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I ponti sono elementi strutturali di collegamento mentre i muri sono elementi di divisione.
Ponti o muri possono essere anche due aspetti diversi per affrontare problemi di convivenza.
Mentre i ponti sono idealmente protesi verso nuove situazioni, i muri possono “eventualmente” solo tamponare e contenere l’esistente.
I ponti ci suggeriscono di guardare oltre ai problemi contingenti e vedere lontano.
Esistono muri ideologici come i pregiudizi, la difesa ad oltranza di privilegi acquisiti, l’indisponibilità al confronto all’accettare il diverso o chi non la pensa come noi, la difficoltà nel non riconoscere l’esistenza di beni comuni, ecc..
Tutto questo a discapito di quanto afferma l’art. 3 della Costituzione.

È interessante, oggi che si parla molto dell’Euro, osservarne le banconote per coglierne lo spirito originario; infatti sulla facciata sono riportate porte aperte o finestre mentre sul retro sono rappresentati ponti.

Si riporta una nota informativa sui muri costruiti nel mondo:
Il muro di Berlino è caduto 25 anni fa, il 9 novembre 1989, ma altri muri importanti non sono caduti come quello tra Corea del Nord e Corea del Sud che dal 1953 segna la demarcazione tra due mondi oltre che tra due Paesi. In compenso, e nel frattempo, ne sono stati costruiti ancora di più. A simboleggiare una separazione tra popoli in conflitto, tra ricchi e poveri, tra primo mondo e terzo mondo, tra chi cerca di migrare per salvarsi dal bisogno o per costruire

un sogno. Muri che violano i diritti fondamentali delle persone: alla salute, all'istruzione, al lavoro, all'acqua, al cibo e che a volte separano comunità e famiglie.
Questi sono alcuni dei muri di oggi, costruiti su una costante comune: la paura.

I muri di Israele.
Oltre al noto muro tra Israele e Palestina che divide arabi e israeliani da qualche anno il governo israeliano capeggiato da Benjamin Netanyau, cavalcando un consenso elettorale a spese di migliaia di disperati in fuga da guerre persecuzioni e miserie dal Corno d'Africa (Sudan, Eritrea, Etiopia, Somalia), ha avuto la bella idea di costruire anche un muro tra Egitto ed Israele nel deserto del Sinai.
Il motivo? La necessità di "preservare la natura ebraica e democratica dello Stato d'Israele” e non inondare il Paese di “clandestini". La barriera è alta in media 15 metri e lunga 245 km e si estende da Rafah ad Eliat. Un successo per il governo israeliano visto che, a sei mesi dall'inaugurazione nel 2013, solo 34 persone erano riuscite ad entrare illegalmente. Nei sei mesi dell'anno precedente ne erano entrate circa 10mila. Tutti profughi che, dopo aver attraversato il deserto, si ritrovano nelle mani dei terribili predoni del Sinai che chiedono ai familiari in Europa riscatti esosissimi per liberarli. Nel frattempo li picchiano, torturano, violentano le donne, uccidono uomini e bambini perfino per trafficare organi. Chi riesce, raramente, a fuggire da questi orrori si trova davanti al muro. 

Il muro della vergogna" tra Usa e Messico.
Tristemente famoso è anche il muro che divide gli Stati Uniti dal Messico per impedire l'ingresso di tutti i migranti dal Centro America. Per i messicani è il “muro della vergogna” per gli statunitensi è la salvezza da un'invasione continua. La barriera la cui costruzione è iniziata nel 1994 è lunga oggi 3.141 km e non è ancora ultimata. Si snoda lungo la frontiera tra Tijuana e San Diego; consiste in una base di cemento armato con una struttura superiore di lamiera metallica con illuminazione ad alta intensità, sensori elettronici e strumentazione per visione notturna. È alta dai 2 ai 4 metri. La maggior parte dei malcapitati che cercano di oltrepassarlo ci lascia la vita: dal 1998 al 2000 secondo i dati ufficiali, sono morte 1.954 persone. Chissà in questi anni come i numeri saranno aumentati, centinaia di migliaia ogni anno sono gli arresti alla frontiera e i respingimenti. 

I muri dell'Europa.
Con questo stile e per gli stessi scopi - frenare l'ingresso di migranti africani in Europa -. è stato costruito il muro tra Ceuta e Melilla, territorio appartenente politicamente alla Spagna ma ubicato in Marocco. Anche qui non si contano i morti e i respinti. C'è poi la Green Line di Cipro, ovvero la linea di demarcazione, costituita in parte da un vero e proprio muro oltre che da fili spinati e terre di nessuno. Divide la parte sud dell'isola, greco-cipriota, che nel 2004 ha aderito all'Unione europea, dalla parte nord occupata nel 1974 dai turchi e autoproclamatasi Stato indipendente. L'ultima trovata in materia è il muro tra la Grecia e la Turchia ancora in costruzione per impedire l'ingresso dei migranti asiatici.
Il mar Mediterraneo, lo sappiamo, non è un muro, ma è come se lo fosse.

Muri meno noti.
Ci sono poi i muri meno conosciuti, come quello tra India e Bangladesh lungo 4.000 km o quello di 2.700 km nel deserto del Sahara, nel territorio conteso tra Marocco, Algeria e Mauritania. Poi tanti piccoli muri come quelli che in Brasile separano i quartieri ricchi dalle favelas per difendersi dalla criminalità. A San Paolo c'è dal 1978 il muro di Alphaville e tanti altri sono sorti nelle grandi città come Rio de Janeiro e Salvador da Bahia. Ci piace concludere e festeggiare l'anniversario della caduta del muro di Berlino con una frase dello storico inglese Frederick Taylor “Puoi fermare le persone, puoi porre loro dei limiti, ma troveranno sempre una via”. 
Vedi anche: http://it.wikipedia.org/wiki/Muro_della_vergogna

 20 novembre 2014

                                                                                                          Alviero Viselli