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1 maggio Il Capo dello Stato in visita a un’azienda di Latina: «Tante famiglie non reggono l'aumento del costo della vita. L’Italia si distingue per una dinamica salariale negativa che incide anche sul preoccupante calo demografico, perché i giovani incontrano difficoltà a progettare il futuro». «Intollerabile l’indifferenza per le morti sul lavoro». Le opposizioni: «Parole fondamentali, ora la maggioranza accetti il salario minimo»

L’affondo di Mattarella: «In Italia salari troppo bassi» Sergio Mattarella – Ansa

«Salari inadeguati sono un grande problema per l’Italia. Tante famiglie non reggono l’aumento del costo della vita». Sergio Mattarella, alla vigilia del 1 maggio, lancia un messaggio forte al mondo della politica e dell’impresa. Lo fa da Latina, dove ha visitato ieri a l’azienda BSP Pharmaceuticals spa, che produce farmaci contro i tumori e le malattie neurodegenerative. Con camice e cuffia in testa, il Capo dello Stato visita i laboratori, insieme ai vertici dell’azienda e ad una delegazione dei circa 1600 dipendenti.

CITA L’ULTIMO Rapporto 2024-2025 dell’Organizzazione internazionale del lavoro, in cui l’Italia «si distingue per una dinamica salariale negativa nel lungo periodo, con salari reali inferiori a quelli del 2008». «Sappiamo tutti come le questioni salariali siano fondamentali per ridurre le disuguaglianze, per un equo godimento dei frutti offerti dall’innovazione, dal progresso», ricorda il presidente. Al contrario, bassi salari «incidono anche sul preoccupante calo demografico, perché i giovani incontrano difficoltà a progettare con solidità il proprio futuro. Resta, inoltre, alto il numero di giovani, con preparazione anche di alta qualificazione, spinti all’emigrazione. Questi fenomeni impoveriscono il nostro “capitale umano”».

NON È LA PRIMA VOLTA che Mattarella mette l’accento sul tema dei bassi salari: lo aveva fatto anche nell’ultimo discorso di Capodanno. Il monito di ieri è stato particolarmente forte. Anche su un altro dei problemi che non si stanca di segnalare. «Quella delle morti del lavoro è una piaga che non accenna ad arrestarsi e che ha già mietuto, in questi primi mesi, centinaia di vite, con altrettante famiglie consegnate alla disperazione». «Non sono tollerabili né indifferenza né rassegnazione». «È evidente che l’impegno per la sicurezza nel lavoro richiede di essere rafforzato». dice. «Riguarda le istituzioni, lo ha annunziato la presidente del Consiglio», ma anche le imprese e i lavoratori. «Ringrazio Cgil, Cisl e Uil per aver scelto la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro come tema di un Primo maggio unitario».

MATTARELLA RICORDA ANCHE le condizioni dei lavoratori immigrati. «A sopperire al calo demografico non bastano le migrazioni dall’estero, tanto che permane la circostanza che un lavoratore su due tra quelli cercati dalle imprese» è di «difficile reperibilità». I migranti poi percepiscono salari «inferiori di un quarto» rispetto agli italiani che svolgono le stesse mansioni. Quando non sono vittime di «fenomeni scandalosi come il caporalato» che «va contrastato con fermezza».

Cita ancora una volta Papa Francesco: «Non venga mai meno il principio di umanità come cardine del nostro agire quotidiano», le parole nell’ultimo messaggio di Pasqua. «Il lavoro non può separarsi mai dall’idea di persona, dalla unicità e dignità irriducibile di ogni donna e di ogni uomo. Nessuno deve sentirsi scartato o escluso», insiste il Capo dello Stato. Che ricorda come il lavoro sia una «radice di libertà» che «ha animato la nostra democrazia, ha prodotto eguaglianza e, dunque, coesione sociale. Il lavoro richiama e sollecita la corresponsabilità, la solidarietà. È stato il vettore più potente di giustizia, di mobilità sociale, di costruzione del welfare».

IL PRESIDENTE LANCIA anche un invito a

irrobustire il dialogo tra le parti sociali. «Il confronto, anche favorito dalle istituzioni, è stato nella nostra storia – con intese dal valore epocale – un volano di progresso civile, sociale, economico. Il dialogo tra imprese e sindacati ha molti ambiti in cui può svilupparsi. Conviene sempre investire nel dialogo, aiuta a raggiungere mete di progresso, come è stato con l’invenzione, nel secolo scorso, dello Stato sociale. È questo un tema fondamentale dell’agenda pubblica». ù

Tra i rischi, cita ancora una volta i dazi Usa, «antica forma di prove di forza, che possono ostacolare il diritto all’accesso alle cure, alla salute, per ogni popolo del mondo, specialmente i più poveri e fragili». Dazi che «producono effetti negativi sull’economia globale». Lo dice visitando un’azienda che esporta all’80% negli Usa.

LE PAROLE DELL’INQUILINO del Quirinale scatenano la reazione delle opposizioni: «Il presidente ha detto parole fondamentali sulla situazione salariale di questo Paese: ci concentriamo sul lavoro, sul lavoro dignitoso, sulle retribuzioni giuste, sul salario minimo che è una battaglia che portiamo avanti insieme a tutte le altre opposizioni», dice Elly Schlein.

«Non bastano misure necessarie ma insufficienti come il taglio del cuneo fiscale se non si mettono in campo serie politiche salariali. Il salario minimo deve tornare al centro del confronto politico». «I nostri salari sono sempre più bassi, lo denuncia anche il presidente Mattarella, mentre il governo si disinteressa e aumenta gli stipendi solo ai ministri, non vuole il salario minimo e ha a cuore solo il piano di riarmo», le fa eco Giuseppe Conte. «Il Capo dello Stato si rende conto della realtà in cui vivono, e delle difficoltà sociali e dei disagi sempre più pesanti. Gliene diamo atto e li siamo riconoscenti», spiega Nicola Fratoianni. «Lo stesso non si può dire di coloro che attualmente occupano Palazzo Chigi».