Israele/Palestina In tre settimane l’esercito d’occupazione ha commesso massacri su massacri. Onu: «Israele ha armato il cibo e bloccato gli aiuti»
Palestinesi con i pacchi alimentari della Ghf in uno dei centri della fondazione statunitense a Rafah – Ap
Un bimbo sotto il sole di Gaza prova a rimettere sulle zampe il suo asino riverso a terra, stremato. Lo spinge con tutta la forza che ha, prova a tirare la corda che ha al collo, lo scuote dal muso. «Non sta bene – dice il bambino – Vorrei dargli qualcosa da mangiare ma non c’è niente». Il nuovo rapporto delle Nazioni unite prevede che l’intera popolazione di Gaza affronterà una insicurezza alimentare acuta, pari al livello di Crisi (terza delle cinque fasi di classificazione) o superiore. Secondo l’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) e il Programma alimentare mondiale (Wfp), la probabilità di carestia a Gaza sta crescendo a causa delle operazioni militari israeliane, che ostacolano non solo l’ingresso del cibo ma ogni tipo di assistenza umanitaria.
L’ONU PREVEDE che 470mila persone affronteranno la Catastrofe (il quinto e più grave livello di insicurezza alimentare) entro settembre. Significa una totale mancanza di accesso al cibo e ad altri bisogni primari. I mezzi e i metodi di guerra d’Israele «stanno infliggendo sofferenze orribili e inaccettabili ai palestinesi di Gaza», ha dichiarato ieri l’Alto commissario delle Nazioni unite per i diritti umani, Volker Turk. «Israele ha armato il cibo e bloccato gli aiuti salvavita», ha aggiunto, chiedendo indagini indipendenti sulle stragi degli affamati e condannando la «retorica inquietante e disumanizzante degli alti funzionari del governo israeliano che ricorda il più grave dei crimini».
La militarizzazione della fame da parte della fondazione israelo-americana che gestisce gli aiuti continua a fare vittime. Almeno venti persone sono state uccise ieri mattina mentre provavano a raggiungere i siti di distribuzione della Gaza Humanitarian Foundation a Rafah. Altre duecento sono state ferite dai colpi dell’esercito israeliano e trasportate presso gli ospedali da campo.
IN VENTIQUATTR’ORE 38 persone alla ricerca disperata di cibo sono state ammazzate. Il progetto dichiarato dalla Ghf è deragliato lo stesso giorno in cui ha cominciato le sue operazioni. Secondo le dichiarazioni iniziali, gli ex militari e i consulenti d’oro che la gestiscono avrebbero convocato una persona per ogni famiglia di Gaza a orari precisi, perché si presentasse a ritirare il suo pacco contenente pasti per una settimana. Ma il cibo che distribuiscono è assolutamente insufficiente a sfamare la popolazione, il meccanismo a chiamata non ha mai funzionato e quindi migliaia e migliaia di palestinesi si recano ogni giorno fuori dai cancelli, nella speranza di essere tra i pochi fortunati che riescono a portare a casa qualcosa. Secondo le autorità di Gaza e i numeri degli ospedali, da quando la Ghf ha iniziato le sue operazioni almeno 238 persone sono state uccise dall’esercito israeliano nei pressi dei siti di distribuzione. Quasi tremila i feriti.
Ma il numero delle vittime a Gaza è molto più alto se si contano anche i morti causati dai bombardamenti. Nell’ultimo periodo gli attacchi di Tel Aviv sono addirittura aumentati, approfittando anche del clamore internazionale che ha suscitato la guerra con l’Iran.
«Le tragedie continuano senza sosta mentre l’attenzione si sposta altrove – ha dichiarato ieri il capo dell’Unrwa Philippe Lazzarini – Decine di persone sono state uccise e ferite negli ultimi giorni, tra cui persone affamate che cercavano di procurarsi del cibo da un sistema di distribuzione letale».
LE NAVI DA GUERRA prendono quotidianamente di mira la costa di Gaza. Ieri due pescatori sono stati uccisi quando la marina ha aperto il fuoco su una barca. Un terzo pescatore risulta disperso in mare. Diversi morti e feriti, tra cui bambini, sono stati riportati ad al-Zawayda, dove i missili hanno colpito un’area popolata.I bombardamenti si sono concentrati al centro e al sud di Gaza, mentre continua l’esodo dei palestinesi che si trovano nell’area dell’ospedale Nasser di Khan Younis, tutta sotto ordine di evacuazione.
IN TUTTO SONO circa 50 i palestinesi uccisi ieri. Il comitato internazionale della Croce rossa si è detto allarmato per il continuo deterioramento del sistema sanitario di Gaza, dichiarando che «da oltre venti mesi i civili continuano a pagare il prezzo più alto in questo conflitto». Dopo giorni di blackout delle trasmissioni, l’Autorità di regolamentazione delle telecomunicazioni (Tra) ha fatto sapere di aver parzialmente ripristinato i servizi nell’area meridionale e centrale della Striscia. Mentre dal nord continuano ad arrivare pochissime notizie.
LA TRA HA DENUNCIATO i «deliberati attacchi israeliani contro internet e le infrastrutture di telecomunicazioni» come una grave violazione delle leggi internazionali e umanitarie, soprattutto in una condizione di guerra in cui tali servizi potrebbero essere vitali per la popolazione.