Blindati La novità non la conosceranno i seicento che sono già affogati nel Mediterraneo nei primi tre mesi dell’anno. Avrà effetti invece sui migranti che sono stati respinti in mezzo al […]
Una bandiera europea davanti alla sede della Commissione europea a Bruxelles – foto Virginia Mayo /Ap
La novità non la conosceranno i seicento che sono già affogati nel Mediterraneo nei primi tre mesi dell’anno. Avrà effetti invece sui migranti che sono stati respinti in mezzo al mare, in buona parte riportati nelle celle di tortura in Libia, e su tutti quelli che pur essendo sbarcati in Italia – in Europa – aspettano di sapere che ne sarà delle loro domande di asilo. In cifra assoluta nel 2024 sono diminuiti, ha fatto sapere la polizia di frontiera dell’Unione giusto ieri. E tutti sono stati contenti, potendo trascurare il fatto che se sono diminuiti gli arrivi è perché sono aumentati i morti in viaggio e i prigionieri nei campi che continuamente si aprono ai confini dell’Europa, con i soldi dell’Europa e con i torturatori riportati in servizio con volo di stato. Certamente non sono diminuite le ragioni per cui si emigra, sempre quelle: guerre, persecuzioni, sfruttamento, carestie, inondazioni.
La novità è di glaciale chiarezza: sarà sempre più facile per gli stati dell’Unione rispondere di no alle domande di asilo e protezione umanitaria. Diritti un tempo sacri, ormai destinati a valere solo per una minoranza di migranti. Carta straccia per coloro che più ne avrebbero bisogno. Ora la Commissione europea propone di estendere la finzione (non nuova) di considerare «sicuri» anche i paesi che in tutta evidenza non lo sono, e di velocizzare al massimo la procedura per respingere le richieste. Nulla lascia pensare che il parlamento europeo o gli stati membri si vorranno discostare da questa linea. L’Italia di Giorgia Meloni già la rivendica come propria, orgogliosa nel giorno in cui ottiene udienza alla Casa bianca di aver tracciato il solco della nuova politica migratoria continentale. Disgraziatamente ha ragione.
Eppure non è cambiata la Costituzione italiana, non è cambiata la Convenzione sui rifugiati solennemente firmata a Ginevra nel dopoguerra né è cambiata la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea: ovunque resta scolpito il diritto d’Asilo come principio cardine del diritto internazionale e della stessa vita civile. Non è cambiata, a voler essere pignoli, nemmeno la maggioranza nel parlamento europeo che ha confermato la Commissione di Ursula von der Leyen. Ma la politica sui migranti – cioè contro i migranti – un pezzo alla volta viene rovesciata. Così va adesso il mondo, e se Trump mette le manette e carica i deportati sugli aerei noi mettiamo le fascette e preferiamo le navi. La nostra prigione d’oltremare l’abbiamo costruita e la riempiremo. Va contro l’umanità, le leggi e persino la logica, ma serve alla propaganda e quindi si farà.
E si farà, d’ora in poi, in perfetta armonia con l’Unione europea. Peccato che Meloni non faccia più a tempo a unirsi alle piazze dove sventolavano la bandiere blu con le stelle. Ma ci saranno altre occasioni e la Commissione von der Leyen non mancherà di confermarsi la porta di accesso per le destre e le peggiori politiche reazionarie. Non vorremo illuderci ma magari, a un certo punto, piano piano, persino il Pd si accorgerà dell’errore che ha fatto a votarla. Sarebbe anche questa una novità.