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Mentre Tsipras ad Atene formava il nuovo governo, a Roma Renzi faceva approvare anche a costo di continue violazioni e forzature regolamentari e costituzionali la nuova legge elettorale detta italicum 2.

Molti estasiati sostenitori del leader indiscusso hanno fatto notare che Tsipras è diventato capo del governo grazie ad una legge elettorale simile a quella che Renzi, col sostegno di Berlusconi, intende propinare agli italiani. Ed una volta tanto, a prima vista, c’è del vero!
Approfondiamo un po’ la questione. 
Vero che la legge elettorale greca prevede un premio di maggioranza al partito e non alla coalizione.
Vero che l’ammontare del premio è simile (50 seggi pari al 16,67%) (il 15% nell’Italicum).
Vero che la percentuale necessaria per far scattare il premio è simile a quella prevista dall’italicum2 (il 40%), ma attenzione: nella legge elettorale greca non è stabilita in percentuale, ma al raggiungimento (con i propri voti, senza aiutino) della metà più uno dei seggi (151 su 300). Si dice che ci vuole una percentuale fra il 36 e il 40,5%, ma si tratta di un calcolo presuntivo, tant’è vero che Tsipras con il 36,34 ha avuto soltanto 149 seggi e quindi niente premio di maggioranza.
Falso perché per avere il premio di maggioranza il partito vincente deve avere già avuto la maggioranza assoluta dei seggi ed il premio serve solo a garantire la governabilità e non a far diventare una minoranza maggioranza.
Falso perché in Grecia non è previsto nessun secondo turno teso a far diventare una minoranza maggioranza. Il premio viene dato a chi (il partito) grazie al misto di uninominale e proporzionale con sbarramento e alla dimensione dei collegi ha già conquistato la maggioranza assoluta dei seggi e quindi ha il diritto e il dovere di governare. Il premio gli consente di farlo con un margine di manovra accettabile per garantire la stabilità del governo.
Falso perché la forma di governo rimane parlamentare e non si realizza un’impropria “elezione diretta del Capo del governo”.
Come accadrà in Italia quando, con il secondo turno, un partito (che ha avuto meno del 40% dei voti al 1° turno, anche il 20 o il 25% come è accaduto nel 2013) può ottenere, fra voto forzato e astensione degli elettori non rappresentati in quel turno, un premio abnorme. 

Tiriamo un po’ di conclusioni: Syriza ha ottenuto il 36,34% dei voti validi, ma ha votato soltanto il 63,87% degli aventi diritto; quindi in realtà ha votato per Tsipras soltanto il 23,21% della popolazione. Intendiamoci è stato un grande successo, ma non posso non guardare con preoccupazione al fatto che con un 2% in più di voti avrebbe ottenuto circa 201 seggi su 300 (151 conquistati + 50 di premio di maggioranza).
Con circa il 25% dei consensi popolari avrebbe i 2/3 (67%) dei seggi. La situazione per fortuna è diversa (soprattutto, guarda caso, perché c’è l’Europa) ma qualcosa ricorda il caso cileno.
Insomma la legge elettorale greca è pessima.
Tuttavia ha consentito una rapidissima formazione del governo non grazie al trucco della legge elettorale che piace a Renzi, ma grazie all’abilità manovriera e forse alla spregiudicatezza di Tsipras.
Ma l’italicum2 che piace a Renzi è molto peggio e per giunta è del tutto incostituzionale!
Così la vedo, così ve la racconto, 

Alessandro Messina