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Va bene, parliamo di astensionismo.

A volte mi domando quale dei due sia il problema, l'astensionismo o il disagio sociale sempre più accentuato e sempre più profondo che si vive nei territori.

Il problema sembra intercambiabile, bisogna riportare la gente a votare perché qualche partito si possa intestare questo risultato, oppure bisogna cambiare le cose perché le persone abbiano voglia di partecipare e sentano che vale la pena di partire da casa e arrivare fino al seggio?

E' da tempo che me lo chiedo.

Da oltre 50 anni ad ogni tornata elettorale mi reco a votare perché ho sempre pensato che fosse un dovere ed un diritto.

In particolare, come donna, ritengo che dopo tutte le lotte che le donne hanno fatto per conquistare il diritto al voto, non recarmi al seggio sembra quasi un tradimento verso le compagne che hanno lottato e si sono sacrificate per questa conquista.

Devo ammettere però che col tempo sembra sempre più divenuto un rito che poi non trova riscontri nella vita di tutti i giorni.

I rapporti con le istituzioni sono sempre più distaccati, quando fai presente i bisogni le risposte sono sfuggenti, poco argomentate, ne chiare ne trasparenti, non c'è empatia nei rapporti fra gli interlocutori ma una forte sensazione di sfiducia reciproca che scava fossati sempre più larghi.

Sembra, che invece di parlare con l'istituzione dal volto umano, quella che dovrebbe essere dalla tua parte per accompagnarti alla possibile soluzione di un bisogno, accade di trovarti davanti uno sguardo ostile e arroccato sulla difensiva.

 

Ma quello che più di tutto influisce su questo clima è la rassegnazione, la mancanza di uno scatto di dignità da parte della cittadinanza, che fa si che chi detiene il potere continui indisturbato per la sua strada trattando i propri cittadini semplicemente come sudditi.

Dove sta il controllo?

Prima con il proprio comune, poi con tutte le altre istituzioni a tutti i livelli?

E quindi viene prima l'uovo o la gallina?

Vengono prima le persone, la loro vita, spesso difficile e sofferente.

Rimettere al centro la persona, forse, riporterà la gente al voto, forse, perchèé sarà un lavoro duro, lungo e molto molto difficile.

Per il momento non parliamo di elettori, quando le persone ritorneranno al centro della vita pubblica come cittadini, forse ridiverranno anche elettori.