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L'imminente tornata elettorale per l'elezione del Sindaco e del Consiglio comunale di Faenza finora ha suscitato un dibattito in sordina. Ogni qual volta è venuto alla ribalta un tema che poteva causare dei rischi per la tenuta della Giunta, Giovani Malpezzi ha manifestato una certa abilità di manovra, riuscendo a dribblarlo.
Così è stato per le tesi revisioniste da lui sostenute nel corso delle commemorazioni ufficiali della Resistenza antifascista, nei primi due anni del suo mandato. La sostanziale equiparazione tra i Partigiani ed i combattenti della RSI, riuniti sotto l'ampio mantello della “buona fede”, fu accolta, a Sinistra, con stupore ed amarezza.
La “vexata quaestio” del piano del traffico si è gradualmente sgonfiata, soprattutto per l'ottusità dei suoi oppositori, tutti tesi a difendere il traffico automobilistico sempre ed ovunque, in un centro storico che rischiava il collasso. Il piano ha raggiunto buona parte dei suoi obiettivi: il traffico nel centro si parzialmente è ridotto; si può, e si deve, ora ragionare del raggiungimento di obiettivi più ambiziosi, come l'ampliamento dell'isola pedonale e l'aumento degli autobus elettrici.
Su questo punto Malpezzi è stato indubbiamente aiutato dal tempo a sua disposizione: la scadenza elettorale

era ancora lontana quando il piano del traffico fu attuato.
Il conferimento delle azioni di Hera possedute dal Comune di Faenza in “Ravenna Holding” ha in pratica sancito la subordinazione delle iniziative della Giunta Faentina alle politiche aziendali della multiutility. Un interessante elemento di studio potrebbe essere questo: quanto del conclamato risanamento del bilancio comunale è consistito nello scaricare su Hera parte dei debiti del nostro Comune? Infatti, se Hera paga un sostanzioso dividendo al Comune, ma contemporaneamente aumenta il suo indebitamento (come è documentato), nasce qualche sospetto.
Ma se osserviamo altri elementi del dibattito odierno, non si può negare che il “metodo Malpezzi” (cioè: basta aspettare, tutto si sgonfia) continui a funzionare. D'altronde egli ha ben colto una delle caratteristiche del dibattito pubblico faentino che non è certo nuova.
E', apparentemente, incredibile come il Sindaco abbia superato la tempesta dell'ordine del giorno sulla “famiglia naturale”, cui il nostro sito ha dedicato ampio spazio: ciò dimostra i gravi limiti del dibattito interno al PD faentino.
Più di recente, si sta cercando di adottare lo stesso metodo nei confronti del progetto “Enomondo”: il comunicato della Giunta è un vero testo base dell'ipocrisia politica, in parte piuttosto divertente (si veda la richiesta di smentita rivolta all'Azienda).
Si dovrebbe poi esaminare ciò che non è stato fatto in questi cinque anni, in particolare quella che a noi pare la mancanza di progetto sul futuro della città, sia per quanto riguarda lo sviluppo dei servizi ai cittadini (Sanitari, assistenziali, culturali ed educativi), sia per le prospettive degli investimenti dell'occupazione, tema che merita ovviamente una riflessione a se stante.
Occorre però notare che un altro elemento importante dell'attuale assetto politico faentino è rappresentato dai limiti gravissimi dell'opposizione.
Il comportamento della Destra è, da più di 20 anni, uno dei principali motivi (non certo l'unico) del consenso del centro-sinistra faentino. Nonostante l'ampia disponibilità di sostegno che essa trova nei mezzi di informazione (almeno due quotidiani e un sito internet molto seguito), non è mai riuscita a produrre alcuna proposta credibile, preferendo presentare agli elettori lo spettacolo dei suoi continui contorcimenti e litigi interni. Non c'è da meravigliarsi se anche l'elettorato cattolico moderato ha preferito condizionare il centro-sinistra, con notevoli risultati: Malpezzi è già il secondo sindaco di area cattolica, dai tempi dell'Ulivo.
La lista “Fatti sentire”, di emanazione del Movimento 5 stelle, ha attualmente una rappresentanza limitata (due consiglieri), poiché le precedenti elezioni comunali ebbero luogo prima dell'ondata grillina. I suoi rappresentanti hanno esercitato un'interessante funzione di controllo della maggioranza, con i loro interventi in Consiglio ed i comunicati alla stampa, ma hanno inciso limitatamente nell'attività amministrativa. Andrebbe esaminata la possibilità di aumento dei consensi di questa componente.
Il peso delle liste di opposizione sarà comunque limitato dalla riduzione dei consiglieri da 30 a 24 operata da una recente riforma legislativa; alla maggioranza sarà sempre assegnato almeno il 60% dei consiglieri, cioè, dalle prossime elezioni, 14.
E veniamo infine ad uno degli elementi del quadro politico che a noi interessa di più, cioè la presenza della Sinistra. Come è noto, la presentazione di due liste contrapposte (Sinistra per Faenza in maggioranza, Federazione della Sinistra all'opposizione con un proprio candidato Sindaco) portò inevitabilmente al disastro elettorale. Il patrimonio di consensi raccolto negli anni precedenti da Rifondazione Comunista e dai Verdi (in totale circa 3000 voti) andò disperso e fu in parte raccolto da “Fatti sentire”. I consensi della Lista Tsipras alle elezioni europee hanno dimostrato la possibilità di riunire in una lista unitaria parte di quegli elettori; essi però non sarebbero sufficienti ad eleggere un consigliere.
Ci sembrerebbe importante aprire un dibattito in quest' area, per farne emergere le proposte verificando così se sia possibile superare i recenti dissensi al suo interno