CESENA – FORLI’ – RAVENNA - RIMINI
HERA: AFFERMIAMO UN’IDEA PUBBLICA DI COOPERAZIONE FRA LE ISTITUZIONI
Abbiamo letto le dichiarazioni dei Sindaci del Territorio Romagnolo sulla decisione del Sindaco di Bologna di firmare un accordo con Cgil, Cisl e Uil in cui si impegna a non vendere azioni del Gruppo Hera.
Noi crediamo che in una Regione come la nostra, sia importante affermare un’idea di sviluppo che abbia al centro una logica di cooperazione tra i Territori e non di competizione, nel rispetto della finalità dei beni comuni raggiungibile coniugando qualità dei servizi ai cittadini e qualità del lavoro.
A tal proposito quindi, per mantenere gli equilibri all’interno della multiutility, suggeriamo ai Sindaci delle città capoluogo della Romagna, di individuare una strada, anche attraverso aziende di proprietà pubblica già esistenti sul territorio, che permetta loro l'aumento del capitale pubblico aumentando così il loro peso specifico dentro la società; senza preoccuparsi della scelta del Sindaco di Bologna che contribuisce a non fare scendere il peso pubblico nella compagine di Hera.
Le Camere del Lavoro Territoriali di Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini riaffermano l’importanza della maggioranza assoluta pubblica nella compagine societaria delle società Multiutility a partire dal Gruppo Hera. Ribadiamo quindi la necessità di non procedere alla vendita delle azioni del Gruppo facendo scendere la proprietà dei Comuni soci al di sotto del 51%, evitando così di acuire ulteriormente il distacco che c’è tra le persone e la politica anche conseguente all’esito del referendum sui beni comuni avvenuto nel giugno 2011 e lasciato lettera morta da tutti i governi che da allora si sono succeduti.
Le Camere del Lavoro Territoriali di Cesena, Forlì’, Ravenna e Rimini ribadiscono la richiesta al Presidente del Patto di Sindacato dei Soci Pubblici, Daniele Manca, di ritirare le procedure che consentono di scendere sotto il 51% delle quote delle azioni detenute dal pubblico.
Reputiamo altresì di fondamentale importanza che il Presidente del Patto di Sindacato avvii immediatamente un confronto con le OO.SS al fine di verificare la possibilità di giungere ad una intesa, sulla base di quanto già convenuto nel Protocollo sottoscritto il 28 febbraio 2013.
La Cgil conferma le azioni di lotta già annunciate, per contrastare questa scellerata scelta, e invita i Lavoratori ed i Cittadini alla manifestazione a Bologna prevista in occasione dello sciopero dei dipendenti del Gruppo Hera, che si terrà nella mattinata del 28 aprile e che vedrà la partecipazione del Segretario Generale della Cgil Susanna Camusso.
CGIL CESENA CGIL FORLI CGIL RAVENNA CGIL RIMINI
Lidia Capriotti Paride Amanti Costantino Ricci Graziano Urbinati
Comunicato Stampa
(Faenza, 18 aprile 2015)
Come Associazioni ambientaliste territoriali, che si sono occupate del Piano di Azione per l'Energia Sostenibile (PAES), siamo già intervenuti anche sulla grande questione del ciclo dei rifiuti e della necessità dell'azzeramento della loro combustione.
Con queste argomentazioni sosteniamo le richieste, a partire dalla contrarietà all'ampliamento della capacità di combustione di Enomondo, contenute in una petizione che il CIF, Comitato contro gli Inceneritori Faenza, sulla quale si stanno raccogliendo in questi giorni firme di cittadini.
A nostro avviso, il primo obiettivo, da raggiungere ancora prima della fine del mandato della Giunta e del Consiglio Comunale attuali, dovrebbe essere quello di fermare l'esame per l'autorizzazione del progetto di ampliamento presentato da Enomondo, in attesa di poter verificare, dalla documentazione ufficiale, che tale progetto non aumenti la potenza degli impianti di produzione termoelettrica e la quantità di biomasse utilizzate, che dovrebbero provenire esclusivamente da una “filiera corta”, escludendo l'utilizzo di nuove quantità di rifiuti.
La combustione dei rifiuti rappresenta (al 2010, secondo dati riportati dal Piano regolatore dell'Energia del Comune) il 12% delle emissione di CO2 a Faenza. Il contributo della combustione dei rifiuti all’inquinamento atmosferico in termini ad esempio di polveri sottili, per ora non quantificato, è quindi sicuramente una frazione importante dell’inquinamento dell’aria che respiriamo.
Purtroppo si è appreso, dalla risposta dell'Assessore competente ad una nuova interpellanza sull'argomento, che la Commissione provinciale sarebbe orientata a trasformare l'attuale procedura di screening in una di Valutazione di Impatto Ambientale, non rendendo pubblica la documentazione del progetto prima della fine del procedimento (documentazione che la Giunta ha dichiarato di conoscere).
Inoltre, noi pensiamo, che non sia sufficiente impedire l'ampliamento degli attuali impianti di Enomondo, ma occorra chiedere che venga completamente eleminata la combustione di rifiuti (CDR, CSS, Sovvalli) attualmente autorizzati, in tutti gli impianti sul territorio comunale.
Nel territorio provinciale è già stato raggiunto l'obiettivo di produzione di energia da biomasse, pertanto non deve più essere autorizzato
Leggi tutto: PAES - Comunicato stampa delle Associazioni ambientaliste
COMITATO CONTRO GLI INCENERITORI A FAENZA
Raccolta firme contro l'ampliamento Enomondo
A seguito della recente richiesta depositata in Provincia da parte di Enomondo S.r.l. per l’ampliamento/adattamento delle centrali termiche in via Convertite 6, Faenza, si è innescato un susseguirsi di smentite, comunicati vaghi e fuorvianti da parte della stessa Società, dell’Amministrazione Comunale e degli assessori competenti.
Per questo motivo alcuni cittadini si sono riuniti spontaneamente in un comitato apartitico Contro gli Inceneritori a Faenza “CIF”.
Il Comitato propone una raccolta firme per richiedere:
- l’apertura di un tavolo di confronto urgente tra la società Enomondo S.r.l., il Sindaco e il Comitato per chiarire la situazione attuale e le intenzioni di sviluppo future da parte della Società;
- il totale e completo sostegno dell’amministrazione Comunale contro l’ampliamento della potenza installata per gli impianti di incenerimento sul territorio comunale;
- il totale e completo sostegno dell’Amministrazione Comunale contro l’aumento delle quantità di biomasse e rifiuti trattate dagli inceneritori esistenti sul territorio comunale;
- un impegno dell’Amministrazione Comunale verso una costante verifica, e conseguente comunicazione ai cittadini, sullo stato di funzionamento e sulle emissioni complessive di tutti gli impianti presenti nel territori comunale.
Il Comitato ritiene che l’ambito territoriale interessato stia già scontando un enorme tributo in termini di ambiente e di salute imposto dai quattro impianti di incenerimento già presenti (Caviro, Tampieri, VillaPana e Dister) e che qualsiasi intervento di ampliamento, così come l’installazione di nuovi impianti, andrebbero ad aggravare ulteriormente la situazione.
Poiché la salute dei cittadini e l’aria che respiriamo non hanno bandiera politica, il Comitato, senza schierarsi politicamente, invita ad un appoggio e ad un impegno futuro qualunque partito o lista civica che ne condivida e sostenga la causa.
Comitato Contro gli Inceneritori a Faenza “CIF”
NASCE OGGI IL COMITATO CONTRO GLI INCENERITORI A FAENZA
Vista la recente richiesta depositata in Provincia da parte di Enomondo S.r.l. per l’ampliamento degli inceneritori presso Caviro e le risposte vaghe alle interpellanze presentate in Consiglio Comunale, alcuni cittadini esasperati e stanchi di sentirsi ignorati in decisioni importanti per il territorio, hanno deciso di riunirsi in un Comitato apartitico Contro gli Inceneritori a Faenza (CIF).
Il Comitato ritiene che:
- l’ambito territoriale faentino stia già scontando un enorme tributo ambientale imposto dai quattro impianti di incenerimento già presenti (Caviro, Tampieri, VillaPana e Dister) e che qualsiasi intervento di ampliamento, così come l’installazione di nuovi impianti, andrebbero ulteriormente ad aggravare la situazione;
- a fronte di quanto riportato nell’”Allegato A” della delibera comunale del 25-11-2014, dove si dichiara che “occorre perseguire l'obiettivo di non provocare emissioni aggiuntive in atmosfera in raccordo con l'indirizzo del Piano Provinciale di Tutela e Risanamento della Qualità dell'Aria (PRQA)”, il quale classifica Faenza come agglomerato ove occorre predisporre piani d'azione a breve termine per il miglioramento della qualità dell'aria, ci si chiede come questo possa avvenire con l’aumento delle quantità di rifiuti destinati alla combustione;
- consapevoli dell’importanza che queste Aziende rivestono in termini occupazionali nel nostro territorio, riteniamo che la negazione di un ampliamento non pregiudicherebbe in nessun modo alcun posto di lavoro;
- l’Amministrazione Comunale, benché si ostini a lasciar credere il contrario, ricopra un ruolo fondamentale nelle decisioni finali in merito all’ampliamento, come ad esempio il peso che ha nella Conferenza dei Servizi in cui si decidono le sorti di ogni progetto presentato.
Per questi motivi, il primo passo del Comitato sarà la promozione di una raccolta firme per chiedere l’apertura di un tavolo di confronto urgente tra le parti interessate, una presa di posizione dell’Amministrazione Comunale riguardo all’ampliamento degli impianti, l’installazione di nuovi e all’aumento delle sostanze combuste all’interno degli stessi. Poiché la salute dei cittadini e l’aria che respiriamo non hanno bandiera politica, il Comitato, senza schierarsi politicamente, invita ad un appoggio e ad un impegno futuro qualunque cittadino, associazione, partito o lista civica che ne condivida e sostenga la causa.
Si invitano quindi tutti i cittadini a firmare numerosi. Ci troverete tutti i sabato mattina dal 11 Aprile e fino al termine della campagna elettorale sotto il nostro gazebo in piazza del popolo. Considerando il clima elettorale per le imminenti elezioni, invitiamo caldamente i partiti a sostenere l’iniziativa e invitiamo tutti i candidati sindaco a prendere una posizione chiara ponendo una firma.
CIF Comitato contro gli Inceneritori Faenza
Tel: 366 1858858
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La Costituzione Repubblicana, frutto dalla lotta di Liberazione contro il nazifascismo, è il punto culminante della storia del nostro Paese, patto di civile convivenza fra uomini liberi, nata dall’incontro delle tante culture che alimentarono la Resistenza, intesa ad impedire e prevenire qualsiasi tentazione e pratica autoritaria. La Costituzione ha insediato nelle istituzioni la libertà che ci è stata donata dalla Resistenza.
Oggi, un Parlamento eletto con una legge incostituzionale che non ha garantito il diritto degli elettori al voto libero ed eguale pretende di cambiare, a tappe forzate e a colpi di maggioranza, la Costituzione e la legge elettorale, sfigurando il volto della Repubblica.
Le modifiche costituzionali combinate con la nuova legge elettorale e con le riforme della Pubblica Amministrazione comportano uno stravolgimento dei contenuti della democrazia rappresentativa. Esse introducono un modello inedito di “premierato assoluto”, che realizza un’inusitata concentrazione di potere nelle mani del Governo e del suo capo, attribuendo di fatto ad un unico partito – che potrebbe anche essere espressione di una ristretta minoranza di elettori – potere esecutivo e potere legislativo, condizionando, altresì, la nomina del Presidente della Repubblica e dei componenti della Corte Costituzionale, organismi di garanzia fondamentali per la vita della democrazia costituzionale.
Va ricordato, poi, che i partiti hanno assunto essi stessi una deriva oligarchica, sono in mano a ristrette élites e, spesso, ad un unico capo politico.
La centralità del Parlamento, posta dai padri Costituenti a presidio delle libertà dei cittadini, viene drasticamente ridimensionata ed il Parlamento ricondotto alla funzione di ratifica dei provvedimenti del Governo, a data certa, nel quadro di un generale soffocamento e compressione del ruolo delle autonomie regionali e locali. Si vuole cambiare vèrso al circuito della fiducia, non più dal Parlamento al Governo ma dal capo del Governo al Parlamento. In questo modo si realizza il passaggio da una democrazia rappresentativa ad una democrazia dell’investitura; da Repubblica parlamentare a Repubblica – di fatto – presidenziale, senza le garanzie che normalmente sono
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