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Stralci di un interessante articolo di Mario Agostinelli sulla rivista Inchiesta di Novembre

...la geopolitica deve far i conti con la sfida per la sopravvivenza della biosfera. Un mondo vivente ... minacciato dal cambiamento climatico e dall’impossibilità di reintegrare nei cicli naturali la materia messa a merce...non solo le fonti fossili sono in via di esaurimento, ma le loro emissioni provocano un insopportabile innalzamento della temperatura globale. La lotta per l’accaparramento delle risorse, da sempre risolta attraverso conflitti militari e “accordi” asimmetrici dovuti alla disparità economica dei contraenti, si deve misurare oggi con la responsabilità di assicurare salute, riproduzione e garanzia di conservazione della specie...in questa fase di transizione la partita si gioca tra l’estrazione di fossili non convenzionali (da scisto (“shale ) in particolare) e la diffusione capillare di impianti alimentati da fonti naturali.
...Come si fa a pensare che la questione ucraina possa spacciarsi per una adesione alla “democratica” Unione Europea contro il ritorno del “dispotico” impero russo? Chiedetelo a Schroeder,

che da cancelliere socialdemocratico della Germania è passato a amministratore di Gazprom senza rimorso alcuno!
La rivoluzione Shale è sopravvalutata e potrebbe nel medio periodo rivelarsi strategicamente non risolutiva, dato che i vincoli climatici e finanziari di lungo periodo... Le regole del mercato energetico - ed elettrico in particolare - andrebbero rapidamente cambiate con l’obiettivo di produrre sempre più elettricità consumando sempre meno risorse naturali, emettendo sempre meno anidride carbonica ed altri inquinanti...
E’ un discorso che in Italia, in una paradossale insicurezza energetica, dovrebbe rappresentare il nerbo di una politica industriale per sfruttare al massimo le proprie risorse naturali rinnovabili in un orizzonte che unisca lavoro, ambiente, clima e politica estera...Non sembra che la classe dirigente mondiale - e italiana in particolare - sia all’altezza di una simile sfida. Basta ricordare che un esperto stimato come Alberto Clò, in una intervista ad un quotidiano nazionale, accusa l’Europa di “aver inseguito le farfalle delle rinnovabili”, ...
Un po’ il contrario di quanto abbiamo provato qui a sostenere e documentare. Ma tant’è, perché se l’obiettivo della politica energetica è quello di “spingere Teheran e Mosca a più miti consigli”, allora le grandi questioni dell’uguaglianza sociale e climatica, dell’accesso non dissipativo alle risorse naturali, del diritto alla pace come premessa ad una vita dignitosa, della democrazia come risorsa e potere di decisione saranno sempre fuori portata.

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