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  bombardamenti sulla striscia di Gaza, i resti della torre Al-Aklouk

«Una notte d’inverno mi toccò il turno di guardia con Efraim Avneri… nella notte non vedevo il suo volto però colsi un’ombra di ironia sovversiva nella sua voce, quando mi rispose:

<Assassini? Ma che ti aspetti da loro? Dal loro punto di vista noi siamo extraterrestri giunti dallo spazio a sparpagliarci sulla loro terra, ….  E con l’astuzia ci accaparriamo un appezzamento dopo l’altro del loro suolo. Dunque che cosa vorresti? Che ci ringraziassero della nostra bontà d’animo? Che ci venissero incontro suonando le fanfare? Che ci porgessero rispettosamente le chiavi di tutto Il paese perché i nostri avi un tempo vivevano qui? C’è forse da stupirsi se hanno imbracciato le armi contro di noi? E adesso che abbiamo inferto loro una sconfitta schiacciante, e centinaia di migliaia di loro da quel giorno vivono nei campi profughi, ti aspetti forse che condividano la nostra gioia e ci augurino ogni bene?>

Gli risposi:

<….stando così le cose, perché mai sei qui a fare la ronda, armato? Perché non te ne vai dal paese? O prendi l’arma e passi a combattere dalla loro parte?

Dentro il buio sentii il suo sorriso triste:

<Dalla loro parte? Dalla loro parte mica mi vogliono, in nessun posto al mondo mi vogliono. Nessuno mi vuole. La questione sta tutta qui. Ce n’è già troppa dappertutto di gente come me. Solo per questo mi trovo qui. Questa è l’unica ragione per la quale porto un’arma, perché non mi caccino pure di qui. Ma la parola assassini non la userei mai per degli arabi che hanno perduto i loro villaggi.

Dei nazisti lo dico senza esitazione. Di Stalin, pure. E di  tutti coloro che espropriano terre altrui.>»

(Amos Oz: Una storia di amore e di tenebra, Feltrinelli, 2005 pagina 514)

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«Atalya lo guardò in tralice, dalla chaise long, e come sputando le parole tra le labbra disse: Volevate uno stato? Volevate l’indipendenza? Bandiere e divise e banconote e tamburi e trombe. Avete sparso fiumi di sangue innocente avete sepolto un’intera generazione. Avete cacciato centinaia di migliaia di arabi dalle loro case, avete spedito navi intere di immigrati sopravvissuti a Hitler dritto dal capannone di accoglienza ai campi di battaglia. Tutto per avere qui uno stato di ebrei. E guardate che cosa avete ottenuto.”»

(Amos Oz: Giuda Feltrinelli, 2014 pagina 200)

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Il pogrom organizzato da Hamas (di un pogrom infatti si tratta, non di un’azione di guerra) non si è rivolto contro lo stato di Israele, contro l’esercito di Israele, ma contro i ravers, le donne, le comunità dei villaggi. Si è trattato di un’azione abominevole, ma non la possiamo condannare senza al tempo stesso comprendere il contesto in cui è maturata. Questo contesto è la vendetta di tutti contro tutti. Questo contesto è una guerra frammentaria e globale in cui si scontrano ormai soltanto nazisti contro nazisti.

È il frutto avvelenato della vittoria del nazionalismo contro l’internazionalismo.

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Dal 7 agosto del 2023 ho cominciato a tenere il conto delle aggressioni dei coloni israeliani contro i contadini palestinesi e delle violenze dei soldati di Tsahal contro i giovani rinchiusi nei territori occupati o nel campo di concentramento di Gaza, e delle profanazioni degli ultra-ortodossi contro i luoghi sacri agli islamici sulla Spianata delle Moschee.

Principale fonte delle informazioni è l’agenzia ANBAMED, curata da Farid Adly.

La stampa italiana che definisce terroristi i militanti di Hamas non ha mai definito terroristi gli israeliani che uccidono a sangue freddo civili disarmati e distruggono quotidianamente le abitazioni e sradicano gli olivi.

Io so che Hamas è un’organizzazione islamista sostenuta dai massacratori iraniani. So benissimo che la loro azione si fonda su un’ideologia violenta di vendetta.

Ma so anche che la vendetta è tutto quel che rimane a chi è oggetto di violenza e di umiliazione sistematica. Chi vive sotto la minaccia costante, chi ha subito la distruzione della casa, chi ha un fratello incarcerato senza motivo, non può che desiderare la vendetta.

L’umiliazione genera mostri, dovremmo saperlo.

L’umiliazione dei proletari tedeschi dopo il  Congresso di Versailles generò il mostro Hitler.

L’umiliazione degli ebrei sterminati da Hitler e abbandonati da tutti gli stati europei generò il mostro dello stato etnico militarista e colonialista di Israele.

L’umiliazione dei palestinesi schiacciati dalla preponderanza militare dei sionisti ha generato Hamas.

Ma la storia del secolo ventesimo avrebbe dovuto insegnarci che se applichiamo il principio biblico: Occhio per occhio, quel che ne segue è che tutti diventiamo ciechi. Ciechi sono i palestinesi, ciechi sono gli israeliani. Ciechi sono i russi e ciechi gli ucraini.

Invece no. Dopo la fine dell’internazionalismo brancoliamo in un mondo di ciechi che si azzuffano nel buio eterno del Nazismo onnipresente.

Dal libro dell’Esodo (cap. XXI):

Quando alcuni uomini rissano e urtano una donna incinta, così da farla abortire, se non vi è altra disgrazia, si esigerà unammenda, secondo quanto imporrà il marito della donna, e il colpevole pagherà attraverso un arbitrato.  Ma se segue una disgrazia, allora pagherai vita per vita: occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede, bruciatura per bruciatura, ferita per ferita, livido per livido.

Qui sotto potete leggere le notizie che la stampa occidentale (cieca) non vi ha dato nei due mesi che precedono la vendetta di Hamas.

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