Editoriale Il governo interverrà, non per riportare il sistema nella Costituzione ma per dare una cornice legale alla violazione dei suoi principi
Roma, il Cpr di Ponte Galeria – Ansa
Sul trattamento dei migranti e più in generale sulla condizione dello straniero si gioca la resistenza della nostra democrazia.
Partita fondamentale che riguarda tutti nel nostro paese, non alcune centinaia di migliaia di “irregolari”. Ma non c’è consapevolezza della sua importanza, dunque ci avviamo a perderla. Il fatto che la destra usi i “clandestini” come carne da propaganda confonde: un programma illiberale di fondo pare una poco pericolosa incontinenza comunicativa. Il fatto che alla costruzione di un sistema discriminatorio per lo straniero abbiano contribuito diversi governi “democratici” ha narcotizzato le capacità di reazione della sinistra. Troppo poco abbiamo riflettuto sul risultato del quinto referendum.
L’ultima decisione della Corte costituzionale invece di sanare il “vulnus” che pure ha individuato, ha scaricato il compito sui giudici ordinari. Che talvolta possono decidere in un senso – benissimo ieri la giudice di Cagliari – talvolta nel senso opposto.
Ma quello che ha detto la Corte basta a chiarire una volta e per sempre la situazione dei migranti nel nostro paese. “Irregolari” per legge, sono vittime di un sistema di detenzione e trattamento dichiaratamente illegittimo che non rispetta i diritti umani.
Né ci si può fermare all’aspetto formale della censura della Corte: le “regole” che valgono all’interno dei Centri di permanenza per il rimpatrio andrebbero sì stabilite per legge e non lasciate alla discrezione degli apparati di polizia, ma quelle “regole” le conosciamo e le vediamo all’opera: torture, psicofarmaci, suicidi. Dunque il governo interverrà, non per riportare il sistema nella Costituzione ma per dare una cornice legale alla violazione dei suoi principi.
In parlamento Meloni ha detto chiaro e tondo che «non ci possono essere tabù» nemmeno nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Se la difesa dei confini – la manipolatoria missione identitaria della destra – trova ostacolo nelle Carte fondamentali, saranno queste a soccombere. Si sta parlando dei principi superiori, come il divieto di trattamenti inumani e il diritto alla libertà e alla sicurezza – di tutti non “solo” dei migranti. Tanto superiori da essere scolpiti come inattaccabili anche nella nostra Costituzione, argine che però non starà in piedi a lungo una volta accettato che venga messo in discussione e abbattuto per alcuni. Dopo sarà tardi per accorgersene.