Con la donazione di un milione di euro ai territori alluvionati il Movimento 5 Stelle ha voluto dimostrare che la politica, “quando c’è la volontà dei sui rappresentanti, può incidere con forza e portare benefici su tutto il territorio nazionale anche a partire dalle piccole comunità”. Nel Consiglio comunale di Faenza di lunedì 21 marzo è stata inserita nel bilancio del Comune di Faenza la donazione del Movimento 5 Stelle. I 280.000 euro giunti a Faenza sono frutto di quella quota mensile che i parlamentari pentastellati hanno deciso di autotassarsi in favore di progetti per le comunità. Un milione di euro della comunità Cinquestelle è stata donata ai Comuni alluvionati.
Nel caso del Comune di Faenza l’intera cifra è stata finalizzata, come deciso attraverso un sondaggio condotto tra gli iscritti, ad un progetto ritenuto quanto mai necessario quale l’acquisto di attrezzature, mezzi e materiali da destinare all’Ufficio Giardini che è stato completamente sommerso durante l’alluvione. “Si tratta non solo di un esempio di impegno civico, ma anche di un gesto capace di portare speranza per la rinascita della comunità faentina così duramente colpita” dicono i grillini.
L’Assessore Massimo Bosi, il Consigliere Marco Neri e tutto il gruppo pentastellato dell’Unione Della Romagna Faentina ringraziano il Presidente Conte, i Coordinatori Regionali Marco Croatti e Gabriele Lanzi per la volontà e l’impegno dimostrato per dare concretizzazione a questo gesto di beneficenza verso i nostri territori devastati dall’alluvione.
Cgil, Cisl e Uil ER – ALLUVIONE: BENE PROPOSTE FORMULATE DAL PATTO PER IL LAVORO E PER IL CLIMA. SERVONO RISPOSTE SU RISARCIMENTO BENI MOBILI, RICOSTRUZIONE E PERSONALE
Bologna, 22/3/2024
Comunicato stampa
CGIL CISL UIL ER – ALLUVIONE: BENE PROPOSTE FORMULATE DAL PATTO PER IL LAVORO E PER IL CLIMA. SERVONO RISPOSTE SU RISARCIMENTO BENI MOBILI, RICOSTRUZIONE E PERSONALE
Oggi, 22 marzo 2024, si è tenuta la riunione del Patto per il Lavoro e per il Clima con la partecipazione del Commissario Straordinario per la ricostruzione Figliuolo.
Nel corso della riunione, la Regione ha presentato al Commissario le proposte di modifica alle norme e alle Ordinanze condivise da tutti i firmatari del Patto, che raccolgono in larga misura le sollecitazioni sollevate da CGIL CISL UIL Emilia Romagna in queste settimane.
Come Organizzazioni Sindacali condividiamo la scelta della Regione di presentare al Commissario un documento condiviso, che valorizza il lavoro svolto nell’ambito del Patto per il Lavoro e per il Clima con la partecipazione attiva di tutte le parti sociali e degli enti locali.
Crediamo sia necessario dare seguito a questo metodo, che vede il Patto per il Lavoro e per il Clima tornare ad essere cabina di regia di un confronto costante.
A quasi un anno dall’alluvione, la situazione nei territori alluvionati è sempre più difficile: al netto di CAS e CIS, alle famiglie colpite non è ancora arrivato nessun risarcimento ed è ormai chiaro che le procedure previste dalle Ordinanze vanno migliorate e semplificate.
Serve un salto di qualità nel mettere in campo risorse e soluzioni ai problemi, altrimenti la promessa del Governo di risarcire il 100% dei danni resterà solo sulla carta.
Allo stesso tempo, la strada della ricostruzione è lunga e complessa: mettere in sicurezza e ricostruire il territorio è una sfida che richiede risorse adeguate, personale dedicato, capacità di ascolto e partecipazione delle comunità. Elementi che ad oggi devono essere fortemente rafforzati.
Nel corso della riunione abbiamo ribadito le questioni che riteniamo prioritarie: modifica della normativa per garantire il risarcimento dei danni ai beni mobili; stanziamento delle risorse necessarie per coprire il risarcimento del 100% dei danni subiti e per la ricostruzione (garantendo che le risorse PNRR siano aggiuntive e non sostitutive di quelle già stanziate); semplificazione delle procedure per l’erogazione dei risarcimenti; possibilità per i cittadini di accedere agli sportelli territoriali di assistenza; rafforzamento degli organici degli Enti Locali, in particolare dei piccoli comuni (sono stati assunti solamente poche decine di tecnici dei 216 per cui sono state stanziate le risorse); predisposizione dei piani speciali per la ricostruzione con il protagonismo delle comunità, mettendo al centro sicurezza del territorio e qualità del ricostruito.
Abbiamo inoltre ribadito la necessità che la ricostruzione tenga assieme la messa in sicurezza del territorio con la sostenibilità ambientale e sociale per garantire che il territorio sia in grado di affrontare gli eventi estremi che il cambiamento climatico comporta: bisogna ricostruire meglio di prima, non come prima.
E’ prioritario mettere al centro la legalità e il contrasto alle infiltrazioni criminali, la qualità del lavoro e la sicurezza sul lavoro. In questo senso, abbiamo richiesto al Commissario di conoscere l’esito del Protocollo di Legalità tra Commissario e Prefetture di cui era stata annunciata la sottoscrizione lo scorso dicembre.
Auspichiamo ora che il Commissario Figliuolo adotti con rapidità le modifiche alle ordinanze e si faccia promotore nei confronti del Governo, insieme al Patto per il Lavoro e per il Clima, degli interventi di modifica normativa che sono necessari per garantire l’effettività dei risarcimenti e la qualità della ricostruzione.
CGIL CISL UIL EMILIA ROMAGNA
Il segretario generale della Cgil dal palco della Leopolda rilancia la mobilitazione: “Il 20 aprile in piazza. Vogliamo una società più giusta basata sulla Costituzione”
“C’eravamo presi un impegno: che non ci saremmo fermati e che saremmo andati avanti fino a quando sarebbe stato necessario, fino a quando non avremmo ottenuto dei risultati. E se oggi siamo qui a discutere è perché da novembre le cose non sono migliorate”. Dal palco della Leopolda a Firenze il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, va dritto al punto di fronte ai 1.700 delegati riuniti per l’assemblea nazionale di Rsu e Rls dal titolo emblematico: “Adesso basta! Sicurezza e rappresentanza del lavoro”.
Due temi che il leader della Cgil ha voluto tenere insieme da subito, ricordando alla platea gli incontri finti che sulla salute e sicurezza sul lavoro sono stati fatti dal governo, incontri che hanno anche messo in discussione “il diritto dei lavoratori a scegliersi la propria rappresentanza con il quale il governo deve trattare e trovare soluzioni”, mentre al contrario oggi “è il governo che vuole decidere con chi trattare”. Una cosa gravissima, “che mette in discussione il nostro ruolo”, e che arriva a “mettere in discussione il diritto delle lavoratrici dei lavoratori di organizzarsi collettivamente e di poter portare a casa dei risultati”.
Si tratta, e Landini lo dice senza fronzoli, “di un vero e proprio attacco alla democrazia e alla libertà delle persone perché, ripeto, non può essere il governo che decide con chi negoziare”. E visto che tutti a parole difendono la democrazia il leader della Cgil, alludendo alla necessità di una legge sulla rappresentanza, ha ricordato che per sedere in Parlamento ci sono delle regole, ad esempio una soglia minima del 3.5% di voti: e dunque “Perché queste regole che servono a far funzionare la politica non possono valere anche per noi”?
Landini ha poi ricordato dal palco l’ennesimo morto di questa mattina, un operaio di 51 anni rimasto schiacciato in un cantiere di Sondrio da alcuni pannelli di legno. Bisogna dunque intervenire, ma per farlo “non basta qualche provvedimento sparso”, ma occorre “produrre un vero e proprio cambiamento” che investe alle radici il nostro modo di produrre, il nostro sistema economico. “Non si tratta solo – ha ricordato – di una cosa importantissima come non morire sul lavoro, ma di far sì che le persone al lavoro si possano realizzare, utilizzare la propria intelligenza, stare bene”.
Ecco perché alcune norme non bastano. Qui il segretario generale della Cgil ha avuto gioco facile nel ricordare che “in questi anni tutto ciò che è stato fatto è andato nella direzione di aumentare la precarietà, gli appalti e i subappalti, la frantumazione delle filiere al punto che la stessa contrattazione collettiva viene vissuta come un vincolo inaccettabile”.
Tutti elementi, questi, che non solo peggiorano il lavoro e ne aumentano l’insicurezza – “visto che il 90% delle morti avviene negli appalti e nella stragrande maggioranza dei casi colpisce i lavoratori precari” – ma favoriscono l’illegalità e le infiltrazioni mafiose. E proprio per questo, ha aggiunto, “nella piattaforma che abbiamo predisposto uno dei temi fondamentali è proprio dire basta alla precarietà, che è un nodo fondamentale per garantire la salute e la sicurezza sul lavoro”.
Quello dello sfruttamento del lavoro dei migranti è un altro tema fondamentale. “Quando dopo i tragici fatti di Firenze durante l’incontro alla presidenza del Consiglio abbiamo sottolineato che quattro tra i morti non erano nati nel nostro paese e che dalle indagini sembrava che due erano anche senza permesso di soggiorno e lavoravano in nero e gli abbiamo detto che per eliminare questo problema bisognava cancellare la Bossi-Fini, ci hanno guardato come se non capissero qual era il nesso”. Mentre il nesso evidentemente c’è: “È uno strumento – ha attaccato Landini – che viene utilizzato per favorire lavoro nero, caporalato e sfruttamento”.
Nella mobilitazione per un “buon lavoro” anche le imprese devono fare la loro parte. Così il segretario: “Le associazioni d'impresa dovrebbero insieme a noi fare la battaglia affinché le forme distorte di lavoro vengano cancellate. Chi non rispetta le regole dovrebbe essere cacciato fuori dalle associazioni, facciamola insieme questa lotta”. Anche qualche anno dopo, non si può dimenticare l'esperienza pandemica: “Quando c'è stato il Covid abbiamo fatto un accordo in due giorni, per non bloccare la produzione e mettere in sicurezza le persone – ha ricordato -: chi vuole fare intese non si mette a fare incontri finti, come questo governo. In quel caso sono stati i delegati e i rappresentanti per la sicurezza che si sono fatti carico del problema: ma non si può fare solo quando c'è l'emergenza”.
Si apre ora un periodo decisivo. Ha osservato Landini: “Il mese di aprile deve dare il segno del cambiamento: sia la Camera che il Senato sono chiamati a discutere di molti provvedimenti. L’11 aprile faremo quattro ore di sciopero per la sicurezza, poi il 20 aprile a Roma ci sarà una grande manifestazione nazionale. Vogliamo dare un segnale al governo e al Parlamento: i lavoratori che mandano avanti questo Paese si sono rotti le scatole, c'è bisogno di un cambiare rotta subito”. Rivolgendosi alla platea, quindi: “Se non lo facciamo noi insieme, non c'è qualcuno che lo farà per noi. Non dobbiamo delegare nessuno, ognuno faccia la sua parte”.
Un passaggio poi sulla sanità. “Quando si parla di sanità, salute e sicurezza, va ricordato che in vent’anni abbiamo avuto 40 miliardi di tagli sulla spesa sanitaria: sono tagli che poi si pagano, perché ricadono su dipendenti, pensionati e sulla qualità del servizio. In realtà i soldi da andare a prendere ci sono, basta tassare le rendite finanziarie e i grandi patrimoni. Ma oggi siamo di fronte a un paradosso: c'è stato un forte calo del potere d’acquisto dei salari, infatti l’aumento dell’inflazione è dovuto all'aumento dei profitti, non dei salari. Gli stipendi non hanno tenuto il passo, i profitti sono cresciuti e continuano a non tassare le rendite. Intanto sanità è diventata regionale, proprio in questi giorni i Comuni e le Regioni ci stanno dicendo che per mantenere i servizi devi pagare più tasse”. La sanità pubblica sta insomma scomparendo: “La situazione è drammatica: si arriva a pagare due volte, cioè devi ripagare per farti una visita perché la sanità pubblica non è più in grado di darti una risposta”.
Non va meglio sul capitolo del fisco. “Si stanno inventando condoni e concordati preventivi – ha detto il leader della Cgil –, siamo all’assurdo che due persone con lo stesso reddito non pagano le stesse tasse. Secondo noi invece ognuno deve pagare per quello che ha: serve un fisco progressivo e una battaglia vera contro l'evasione fiscale. Perché il governo continua ad agire così? A me sembrano ‘marchette’ elettorali – ha riflettuto -, ma soprattutto c’è l’idea che lavoratori dipendenti e pensionati siano la mucca da mungere, coloro che continuano a pagare. Non a caso hanno fatto cassa sul reddito di cittadinanza, non hanno rivalutato le pensioni, ti mandano in pensione a 70 anni”.
Sanità pubblica, riforma fiscale, aumento dei salari: “Noi vogliamo che si affermi un modello di società in cui il lavoro e le persone tornino al centro. E di lavoro non si può morire, ha concluso Landini. “Il lavoro deve essere dignitoso e ti deve dare la possibilità di vivere, non di morire. Facciamo allora le politiche industriali necessarie a far crescere il Paese: la nostra missione è tutelare le persone anche fuori dal luogo di impiego, proponendo un’idea generale di società basata sul lavoro come dice la nostra Costituzione”.
Buongiorno,
a nome e per conto del signor Luca Giacomoni, autore del libro "Anime nel fango", invio di seguito il Comunicato Stampa emesso a seguito della proiezione del film omonimo, lo scorso martedì 19 marzo.
Martedì 19 marzo 2024, al cinema Sarti di Faenza, è stato proiettato il Docufilm "Anime nel fango" del regista e direttore della fotografia Ettore Zito, tratto dall’omonimo libro di Luca Giacomoni.
Desideriamo ringraziare il Comune di Faenza per averci concesso il Patrocinio, Cinemaincentro per averci messo a disposizione la sala e il personale, e la Bottega Bertaccini per averci aiutato nella vendita dei libri. Il loro contributo è stato completamente gratuito.
Il ringraziamento più grande, però, va a tutte le persone che hanno voluto assistere alla proiezione, occupando sia i posti in platea sia nei palchi e acquistando le quasi ultime copie del libro. È stata l’ennesima dimostrazione di solidarietà e sostegno che la città di Faenza ci ha dimostrato.
Il Progetto Anime nel fango prosegue con sempre maggior entusiasmo il suo cammino, con l’obiettivo di raccogliere fondi che, al netto delle spese, saranno utilizzati a favore delle vittime dell’alluvione. I prossimi appuntamenti sono il 27 marzo a Montecitorio a Roma e il 6 aprile a Cesena al cinema Eliseo.