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Ponte sullo Stretto, nel DEF compare un finanziamento. Legambiente: inammissibile

Mai opera fu così infinita (ancor prima di cominciare): parliamo del Ponte sullo Stretto di Messina che continua a far discutere per i soldi pubblici che vengono destinati alla società creata nel lontano 1981. Nel collegato al DEF del Governo Renzi spunta un finanziamento di oltre un miliardo di euro alla società Stretto di Messina Spa. Legambiente: “Finanziamento assurdo e inammissibile. Ora chiudere la società e destinare i soldi ad

opere realmente necessarie per il Paese”.

Tante sarebbero le opere necessarie all’Italia. Secondo Legambiente, infatti, si potrebbe finalmente realizzare il prolungamento della metro di Torino, oppure mettere mano alla necessaria messa in sicurezza del Secchia e Panaro nel modenese, oppure fare la chiusura dell’anello ferroviario di Roma, o il terminal degli autobus a Campobasso o anche impianti per il trattamento dei rifiuti organici in Campania. Con un miliardo e trecentomila euro qualcosa di veramente utile per il Paese si può fare, soprattutto in tema di mobilità e cura del ferro per recuperare il tremendo ritardo infrastrutturale del nostro Paese.

Non c’è che l’imbarazzo della scelta – ha dichiarato il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – Se ci sono tanti soldi disponibili, possiamo dare una mano a trovare le opere necessarie da realizzare. L’Italia ha bisogno di sbloccare tante opere ma certo non il ponte sullo Stretto. E non si capisce a quale titolo il governo abbia deciso, ora, di finanziare ancora la società Stretto di Messina con una tale cifra. Per pagare le ingiuste penali inflitte dalle società? Per consentire un nuovo riavvio dell’opera? per garantire comunque a Impregilo un “risarcimento morale” per aver dovuto rinunciare all’opera? Ad ora non è dato sapere ma sicuramente ciò non ha giustificazioni valide.Non si capisce come sia possibile, in un momento economicamente difficile e faticoso come questo, poter sborsare oltre un miliardo di euro per qualcosa che non ha senso. Chiediamo al governo di fare chiarezza subito e di chiudere senza indugi la società responsabile dei lavori per il Ponte, già ampiamente finanziata e sovvenzionata con le tasse dei cittadini”.

I deputati di Sel che hanno scoperto il finanziamento nelle tabelle di aggiornamento del Programma infrastrutture strategiche del Documento di Economia e finanza sperano che si tratti di un “grossolano errore”. Ricordiamo, per onor di cronaca, che la realizzazione del Ponte è stata sospesa dal Governo Monti nel 2012.

Gli esponenti di Green Italia Francesco Ferrante e Anna Donati precisano: “Quello sul Ponte sullo Stretto non è un nuovo finanziamento, perché i fondi iscritti nel Def sono gli stessi che girano ormai da 5 anni, ma è intollerabile che in merito ad un progetto morto e sepolto, affidato ad un commissario liquidatore, si possa ancora discutere di un miliardo e trecento milioni di euro. Che l’inserimento nel Def sia dovuto ad una svista o all’intervento di qualche longa manus poco importa, piuttosto il Governo chiuda per sempre la società responsabile dei lavori per il Ponte che ha drenato per decenni soldi pubblici, e si dirottino i 1300 milioni sule opere infrastrutturali e di messa in sicurezza del territorio che realmente servono al Paese”.

Per anni – continuano gli esponenti ecologisti – i fautori del Ponte hanno raccontato la frottola dell’opera che non sarebbe costata nulla alla collettività, mentre un progetto fantasma ancora oggi potrebbe inghiottire più di un miliardo di euro, una cifra mostruosa , specie in tempi di spending review. Si metta fine una volta per tutte agli appetiti delle imprese che vogliono soldi dallo Stato, e si rottami un progetto che sarà ricordato solo come uno degli ultimi fallimenti dell’era berlusconiana”.