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La Fisac chiude la porta al ministro Salvini. Per Esposito "parlare dell'ennesimo condono rappresenta un insulto a chi le tasse le paga"

La discussione sulla proposta di una nuova pace fiscale è irricevibile. L’evasione è illegale. Va solo applicata la Costituzione, per la quale ‘tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva’, cioè tutti hanno il dovere di pagare le tasse”. Ad affermarlo è la segretaria generale della Fisac Cgil, Susy Esposito, che aggiunge: “Parlare dell’ennesimo condono rappresenta un insulto a chi le tasse le paga, tutte, onestamente, ogni mese, ovvero sempre gli stessi: lavoratrici e lavoratori dipendenti, pensionate e pensionati. In generale i contribuenti onesti che sostengono il Bilancio dello Stato e consentono l’intervento pubblico in economia, il welfare e i servizi pubblici, di cui tutti beneficiano”.

“Più evadono e più paghiamo - osserva la dirigente sindacale -. Meno entrate nelle casse dello Stato generano, nella migliore delle ipotesi, un aumento della pressione fiscale su chi paga le imposte regolarmente, nella peggiore, un taglio anche della sanità, dell’istruzione, delle prestazioni sociali, ma anche dell’occupazione pubblica, degli investimenti, del perimetro pubblico. Solo negli ultimi trent’anni si contano almeno una dozzina di misure, a vario titolo, di ‘condono’. Inoltre, se il governo sceglie di creare continue aspettative di condono e pace fiscale, tutti i soggetti che devono versare le imposte saranno indotti a non farlo per vedersi ‘perdonare’ l’evasione e l’elusione fiscale e contributiva che hanno realizzato, in attesa di nuovi provvedimenti”.

Inoltre, prosegue Esposito, “l’evasione fiscale continua a superare i 100 miliardi di euro ogni anno, ma si fa sempre troppa fatica a recuperare risorse per varare provvedimenti di riduzione del carico fiscale su lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, anche quando recessione o inflazione ne richiederebbero l’immediata introduzione. Basti pensare alla decontribuzione sui redditi bassi, misura ad oggi temporanea. Per i comparti del credito, delle assicurazioni e della finanza, basti citare l’innalzamento della soglia di esenzione sui fringe benefit, come i mutui e i prestiti agevolati, misura ad oggi temporanea e, per di più, condizionata alla presenza di figli come carichi familiari”.

Come Fisac Cgil, poi, aggiunge la segretaria generale, “ricordiamo la centralità della riscossione, pilastro fondamentale per accertare e recuperare il gettito evaso e con esso i crediti fiscali. Eppure, le misure previste sin qui dai vari governi e, in particolare, la riorganizzazione descritta nel disegno di legge delega di riforma fiscale, prevedono di indebolire e superare l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, quando invece andrebbero garantita la salvaguardia dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori del settore, della disciplina privatistica dei rapporti di lavoro, sia sotto il profilo giuridico che economico e previdenziale, nonché rafforzata la struttura organizzativa dell’Ente attraverso un’implementazione degli organici e una maggiore valorizzazione delle professionalità esistenti, specifiche e non sostituibili, proprio per rendere l’azione della riscossione più efficace e tempestiva”, conclude Esposito.