori significa condannare il nostro Paese a non avere alcun futuro”.

GUARDA IL VIDEO
 

“Mai come oggi - ha proseguito il sindacalista - il superamento del lavoro precario deve diventare una battaglia non solo di chi è precario, ma di tutto il sindacato, mentre finora “il governo non ci ha ascoltato, siamo stati convocati a Palazzo Chigi quando la legge di bilancio era già stata presentata”.

"Questi temi, a partire dal superamento del lavoro precario, vogliamo farli vivere, per questo, la mobilitazione, dopo lo sciopero generale proseguirà e già nei prossimi giorni valuteremo le iniziative da mettere in campo”, ha concluso Landini.

 

                                                                                        Bologna, 04 dicembre 2024 Comunicato stampa

 

In Italia si continua a consumare suolo a ritmi vertiginosi

 

Nell’ultimo anno, al netto dei suoli rispristinati, il consumo è stato pari a 64 km2

21578 km2 di suolo sono occupati da cemento, asfalto e altre coperture artificiali,

il 7,16% di tutto il territorio nazionale

 

L’Emilia-Romagna è la quarta regione in classifica dopo Lombardia, Veneto e Campania, come percentuale di suolo consumato, ma seconda come incremento assoluto (815 ha) subito dopo il Veneto

 

Primato poco invidiabile a livello nazionale va a Ravenna che con l’aggiunta di altri 89 ettari, si pone tra i tre comuni italiani con il maggiore incremento tra il 2022 e il 2023

 

Legambiente “La legge 24/2017 sta dimostrando la sua totale inefficacia; la nuova Giunta si impegni ad una revisione del testo, partendo dall’adozione della proposta di legge di iniziativa popolare che abbiamo presentato ormai quasi due anni fa”

È stato pubblicato ieri il nuovo rapporto di ISPRA “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” che ogni anno fotografa la perdita di suolo e dei servizi ecosistemi ad esso connessi nel nostro Paese. Secondo i dati pubblicati, "nell'ultimo anno, le nuove coperture artificiali hanno riguardato ulteriori 72,5 Km2, ovvero, in media, circa 20 ettari al giorno. Un incremento del suolo consumato inferiore rispetto al dato dello scorso anno ma che si conferma al di sopra della media dell'ultimo decennio (2012-2022), pari a 68,7 km2 annulai. Il nostro paese, nell'ultimo anno, ha perso suiolo al ritmo di 2,3 metri quadri ogni secondo".

Tra le cause principali individuate dal Rapporto vi è la logistica che solo nel 2023 ha già consumato 504 ha, quantità pressoché identica a quella del 2022 (505 ha) che si aggiunge a un consumo cumulato dal 2006 di circa 5.606 ha, concentrati principalmente nel Nord-est del paese.

Considerando i costi annuali medi dovuti alla perdita di servizi ecosistemici forniti dal suolo (serbatoio di carbonio, regolatore del ciclo dell’acqua, riserva di biodiversità produzione di cibo e biomassa, solo per citarne alcuni), si può stimare, se fosse confermata la velocità media 2006-2023 fino al 2030, un costo cumulato complessivo compreso tra 173 e 212 miliardi di euro.

Nonostante l’approvazione nell’ormai lontano 2017 di un’innovativa – a dire dell’allora Presidente regionale– legge contro il consumo di suolo, l’Emilia-Romagna continua a impermeabilizzare il suo territorio a ritmi vertiginosi. Dall’indagine emerge infatti come sia in valori percentuali che assoluti la nostra regione si ponga ben al di sopra della media nazionale per suolo artificializzato. Ha la percentuale più alta a livello nazionale (52%) rispetto al consumo di nuovo suolo in aree a pericolosità idraulica media, e ha consumato altri 7,5 ha in aree a pericolosità da frana molto elevata, nonostante quanto accaduto negli ultimi 18 mesi suggerisca invece la necessità di una importante inversione di tendenza. La nostra regione inoltre registra il valore più elevato di consumo di suolo dovuto a nuovi cantieri e infrastrutture, sia in termini di impermeabilizzazione (19mila ha) che in termini di incremento rispetto al 2022 (+361 ha).

Venendo al dettaglio dei Comuni, Ravenna ha incrementato la sua superficie consumata di altri 89 ettari, ponendosi tra i primi tre comuni a livello nazionale per consumo di suolo, subito dopo Uta, in provincia di Cagliari e Roma. L’indagine di Ispra evidenzia che molto del suolo consumato si deve alla realizzazione di nuovo residenziale e agli accantieramenti nell’area portuale per la realizzazione della nuova ZLS (Zona di Logistica Speciale).

Ravenna detiene anche il primato di consumo di suolo a livello regionale, seguita da Reggio Emilia (+43 ha rispetto al 2022) e Forlì (+36 ha).

Tra i capoluoghi di regione Bologna si classifica al quarto posto, con +21 ha rispetto al 2022, subito dopo Roma (+71), Cagliari (+26) e Venezia (+23).

La legge 24/2017 ha dimostrando tutta la sua inefficacia; la presenza di diverse scappatoie e l’inazione della regione nella realizzazione dei PTAV, hanno consentito ai Comuni di continuare a consumare suolo. Nemmeno le 4 alluvioni che hanno colpito la nostra Regione sembrano averci insegnato qualcosa – dichiara Legambiente – se ancora ci sono in previsione la realizzazione di nuove strade e autostrade, poli logistici, ipermercati…

Chiediamo alla Regione un cambio di rotta deciso, con la discussione e approvazione in assemblea legislativa della legge di Iniziativa popolare sul consumo di suolo, presentata ormai quasi due anni fa, una pianificazione regionale per quanto riguarda la logistica, una semplificazione per la riqualificazione di aree già impermeabilizzate e soprattutto il mantenimento delle misure penalizzanti per quei territori Comuni ove ancora non ci sarà un che non avranno approvato il PUG al 31/12/24”.

 

IN ALLEGATO: Presentazione Rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” - Edizione 2024 — Italiano

 

 

In Germania tre stabilimenti a rischio chiusura e migliaia di posti di lavoro in fumo. IG Metall: “Braccia incrociate in tutte le fabbriche”

IMAGOECONOMICA

 

I dipendenti della Volkswagen sono stati chiamati a sospendere il lavoro da lunedì 2 dicembre nelle fabbriche tedesche per opporsi alle migliaia di tagli di posti di lavoro pianificati. Lo ha annunciato il sindacato IG Metall. “Se necessario, questa sarà la battaglia contrattuale collettiva più dura che la Volkswagen abbia mai conosciuto”, ha avvertito il negoziatore del sindacato, Thorsten Groger, in un comunicato stampa diffuso al termine del periodo di dialogo sociale obbligatorio per 120 mila dipendenti del marchio.

Due giorni fa, il produttore, che sta preparando un drastico piano di risparmi, ha respinto una controproposta sindacale volta a ridurre i costi senza dover chiudere le fabbriche in Germania, portando a un inasprimento del dialogo sociale. “Gli scioperi di avvertimento inizieranno lunedì in tutte le fabbriche”, ha detto Groger, che ritiene la direzione “responsabile, al tavolo delle trattative, per la durata e l’intensità di questo confronto”.

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In una dichiarazione separata, Volkswagen ha affermato di “rispettare il diritto dei dipendenti di partecipare a uno sciopero di avvertimento” e ha affermato di credere nel continuo “dialogo costruttivo” per “raggiungere una soluzione duratura e sostenuta collettivamente”. L’azienda precisa di aver “anticipato misure mirate per garantire gli approvvigionamenti di emergenza” durante lo spostamento, al fine di “limitarne il più possibile” l’impatto “sui nostri clienti, sui nostri partner e sui nostri impianti industriali”.

I rappresentanti del personale affermano che almeno tre stabilimenti Volkswagen sono a rischio di chiusura in Germania e decine di migliaia di posti di lavoro potrebbero essere persi, con i dipendenti rimanenti che dovranno accettare di tagliare i salari. Nel Paese, il marchio conta dieci stabilimenti di produzione di automobili e circa 300 mila dipendenti, di cui 120 mila del marchio Vw, il più colpito dal piano di risparmio. Fiore all’occhiello dell’industria automobilistica tedesca, la Volkswagen soffre, secondo gli esperti, per il rallentamento del mercato dei veicoli nuovi, per la concorrenza cinese, i modelli di batterie non sufficientemente attraenti e il costo del lavoro più elevato rispetto ai concorrenti.

Dopo il successo dello sciopero generale, il segretario generale Cgil chiede un cambio di rotta: “Meloni ci convochi per cambiare la manovra”

ASCOLTA L'AUDIO

“Il punto è il governo cosa risponde ora alle 500 mila persone che sono scese in piazza venerdì. Ci deve essere una risposta”. Il segretario generale Cgil torna sullo sciopero generale di venerdì 29 novembre. “Per quel che ci riguarda bisogna aumentare la spesa sanitaria e bisogna agire sul fisco per andare a prendere le risorse per fare questi investimenti. Stiamo chiedendo al governo in modo esplicito che riconvochi un tavolo sulla legge di bilancio, così come chiediamo agli imprenditori di aprire le trattative sui rinnovi dei contratti”.

In 50 piazze dove ci sono state 500 mila persone “non è successo proprio nulla. Cgil e Uil da quel punto di vista lì non devono rispondere a nessuno. Le nostre sono manifestazioni democratiche in cui non è successo assolutamente nulla”. Così Landini risponde alle accuse del ministro Salvini, secondo cui le parole del segretario hanno incitato ai disordini.

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Sciopero generale 2024

Tutti uniti, la forza del sindacato

Tutti uniti, la forza del sindacato

L’episodio avvenuto a Torino “è avvenuto dopo le manifestazioni sindacali e non ha nulla a che fare con le manifestazioni sindacali. Quelle modalità di scendere in piazza non c’entrano nulla con noi. Non le abbiamo fatte, le condanniamo, non c’entrano nulla con la storia del movimento sindacale”.

Il segretario della Camera del lavoro di Taranto, Giovanni D’Arcangelo, risponde all’attore Michele Riondino che ha accusato il sindacato di essersi autodistrutto

Il giorno dello sciopero generale di Cgil e Uil, il Corriere della Sera, ha riportato stralci di un discorso del noto attore tarantino, Michele Riondino, che parlando a un gruppo di studenti di Massafra aveva detto, riferendosi al segretario nazionale della Cgil, Maurizio Landini, che la classe operaia ormai non esisteva più e il sindacato si era “autodistrutto”. Ecco la replica del segretario generale della Cgil di Taranto, Giovanni D’Arcangelo:


Come faccio ad esprimere una riflessione su una persona che non conosco, che addirittura ha fatto film o arringhe su palchi e iniziative pubbliche senza aver mai pensato di interagire con quella realtà che non perde mai occasione di criticare? Tempo fa, nel 2015, gli inviammo persino una mail per invitarlo ad un confronto. Non ne conoscemmo mai l’esito. Forse noi tarantini, eravamo platea o troppo piccola, o troppo provinciale o troppo scomoda. E chi lo sa?

Io sono il segretario generale della Cgil di Taranto, probabilmente quasi coetaneo di Riondino, e per me, militante, attivista e solo dopo molto tempo nel ruolo di segretario, il sindacato è un’altra cosa. Ma per capirlo bisogna stare in una Camera del Lavoro qualsiasi, e noi ce le abbiamo in tutti i 29 comuni della provincia, in un’assemblea con i lavoratori qualsiasi, in uno dei nostri Caaf o sede di patronato Inca, dove impattiamo quotidianamente con i guai delle famiglie. Bisogna conoscerle storie ed esaminare il contesto.

 

Così mi viene in mente Aristotele che ben distingueva tra saggezza e sapienza, la prima che discende dalla capacità dell’uomo di ragionare più approfonditamente di cose complesse, la seconda più astratta calata sulle cose senza quasi sentire il dolore della carne viva delle persone su cui tutta quella sapienza si vuol calare.

In questo caso saggezza e sapienza, mi spiace dirlo, ma fanno difetto, perché il mondo del lavoro è fatto di uomini e donne che si rivolgono al sindacato per la soluzione dei loro problemi. A volte solo per essere ascoltati. Certe volte persino per sfogare la loro rabbia. E solo al sindacato badate bene. Non ad enti di promozione. Non a chi fa, addirittura, sacrosanta promozione culturale di un territorio, o chi svolge la funzione sociale di preservarne la memoria.

Nelle aule dei tribunali, nelle assemblee di fabbrica, ci siamo solo noi con loro. E siamo quelli per cui l’autodistruzione” non è messa in conto, perché la nostra distruzione sarebbe l’ulteriore indebolimento di quel fronte che invece noi e Riondino dovremmo, e sottolineo dovremmo, avere in comune.

Ai tempi della Laf subirono quella fine tutti i dipendenti sindacalizzati rimasti, gli altri erano stati già epurati, pre-pensionati. La “classe operaia” delle grandi lotte sindacali era stata messa fuori, soppiantata da giovani che avevano tutto da imparare, ma anche l’urgenza di finire le fondamenta della villetta al mare o di guardare comunque al futuro. Disconoscere questi processi è soprattutto un grande danno alla memoria collettiva di questo territorio, ed è un grande danno all’analisi seria che serve per costruire il futuro. Dividersi su questo è un grande madornale errore. E credo che a volte Riondino faccia lo stesso errore dei movimenti politici nati sulla spinta dell’anti-sistema, che poi del sistema in realtà hanno fatto parte governando con destra o sinistra.

E allora, se proprio si vuole dare un contributo alla discussione, si deve provare a leggere la complessità di questi tempi e magari parlare di una classe operaia trasformata che è più classe lavoratrice, perché il mondo del lavoro cambia ogni giorno e la precarietà dilaga anche tra le figure professionali che non sono operaie.

Anche il sindacato è cambiato, e noi diciamo pure per fortuna. Adeguare le pratiche sindacali a questi tempi forse è la sfida più difficile che, sono sicuro e lo dico in punta di piedi e dal basso della mia umile esperienza, forse avrebbe fatto tremare i polsi anche a quelli che vengono definiti delle figure mitiche del sindacato, quasi dei supereroi del passato.

Una cosa è certa, sparare nel mucchio senza conoscere, fa danni più della grandine, specie se sei meritoriamente popolare per il tuo ruolo di attore pluri-premiato. Per questo dico che sfasciare e scommettere sulla “morte” della classe operaia non c’entra niente con la lotta.

Quei 1500 che il 29 novembre hanno sfilato a Taranto, e il mezzo milione in tutta Italia, ci credono ancora, e lottano per i diritti e marciano sotto il sole e sotto la pioggia, anche per chi ha pance piene e vite che speriamo non vengano mai stravolte da povertà, disoccupazione o malattie e infortuni sul lavoro.

Queste sono le cose concrete di cui ci occupiamo noi. Difendere lavoro e diritti. E questo non è un film!

 

Giovanni D’Arcangelo è il segretario generale della Cgil Taranto

Il nostro fine è far rivivere nella quotidianità lo storico principio della Cisl:

”Il sindacato sarà dei lavoratori o non sarà”.

La legge di bilancio 2025 in discussione al Parlamento è ben lontana dagli obiettivi qualificanti che la Cisl ha indicato nei suoi congressi, e ancor più di quanto sottolineano iscritti e lavoratori indicando la priorità di potenziare (prevenzione-cura-riabilitazione) il Servizio Sanitario Nazionale e il finanziamento della legge per la non autosufficienza, a fianco delle richieste per salvaguardare il potere d’acquisto eroso dall’inflazione reale – quella del carrello della spesa è più alta di quella delle statistiche e dell’indice IPCA, che non tiene
conto dell’inflazione importata, preso a riferimento per la contrattazione – e per sostenere le filiere produttive della manifattura per un’occupazione stabile.

Per tali finalità servono miliardi in doppia cifra che non sono stati previsti nella manovra di bilancio 2025 perché la riforma fiscale - pur sempre la regina delle riforme – è attuata con leggi delega (che non richiedono il voto deliberativo del Parlamento) e persegue obiettivi del Governo che sono ben diversi dall’aumento delle entrate del bilancio pubblico per l’efficienza dei servizi universalistici (sanità e scuola) e del welfare, inoltre contraddice il principio costituzionale della progressività delle tasse sul reddito, sulla ricchezza, sulla rendita e sul patrimonio. Un esempio sono la flat tax e il concordato preventivo per il lavoro autonomo, per le partite Iva che strizza l’occhio agli evasori e incentiva il fatturato sommerso.

E’ di questi giorni la notizia che l’Istat ha stimato a 201, 6 miliardi il valore dell’economia sommersa e di quella illegale, con una crescita del 9,6%.

Il recente rapporto della Caritas, certifica la crescita della povertà e del numero dei minori poveri, racconta la faccia dimenticata del nostro paese, ben diversa da quella descritta dei tanti record stagionali o delle statistiche. A proposito del record degli occupati ricordiamo, sì sono aumentati, ma nel contempo diminuiscono le ore lavorate.

Le interviste del segretario generale della Cisl Luigi Sbarra, a cui segue l’eco degli organismi statutari nazionali, affermano che con la manovra 2025 “le nostre priorità diventano risultati”. La nostra valutazione è ben diversa e di segno opposto: è vero che la manovra destina miliardi, i 2/3 del totale, per mantenere il taglio del cuneo fiscale e l’accorpamento di due tariffe Irpef, ma sostenere che “ questo da solo garantirà un aumento fino a 1.200 euro annui sulle buste paga di oltre 15 milioni di lavoratori..” è una forzatura non veritiera, una bugia perché non ci sarà un aumento in busta paga ma si è evitato un taglio degli aumenti ottenuti con le precedenti manovre (Draghi e Meloni). Affermare che “ si può sempre fare di più”, sostenendo che “ la strada giusta è il confron to, l'esercizio di responsabilità che deriva dalla delega che ci danno i nostri associati ” , peraltro senza neanche interpellarli, e nel contempo senza mai proporre, a salvaguardia dell’unità d’azione, assemblee unitarie sui luoghi di lavoro e dopo manifestazioni di piazza, - anche per spostare l’opinione dei lavoratori verso la solidarietà anziché seguire il richiamo delle politiche neo-corporative governative - e ultima ratio lo sciopero; significa non vedere il conflitto sociale che esiste in una società complessa, e non tenere conto dei conflitti che animano gli interessi economici e politici dell’attuale maggioranza di Governo.

Questo significa aver perso il senso dell’agire del sindacato e della delega rilasciata “dai nostri associati”: il segretario generale è scelto ogni quattro anni, (con l’Assemblea Organizzativa quale verifica di metà mandato, ormai declassata a piccola passerella), per far funzionare la democrazia rappresentativa, per coinvolgere anche gli iscritti alle scelte – cosi recitano le norme statutarie - e non già esercitare un ruolo da “capitano” che pensa e decide per tutti.

Sulla manovra 2025 sono state dette troppe mezze verità che si trasformano in piccole o grandi bugie tali da, ne rendere credibile l’ottimismo narrativo del governo ne la soddisfazione della Cisl quando sottolinea che sono state recepite le nostre principali richieste” senza mai specificare a quale documento riferirsi. Abbiamo seguito, su youtube, la conferenza stampa di Cgil e Uil.

La Cisl si dissocia da quanto detto in conferenza stampa da Bombardieri e Landini: noi ci dissociamo da quanto affermato da Luigi Sbarra nelle ultime interviste. Stupisce e allarma che la Cisl consideri – come fa il governo – un contributo di solidarietà la disponibilità delle banche e delle assicurazioni di ritardare di un anno la riscossione del credito d’imposta. Si tratta nella sostanza di un debito (che favorisce la liquidità del momento) da restituire.

Sollecitiamo un franco confronto che coinvolga Rsu, Rsa, Rsl e iscritti. Oggi mancano le sedi e la volontà politica per farlo. Non desistiamo, il vento prima o poi, cambierà. Intanto prendiamo PAROLA. Se altri seguiranno si può immaginare un futuro dove le tessere sindacali non siano considerate, un numero da far pesare quando si definiscono gli organigrammi, ma soci con “un’anima, un volto e una voce”.

Associazione Prendere Parola - www.prendereparola.it - novembre 2024


Accolla Sebastiano, ex segr. gen.le Filca-Cisl Siracusa, ex segr. UST-Cisl Siracusa, ex segr. Filca-Cisl Sicilia;
Accornero Don Pier Giuseppe, giornalista;
Airo Antonio, ex formatore delegati Filta-Cisl, vicedirettore corsi di FI, cogestito primi 2 progetti Iscos: Senegal e Mali;
Alborghetti Lorenzo, ex delegato RSU ABB Bergamo/Dalmine;
Arcais Elio, iscritto Fnp Cagliari;
Belmonte Luciano, ex segretario generale Filca-Cisl Calabria;
Bertella Sonia, ex segretaria gen.le Ust-Cisl La Spezia;
Bertaglia Sandro, ex operatore Fim-Cisl Torino;
Betti Sergio, ex segretario confederale nazionale Cisl; iscritto Fnp;
Bombieri Luigi, ex segretario gen.le Fnp Veneto;
Brambilla Marzio, ex delegato Fim-Cisl STMicroelectronics, iscritto Fnp
Bui Giancarlo, ex segretario Filca-Cisl Brescia, iscritto Fnp;
Buratti Federico, ex membro Consiglio reg.le Cisl- Scuola Piemonte;
Burzio Giovanni, ex segretario gen.le Ust-Cisl Savona;
Buzzigoli Antonio, ex segr.Ust-Cisl Torino;
Caprioli Piergiorgio, ex segretario gen.le Fim-Cisl naz.le;
Cattaneo Carla, iscritta Fnp-Cisl;
Caldani Alessandra, ex segr. Fisba/Fai-Cisl RA, consiglio reg.le Fisba/Fai-Cisl E.R., iscritta Fnp
Celestino Aldo, ex segretario Fim-Cisl Torino; iscritto Fnp;
Caimmi Fabio, ex segretario gen.le Flerica-Cisl Ticino-Olona-Milano;
Carta Fabrizio, ex segretario gen.le Ust-Cisl Cagliari, iscritto Fnp;
Carta Francesco, ex segretario Flaei-Cisl Cagliari, iscritto Fnp;
Cerri Gianpaolo, Femca-Cisl Pavia;
Colzani Carlo, ex segretsrio gen.le Ust-Cisl Novara;
Concas Sergio, ex segretario Ust-Cisl Cagliari e Medio Campidano; iscritto Fnp;
Cracco Giampaolo, ex delegato sindacale Cisl Fondazione Sacra Famiglia Milano;
Daghino Carlo ex segretario gen.le Fim-Cisl Piemonte;
Dal Molin Loris, ex segretario gen.le Filca-Cisl Sondrio;
Damiano Enzo, ex segretario gen.le Usr-Cisl Calabria
Debetto Claudio, ex segretario Ust-Cisl Alessandria;
Dellacqua Elidio, ex responsabile Uff.Vertenze UST-Cisl Torino;
Demontis Tomaso, ex segretario reg.le Cisl-Università Cagliari, iscritto Fnp;
De Piccoli Giovanni, ex segretario gen.le Fim-Cisl Treviso;
Di Pietrantonio Luciano, ex segretario gen.le Ust-Cisl Roma e Usr-Cisl Lazio:
D’Onofrio Pietro Antonio, ex autista segreteria generale Confederale Cisl;
Fois Maurizio, iscritto First, ex segretario First-Cisl Cagliari;
Galbiati Everardo, ex sindacalista Fim-Cisl Monza e Brianza;
Gatto Loredana, segretaria Filta-Cisl Treviso;
Gelpi Luciano, ex Segretario gen.le Ust-Cisl Bergamo;
Geromin Bruno, ex segretario gen.le Ust-Cisl Venezia e Padova,
Giordano Pino, ex segr.gen. Fim AltoAdige/Sudtirol, ex segr.gen.le Usr-SGBCisl AltoAdige/Sudtirol;
Giuntini Antonello, ex segretario gen.le Fsm/Fim-Cisl Cagliari, iscritto Fnp;
Graziani Giovanni, ex presidente collegio probiviri Fai-Cisl naz.le;
Guardianelli Marcello, ex segretario Femca-Cisl naz.le;
Guerisoli Giovanni, ex segretario confederale Cisl-naz.le, iscritto Fnp;
Italia Gianni, ex segretario gen.le Fim-Cisl naz.le;
Lai Salvatore, ex territoriale e regionale Fsm/Fim-Cisl Cagliari e Sardegna, iscritto Fnp;
Leoni Mario, iscritto Fnp-Cisl MI;
Locatelli Claudio, ex segretario gen.le Flaei-Cisl Bergamo;
Lonati Emilio, ex operatore naz.le Fim-Cisl, ex segretario Generale Fnp Novara/Vercelli/Biella/Verbania;
Maffezzoni Silvano, ex segretario Ust-Cisl, Fai-Cisl, Fim-Cisl, Mantova
Magatti Italo, ex direttivo Fim-Cisl Monza Brianza;
Manzoni Sergio, ex segretario gen.le Fim_Cisl BG e segretario confederale Ust-Cisl Bergamo;
Marchi Giuseppe, segretario gen.le Femca-Cisl Brescia, iscritto Fnp;
Marcolungo Antonio ex direttivo Fim-Cisl Torino;
Mariani Sergio, ex delegato STMicroelectronics, ex direttivo Fim-Cisl Monza-Brianza-Lecco, iscritto Fnp;
Marucco Dora, fondatrice ed ex direttrice Fondazione Vera Nocentini- Archivio storico-sindacale Torino;
Mastaglia Luigi, ex segretario gen.le Ust-Cisl Valle Camonica, iscritto Fnp;
Mastrantonio Maurizio, ex responsabile organi collegiali Fai-Cisl naz.le, iscritto Fnp;
Mauriello Giovanni, ex delegato RLS Fnp-Cisl Olbia;
Melis Sergio, ex segretario Ust-Cisl Cagliari, iscritto Fnp;
Migone Gian Giacomo, co-fondatore e segretario del sindacato Università-Cisl;
Molinari Gianna, ex dirigente Cisl- Scuola di Torino;
Olchini Gaetano, ex delegato sindacale Fim-Cisl Legnano, iscritto Fnp;
Olivetti Bernardo, rappresentante Cisl-Asst-Garda e Consiglio gen.le FP-Cisl Brescia;
Ori Maurizio ex segretario gen.le Fisba-Fai-Cisl Emilia Romagna, ex coordinatore Fai-Cisl naz.le;
Ortolina Vincenzo, iscritto Fnp-Cisl Milano;
Ortu Maurizio, iscritto Fnp Torino;
Ortu Mario, iscritto e delegato Fnp Cagliari;
Palianti Mauro ex componente Consiglio Generale Flerica-Cisl Ticino-Olona;
Parbetta Renata, iscritta Fnp;
Pelleriti Mimma ex segretaria Ust-Cisl Bergamo;
Perli Benito, ex segretario naz.le Fisascat e segretario Federchimici di Torino e Venezia;
Pezzotta Savino ex segretario confederale gen.le Cisl naz.le; iscritto Fnp;
Pisanu Giangiacomo, ex segretario Cisl-Poste Cagliari;
Piseddu Ignazio, iscritto Fnp, ex segretario Sinascel-Cisl Cagliari;
Pomatto Armando, ex responsabile formazione Fim-Cisl Piemonte;
Porcu Antonio iscritto Fnp ex segretario CISL-scuola e Fnp-Cisl Nuoro;
Putzolu Oriana, iscritta Fnp, ex segretaria territoriale e regionale Cisl Sardegna;
Ranucci Bruno, ex segretario gen.le Ust-Cisl Vercelli;
Radaelli Paola, iscritta Fnp Monza-Brianza-Lecco;
Redaelli Gigi, ex segretario gen.le Fim-Cisl Monza-Brianza, iscritto Fnp;
Ricciardi Pino, ex segretaraio gen.le Ust-Cisl La Spezia;
Riva Gianluigi, ex delegato Fim-Cisl Monza-Brianza, iscritto Fnp;
Riva Giovanna ex segretaria aggiunta Femca-Cisl Brianza;
Roncelli Giacomino, tesserato Cisl;
Sampò Graziano ex direttivo Fim-Cisl Torino;
Sanguineti Andrea, ex segretario Usr- Cisl Liguria;
Scaroni Mauro, ex componente di segreteria FP CISL Brescia, iscritto Fnp;
Serafino Adriano, ex segretario gen.le Fim-Cisl, ex segretario Ust-Cisl, Torino; iscritto Fnp;
Serlenga Antonio, ex segretario gen.le Fim-Cisl Valle D’Aosta;
Sgro' Irene, iscritta Fnp Cagliari, ex delegata Fistel-Cisl;
Simeone Vanessa, ex delegata sindacale Cisl Fondazione Istituto Sacra Famiglia, Cesano Boscone-Milano;
Soro Mariano, ex segretario Flerica-Cisl Cagliari, iscritto Fnp;
Spini Giovanni, ex Segretario Ust-Cisl Sondrio;
Todde Antonio iscritto Fnp, ex segretario Cisl-Scuola Cagliari;
Tombini Armando, ex delegato Filca-Cisl Italcementi BG;
Tolardo Pier Luigi, ex Segr.ria Reg.le Silt Cisl, ex Direttivo Terr.le e Reg.le Fistel-Cisl, Torino e Piemonte
Trimboli Francesco, delegato sindacale Cisl Fondazione Sacra Famiglia Milano;
Urru Paola, ex delegata Fistel-Cisl Cagliari, iscritta Fnp;
Valentini Cristina, ex operatrice sindacale Fistel-Cisl;
Vialba Rodolfo, ex dirigente Usr-Cisl Lombardia; iscritto Fnp;
Villa Battista ex segretario gen.le Filca-Cisl Lombardia; iscritto Fnp;
Viti Vezio, iscritto Fnp Cagliari;
Zaltieri Renato, ex segretario gen.le Ust-Cisl Brescia, iscritto Fnp;