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Introduzione
Il biomonitoraggio prevede la presenza di un organismo vivente che abbia caratteristiche di ubiquitarietà nei vari comparti ambientali (acqua, terreno, aria, ecc.), sensibilità verso i contaminanti (o almeno alcuni) e che reagisca in maniera diretta o indiretta alla loro presenza. Le api da tempo si sono dimostrate un eccellente bioindicatore per valutare la salute del territorio intercettando i contaminanti presenti. In questo progetto la ricerca era indirizzata al rilevamento dei pesticidi ed dei metalli pesanti nel centro cittadino di Faenza.

Il protocollo di campo prevede la valutazione dello stato di salute dei due alveari che compongono la postazione, compito questo svolto dall’apicoltore esperto, con il controllo della mortalità tramite le gabbie underbasket che, collocate davanti all’ingresso degli alveari raccolgono le api morte che arrivano moribonde presso l’arnia o che vengono espulse dagli alveari.

Il numero di api morte è conteggiato ogni settimana e quando la somma dei due alveari  supera la soglia di 250, le api vengono raccolte per essere analizzate in laboratorio.

Oltre a questo controllo settimanale, si effettuano due prelievi, uno in estate ed uno in autunno, di due matrici: le api bottinatrici, cioè le api che si muovono nel territorio per la raccolta di nettare, polline, propoli ed acqua; e il miele, ma non il miele che conosciamo e consumiamo, bensì il miele giovane, ossia il nettare da poco importato nell’alveare e che ancora non ha le caratteristiche del miele maturo; è distinguibile in fase di raccolta perché si presenta molto liquido, non essendo stata fatta evaporare buona parte dell’acqua che lo compone.

Il progetto Api e Orti Urbani, ossia il progetto al quale aderiamo noi di Faenza del progetto Bee Kind e all’interno del quale si volge l’attività di monitoraggio ambientale, è coordinato da CONAPI, la più grande cooperativa di apicoltori in Italia, ed è attivo dal 2017; inizialmente erano coinvolte le città di Milano, Bologna e Potenza alle quali si sono aggiunte Torino nel 2018, Bari nel 2019 in sostituzione di Potenza, Roma nel 2020 e nel 2022 Faenza.

L’analisi GIS del territorio cittadino nel raggio di tre chilometri intorno alla postazione di Faenza, ha rilevato che,  rispetto alle altre città, la tipologia è prevalentemente agricola.

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Conclusioni
Pesticidi
I livelli critici di mortalità delle api sono stati superati a Bologna nel 2018, a Bari e Milano nel 2019 ed a Faenza nel 2022 e nel 2023. Nei due casi del 2019 di Milano e Bari, l’analisi chimica eseguita sui campioni di api morte ha rilevato residui di glifosate, mentre nell’ultimo episodio registrato a Faenza nel 2023 sono stati riscontrati residui di permetrina, acetamiprid e DEET.

Nei campioni di routine di api “bottinatrici” e di miele “giovane” eseguiti in sette anni, le analisi hanno messo in evidenza la presenza di glifosate a Milano nel 2017, a Bologna nel 2018, a Torino, Milano, Bologna e Bari nel 2019, e a Torino, Milano e Bologna nel 2022.

Nel 2023, nei campioni di Milano, Bologna, Faenza, Roma e Bari, oltre al glifosate si sono aggiunte altre molecole, come lo spirotetramat, la cipermetrina, il fipronil, l’amitraz e il piperonil butossido.

Metalli pesanti
Complessivamente, nei sette anni del progetto, le percentuali di metalli pesanti con valori inferiori alla soglia di riferimento e quelli che la superavano, sono risultate ambedue attorno al 34%. Circa il 31% sono stati i valori intermedi.

Nel 2020, come già anticipato, a causa delle limitazioni delle attività antropiche per la pandemia, in tutte le città è stata rilevata la più bassa percentuale di alti valori dei metalli pesanti (14,5% di valori anomali contro il 53,6% del 2019 e il 45,8% del 2022).

I metalli pesanti maggiormente riscontrati nel settennato sono stati: rame, piombo, cromo, ferro e nichel.