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Il combinato disposto del colpo di mano di Renzi e dei comportamenti dei dirigenti di questa classe politica, ai vari livelli e collocazioni, ci ha portato a Draghi “salvatore della patria”.

Naturalmente, “il merito” non è solo di Renzi, dietro di lui si sono mossi molti e diversi interessi, alcuni più forti, altri semplicemente vassalli (pensiamo ai tanti commentatori, non solo schierati apertamente a destra, che attaccavano il governo Conte, incluso diverse posizioni dentro il PD).

Ma oggi siamo qui e credo sarebbe utile, per chi continua (con + o – entusiasmo e attivismo) a ritenersi nel campo delle sinistre, provare a ragionare su cosa sarebbe necessario - e si potrebbe - fare ora.

Intendo non solo limitarci a prendere posizione se era giusto o no dare, da sinistra, la fiducia a Draghi in Parlamento.

Non voglio passare per cerchiobottista, ma credo che nella situazione data, ci fossero ragioni per stare dentro questa strana compagine di governo, così come sarebbe necessario che qualcuno presidiasse una opposizione di sinistra, per non lasciare questo necessario spazio solo alla destra e alla Meloni.

Per quello che conterà - e questo lo vedremo - queste due cose sono già successe: quasi tutta LEU sostiene il Governo e il buon ministro Speranza; mentre Sinistra Italiana e una parte dei 5 Stelle (di cui vedremo l'evoluzione complessiva) saranno all'opposizione.

Mi pare ci siano due questioni sulle quali quasi tutti gli interventi (su questo sito e su il manifesto) convengono: vedere le scelte concrete che il nuovo governo farà; la preoccupazione per la frammentazione e la (scarsa) incidenza della sinistra.

Vorrei sommariamente provare a tenere insieme le due cose.

Io penso che questo governo, al di là dello stile e della sobrietà che gli può essere riconosciuta, si collocherà più a destra del precedente, ma su alcune questioni potrebbe aprire qualche spazio e tenere a bada gli istinti peggiori delle componenti peggiori (Salvini, Berlusconi, Renzi...) ma questo può dipendere unicamente da una pressione (e da una opposizione) di merito che sarebbe necessario si sviluppasse nel paese, ancor prima che in Parlamento.

Provo a spiegarmi meglio: qualcuno ha giudicato un “endorsement un po' precipitoso” la dichiarazione di Landini su Draghi, può essere, ma va ricordato che il sindacato, e la Cgil, possono permettersi di fare una apertura di credito, sostenendo che serve il blocco dei licenziamenti, ammortizzatori sociali, sviluppo sostenibile, contrasto alle emissioni inquinanti e alla crisi climatica ...e che per farlo c'è bisogno del consenso e del coinvolgimento del mondo del lavoro e della società civile ..., dicendo implicitamente che se non ci fossero queste condizioni il sindacato potrebbe mobilitarsi contro.

Credo che il riferimento alla società civile non sia casuale (Landini aveva lanciato a suo tempo l'idea di una Coalizione sociale) e che questa possa essere una indicazione anche per i vari pezzi delle sinistre politiche, dell'associazionismo sociale e ambientale, anche verificando le possibili convergenze con quelle parti del M5S che sono oggettivamente su posizioni progressiste.

Il problema non è cominciare col tentare una (ennesima) aggregazione che si proclama soggetto politico della sinistra (che naturalmente sarebbe necessario), ma piuttosto sviluppare e coordinare tutte le azioni politiche e sociali che vanno nella direzione di un'altra idea di sviluppo sociale e ambientale (perché credo sia proprio l'idea del modello di sviluppo l'obiettivo di chi, in questo secolo, immagina un superamento del neoliberismo).

Partiamo da una questione di attualità: la Transizione Ecologica, su cui si è fatto addirittura un ministero, anche su richiesta specifica di Grillo e del M5S.

Il fatto che il titolo sia messo all'ordine del giorno è importante, l'indicazione delle persone a cui vengono affidate le responsabilità, a partire dal Ministro Cingolani, non necessariamente è la migliore. Ma il problema sarà vedere le politiche concrete che verranno messe in campo e su queste è possibile esercitare “una pressione”, sia a livello politico e parlamentare, che a livello sociale e territoriale. Teniamo presente che per mettere in moto un vero processo di transizione non servono solo strategie e politiche generali, queste devono essere declinate, ma anche implementate, ai diversi livelli settoriali e territoriali. In particolare su questi livelli può incidere la dimensione locale e territoriale dell'iniziativa politica e sociale.

Sugli stessi argomenti, è certamente interessante che durante la replica in Senato Draghi abbia ventilato un possibile inserimento in Costituzione dei concetti di ambiente e sviluppo sostenibile, naturalmente la questione non può ridursi solo a un annuncio formale.

Ancora più urgente invece sarebbe una precisa mobilitazione, con tutte le forze disponibili, su alcune questioni, per esempio: una legge elettorale proporzionale che permetta di scegliere i candidati; la richiesta di accantonare le ipotesi di autonomia differenziata da parte di alcune regioni; sostenere l’acquisizione della cittadinanza italiana da parte di ragazze e ragazzi nati e/o cresciuti in Italia; chiedere che i diritti di proprietà intellettuale, compresi i brevetti delle case farmaceutiche non impediscono l'accesso ai vaccini per tutti; ecc...

Alcune di queste battaglie potrebbero essere vincenti, altre magari no, ma tutto questo può contribuire a coalizzare un fronte progressista che possa essere in campo contro la destra, quando questa fase di emergenza sarà finita.

Vittorio Bardi