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"È una guerra criminale", dice, ma è del tutto contraria all'invio di armi, che alimenta l'escalation del conflitto. A colloquio con Luciana Castellina, giornalista, scrittrice, più volte deputata, presidente onoraria dell'Arci

https://www.collettiva.it/copertine/internazionale/2022/03/23/video/la_pace_la_nato_e_l_occidente-1973871/

Schiettezza e candore, lo stile della sua sinistra". Gli auguri di Aldo  Tortorella a Luciana Castellina - nuovAtlantide.org

Militante politica, giornalista, scrittrice, più volte parlamentare, eurodeputata, presidente onoraria dell’Arci. Forse ad alcuni il nome di Luciana Castellina non dice niente ma per altri è tutto questo e molto altro: compagna, pacifista, pasionaria della sinistra, comunista. Ma soprattutto persona coerente, dotata di onestà intellettuale, una che argomenta e poi agisce di conseguenza e che per questo finisce spesso nel mirino, lei, le sue idee, le sue prese di posizione. Come quelle sulla guerra in Ucraina, che ci illustra dopo

averci accolto in casa e messo a nostro agio con affabilità e semplicità, come se ci conoscesse da una vita.

Luciana parla senza filtri e senza fronzoli e il suo ragionamento è lucido: non è assolutamente equidistante da Putin e dall’Ucraina, perché questa “è una guerra criminale” dice, ma è del tutto contraria all’invio di armi, che alimenta l’escalation del conflitto. Sostiene che l’Occidente, la Nato e l’Europa hanno delle responsabilità, convinzione per la quale è stata anche accusata di essere amica di Putin, e che bisogna arrivare a un negoziato, ruolo che sarebbe spettato alla Ue. Fa una lettura limpida di quanto sta accadendo alle porte dell’Europa e di come ci siamo arrivati.

non risparmia le autocritiche: “I pacifisti sono bravissimi quando esplodono le guerre o si impiantano missili, ma sono poco attenti alla politica. Le ultime grandi mobilitazioni ci sono state nel 2003 per la guerra in Iraq, quando il New York Times titolò: è nata la seconda potenza mondiale, che era il pacifismo. Dopodiché abbiamo lasciato perdere. C’è stata disattenzione, ma quando scoppia la guerra è tardi ormai, non si riesce a fermare”.

Il suo auspicio però è quello di tutti, e cioè che questo conflitto si interrompa e si raggiunga un compromesso. “Comincio a essere veramente preoccupata perché il rischio di una deflagrazione nucleare è molto vicino – ci confida -. I combattimenti si svolgono nella zona del mondo dove è più fitta la presenza delle centrali atomiche e questo sembra un pericoloso gioco di Risiko”.