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Stop di quattro ore nei settori privati. Esteso a otto in molte realtà. Cgil e Uil: “Lottiamo per zero morti sul lavoro, un fisco più giusto e per cambiare modello di sviluppo” 

MATTEO OI

 

È il giorno dello sciopero generale. Oggi, giovedì 11 aprile, le lavoratrici e i lavoratori si fermano per quattro ore in tutti i settori pubblici, per la protesta proclamata da Cgil e Uil. Una giornata che assume un sapore particolare, amaro e di lotta, dopo l’immane tragedia alla diga di Suviana: l’esplosione alla centrale idroelettrica Enel, che ha provocato tre morti accertati, quattro dispersi e molti ustionati. Già definita “la nuova Thyssenkrupp”.

Va da sè, purtroppo, che la mobilitazione per la sicurezza – motivo dello sciopero – acquista una forza diversa, in una situazione già prima segnata dalle morti sul lavoro. L’Emilia-Romagna ha portato lo sciopero ad otto ore. Così anche gli edili, che da giorni avevano annunciato l’allungamento all’intera giornata.

LAVORATORI ELETTRICI E DELL’ENEL, STOP DI 8 ORE

Lo sciopero diventa di otto ore anche per tutti i lavoratori del settore elettrico e dell’Enel, ovvero il settore coinvolto direttamente nella strage. Così Filctem Cgil e Uiltec Uil: “A seguito del gravissimo incidente accaduto ieri alla centrale elettrica della diga di Suviana, presso il comune di Camugnano, le segreterie nazionali di Filctem Cgil e Uiltec Uil proclamano otto ore di sciopero per la giornata dell’11 aprile e per tutti i lavoratori del gruppo Enel”.

In molti territori la Fiom decide per l’estensione a otto ore. Nello specifico, la Fiom nazionale e la Uilm “decidono di dare copertura nazionale alle strutture territoriali e alle rappresentanze dei lavoratori in caso di estensione da quattro a otto ore dello sciopero”. In particolare l’estensione a 8 ore è stato stabilito dalle Fiom e dalle Uilm regionali per tutte le province dell’Emilia-Romagna, della Lombardia, delle Marche (dove lo sciopero si estende a 8 ore a livello confederale in tutti i settori privati), della Sicilia. Così come in molte altre province dove lo sciopero sarà effettuato per l’intera giornata lavorativa, ad esempio a Venezia, Padova e Verona, Siena, Foggia, Udine, Pordenone, Vercelli e in tantissime altre aziende metalmeccaniche dove le Rsu, i delegati della Fiom e della Uilm, hanno allungato la proclamazione dello sciopero per tutti

i turni lavorativi.

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LE MANIFESTAZIONI TERRITORIALI

Manifestazioni e iniziative si terranno a livello territoriale. L’iniziativa si svolge per dare ulteriore forza alle rivendicazioni di Cgil e Uil: zero morti sul lavoro, una giusta riforma fiscale, un nuovo modello sociale per fare impresa.

Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, concluderà la manifestazione di Brescia. Qui il concentramento del corteo è previsto per le ore 8.30 nel Piazzale Cesare Battisti, attraverserà poi le vie del centro per arrivare in piazza Paolo VI, dove prenderà la parola il leader della Cgil.

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BASTA MORTI SUL LAVORO

L’obiettivo zero morti sul lavoro era uno dei nodi centrali della piattaforma, ancora prima di Suviana. I sindacati avevano già evidenziato la necessità, sempre più impellente, di combattere davvero le morti sul lavoro. La salute e la sicurezza devono diventare un vincolo per poter esercitare l’attività d’impresa – scrivono le sigle lanciando lo sciopero -; bisogna cancellare le leggi che negli anni hanno reso il lavoro precario e frammentato; superare il subappalto a cascata e ripristinare la parità di trattamento economico e normativo per le lavoratrici e i lavoratori di tutti gli appalti pubblici e privati”. Quindi occorre rafforzare le attività di vigilanza e prevenzione, incrementando le assunzioni nell’Ispettorato del lavoro e nelle aziende sanitarie locali.

LE ALTRE RICHIESTE: PATENTE A PUNTI E RIFORMA FISCALE

Poi ci sono le altre rivendicazioni, che verranno rilanciate con forza nelle piazze di oggi. Cgil e Uil chiedono una vera patente a punti, per tutte le aziende e per tutti i settori, che blocchi le attività alle imprese che non rispettano le norme di sicurezza. Insieme a questa va garantito il diritto delle lavoratrici e dei lavoratori di eleggere in tutti i luoghi di lavoro i propri Rls. Le imprese devono applicare i contratti nazionali firmati dalle organizzazioni più rappresentative, come condizione per accedere a finanziamenti pubblici.

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Un altro grande tema si chiama fisco. Serve una riforma fiscale che renda il sistema davvero equo e progressivo, al contrario di adesso. In Italia lavoratori dipendenti e pensionati pagano oltre il 90% del gettito Irpef, intere categorie economiche continuano a non pagare fino al 70% delle imposte: è sempre più urgente tassare le rendite e contrastare l’evasione, mandare in soffitta la flat tax estendendo la base imponibile dell’Irpef a tutti i redditi. Insomma occorre andare a prendere le risorse dove ci sono per costruire un modello, appunto, progressivo.

CAMBIARE MODELLO DI IMPRESA

Una giornata di lotta, dunque, col pensiero inevitabile che torna sempre alle vittime di Suviana. Il modello d’impresa in Italia deve essere cambiato perché così non va bene: così Maurizio Landini aveva commentato a caldo la tragedia. “Spesso siamo di fronte a ditte in appalto – queste le sue parole -. Salute e sicurezza non possono essere considerate un costo. Anche per questo abbiamo proclamato uno sciopero con la Uil di quattro ore per tutto il settore privato. Bisogna estendere i controlli: la vita delle persone deve essere al centro di qualsiasi attività”.