Stampa

Sugli interrogativi posti dalla Lettera aperta degli ambientalisti su Enomondo e da quella sui Rischi ambientali a Faenza e dintorni, sono arrivate prime risposte dell'Amministrazione, eccole:

Risposta 1  - -  Risposta 2

Ci sembrano risposte in alcuni casi reticenti, alcune domande non trovano ancora risposta e alcuni conti non tornano.
Ci sembra risulti un aumento delle ore di funzionamento delle caldaie di Enomondo - dalle attuali 8.000 + 1000 a 8.000 + 7.800 - quindi + 6.800 ore/anno (circa il 75% in più); che bruceranno (solo) 35.000 ton/anno in più (da 247.000 a 282.000) quindi circa il 14% in più. Come si spiega questa differenza? Questa capacità di combustione in più come verrà utilizzata?

 L'Amministrazione poi precisa che la ditta Enomondo “ha presentato una documentazione integrativa volontaria” che, rispetto al progetto iniziale, ridurrebbe le quantità di rifiuti destinati al recupero energetico e che verrebbero esclusi nuove quantità di CDR, CSS, Sovvalli, (in aggiunta a quelli che già sono attualmente bruciati) ma questa documentazione non è ancora stata resa pubblica sul sito della Provincia.

Sull'eliminazione delle misure compensative (che impropriamente Enomondo si era intestata) l'Amministrazione pare dire che non servono, in quanto la loro necessità deriverebbe (solo) dall'esigenza di compensare il territorio ove si realizza il nuovo insediamento. Non ci sembra molto lineare questa argomentazione che, non solo, dovrebbe incidere sul quadro emissivo globale, ma anche su altri “disagi” per i cittadini e il territorio, come quelli segnalati dalla seconda lettera aperta a proposito dell'azienda Villa-Pana e dei suoi cumuli di vinacce che, se non possono essere stoccati al chiuso, ne potrebbe comunque essere attenuati gli impatti, a partire da quello visivo.
Si riconosce che le emissioni comunque aumenterebbero, quindi, escludendo che la nuova caldaia sia meno efficiente di quelle attuali, l'unica ragione sta nell'aumento delle quantità di biomasse che verranno bruciate.
Non risulta chiaro come mai il bilancio emissivo, rispetto all'attuale ed al suo progressivo deterioramento, può considerarsi positivo già dal terzo anno di installazione, sarebbe l'effetto dei nuovi alberi piantati nel parco?
In ogni caso ci chiediamo come si realizzerebbe l'obiettivo indicato nell'allegato “A” della delibera della Giunta (atto n. 330 del 25.11.2014) dell'ACCORDO IN MATERIA DI COMPENSAZIONE E RIEQUILIBRIO AMBIENTALE, che recita: occorre perseguire l'obiettivo di non provocare emissioni aggiuntive in atmosfera in raccordo con l'indirizzo del Piano Provinciale di Tutela e Risanamento della Qualità dell'Aria (PRQA), che classifica Faenza come agglomerato ove occorre predisporre piani d'azione a breve termine per il miglioramento della qualità dell'aria.

Abbiamo sentito una ulteriore argomentazione secondo la quale ormai l'Amministrazione di Faenza non può più intervenire, in quanto il progetto Enomondo è sottoposto all'esame della Commissione della Provincia. Ci sentiamo di obiettare, il progetto viene esaminato nella Conferenza dei Servizi nella quale, oltre agli altri Enti, è presente anche il Comune di Faenza, sarebbe interessante sapere cosa ha sostenuto l'Amministrazione nella prima Conferenza dei servizi svolta il 12 febbraio e cosa intende sostenere nelle prossime riunioni.
Infine, dato che le lettere aperte erano indirizzate, tra gli altri, anche ai Consiglieri Comunali, nessuno, di maggioranza o di opposizione, ha nulla da dire?