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Si fa un gran parlare dell’articolo 18. L’impressione è che molti, non sapendo di cosa si tratti, finiscano per ricorrere a luoghi comuni e a banalità orecchiati a destra e a sinistra. Non si spiega diversamente la riproposizione di argomenti privi di fondamento. Vediamo quelli più frequenti.

L’art. 18 impedisce il licenziamento nelle imprese con più di 15 dipendenti, assicurando una protezione indebita a lavoratori dei quali l’imprenditore vorrebbe liberarsi nell’interesse dell’azienda.
Non è vero. L’art. 18 prevede una forma di tutela contro il licenziamento illegittimo e quindi privo di una valida giustificazione. Leggi e contratti di lavoro disciplinano il ricorso al licenziamento, oltre che per ragioni economiche e organizzative, nei casi in cui il lavoratore si sia reso responsabile di comportamenti per i quali è prevista la risoluzione del rapporto di lavoro.

In Europa non c’è altro Paese in cui sia previsto il reintegro nel posto di lavoro.
Non è vero. Regole simili esistono in Francia, in Spagna, in Portogallo, in Germania, in

Inghilterra e in altri paesi ancora. La “riforma Fornero” del 2012 ha già circoscritto la possibilità di reintegro, in tutte le aziende, ai soli licenziamenti discriminatori o vietati dalla legge (è il caso, ad esempio, delle lavoratrici madri). Nelle aziende con più di 15 dipendenti è previsto quando il lavoratore sia stato licenziato per ragioni rivelatesi false e infondate, se il contratto prevede sanzioni meno gravi, oppure quando le motivazioni economiche e organizzative si rivelano pretestuose.

La difesa dell’art. 18 ha un valore ideologico e simbolico, ma all’atto pratico è inefficace.
Non è vero. La dignità del lavoratore e la sua possibilità di avvalersi di leggi e contratti sono questioni concrete e attuali. Privo di protezione sarebbe più debole nel rivendicare i propri diritti, che si tratti di busta paga o di sicurezza, di mansioni o di orari. In altre parole sarebbe meno libero.

E’ l’art. 18 a determinare una condizione di disuguaglianza fra “protetti” e privi di ogni tutela.
Non è vero. La causa vera di quest'effettiva disparità sta nelle leggi che hanno frantumato il mondo del lavoro creando un esercito di precari.
Sono state politiche sbagliate a produrre decine di forme contrattuali i cui tratti comuni sono il sottosalario e la negazione dei diritti più elementari. Il problema della disuguaglianza si risolve riconoscendo diritti e tutele a tutti, non togliendole a chi le ha.