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FAENZA RIPARTE
PIU’ APERTA, PIU’ VERDE, PIU’ GIUSTA

Non si può risolvere un problema con lo stesso tipo di pensiero usato per crearlo.

Dopo la pandemia globale (2020/22) e dopo le due alluvioni locali (maggio 2023) siamo illusi che la politica potesse rivedere i paradigmi esistenti, mettersi in ascolto dei cittadini, discutere, proporre soluzioni innovative, cercare altre strade.

E invece s’insite a interpretare la complessità della società offrendo sempre le medesime fallimentari proposte: guerra, mercato senza regole, inazione di fronte alla crisi ecologica, sfruttamento del lavoro, repressione del pluralismo culturale.

In Italia, la vittoria delle destre ha rafforzato le scelte identitarie; ha approfondito le disparità socio-economiche; ha ulteriormente messo sotto attacco tutta la sfera pubblica (a volte fisicamente: lo scandaloso comportamento delle forze dell’ordine contro gli studenti di Pisa è più di un campanello d’allarme): la sanità, la scuola, le protezioni sociali, la cultura. Se a ciò aggiungiamo l’allentamento dei vincoli di solidarietà, l’emergere di un diffuso rancore e di una violenza privata cieca e assassina (in particolare contro le donne), la squalifica dei doveri di cittadinanza (tra tutti: un regime fiscale equo e progressivo) e le proposte per scardinare il sistema della rappresentanza parlamentare, beh, allora non si può pensare di essere in una fase come le altre.

Siamo in una profonda crisi, accentuata dalla scomparsa quasi totale dei corpi sociali intermedi o dalla loro involuzione. Rappresentanze di categoria, sindacati, partiti, RSU, consigli di quartiere, associazionismo laico e cattolico hanno nutrito e sorretto la nostra democrazia fino a poco tempo fa, ma il loro declino - lo sfarinarsi in alcuni casi, la deriva burocratica in altri e in generale un’autoreferenzialità che li ha allontanati dalle dinamiche e dai bisogni più profondi della società - è sotto gli occhi di tutti.

In Emilia Romagna e a Faenza in particolare, la lista di Coraggiosa aveva lanciato una segnale in controtendenza, promuovendo ascolto, partecipazione, protagonismo pubblico. Ma è stato un fuoco di paglia e nemmeno Coraggiosa è riuscita ad evitare la deriva amministrativa - e forse non è un caso che la maggioranza degli eletti in coalizioni di governo (in Regione o nei singoli comuni) abbiano scelto di tornare nel PD scommettendo su una leader che possa favorire processi di trasformazione, ma di fatto dimostrandosi fedeli al pragmatismo governista che ha caratterizzato tutta la storia recente del PD.

Il fallimento di Coraggiosa, per quanto ci riguarda, non significa un ritorno astioso nel nostro privato. Sarà (è!) una fatica di Sisifo, ma non vogliamo rinunciare a costruire occasioni di ascolto, confronto, dialogo e proposta; non vogliamo rinunciare alla discussione pubblica, a porre domande – anche scomode -, a chiedere ragione di scelte e decisioni.

I primi promotori di questa nuova sfida sentono l’urgenza di ripensare le modalità dell’azione e dell’intervento pubblico, che sempre di più, anche con conseguenze devastanti, sono condizionati dalla velocità, dalla superficialità e dall’impalpabilità che contraddistinguono la politica fatta esclusivamente dentro e per la comunicazione nella rete e nei social networks. Noi ci e vi proponiamo di avere tempi più lunghi di riflessione, di ascoltare con attenzione, di decidere in molti e in molti agire di conseguenza.

Non vogliamo fare tutto: vogliamo fare bene ciò che scegliamo di fare.

In attesa che una prossima assemblea definisca con precisione gli intenti e le modalità organizzative di questo nuovo soggetto, proponiamo alla vostra riflessione alcuni punti emersi in piccoli incontri informali nell’ultimo mese.

a) Il nuovo soggetto dovrà avere un profilo civico, ma non ‘apolitico’: un civismo di sinistra che vedrà se e come relazionarsi con partiti della città e altre esperienze regionali che abbiano un’idea della politica simile alla nostra.

b) Di conseguenza, l’adesione al nuovo soggetto può avvenire solo a titolo individuale e ogni testa varrà un voto (affermazione tutt’altro che scontata, vista anche l’ultima esperienza di Coraggiosa, almeno a livello regionale).

c) Riattivare la partecipazione alla vita pubblica cittadina è obiettivo sovraordinato del nuovo soggetto.

d) Le principali aree di studio, proposta e intervento pubblico saranno: la questione ecologica (in particolare la tutela del territorio e la messa in sicurezza di persone e beni dopo le catastrofiche alluvioni del maggio 2023); i servizi sociali (tutela delle persone più fragili, strutture d’accoglienza, una città aperta e solidale); la questione energetica (uno sviluppo sostenibile alla prova delle decisioni dell’amministrazione); le infrastrutture.

e) Infine, poiché Coraggiosa-Faenza faceva parte dell’attuale maggioranza che governa la città e poiché molti tra i promotori di questo nuovo soggetto civico erano iscritti a Coraggiosa o l’hanno votata alle ultime elezioni comunali, proponiamo un percorso di verifica e aggiornamento programmatico con il Sindaco e la sua maggioranza, al termine del quale decidere e dichiarare la nostra posizione rispetto al governo della città.

Aprile 2024