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  Eccidio di Sant'Anna di Stazzema - Wikipedia

Monumento ossario delle vittime dell'eccidio di Sant'Anna di Stazzema

Comitato promotore sede in Piazza Europa, 6 Pontestazzemese - Stazzema presso il Municipio www.anagrafeantifascista.it   e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

E' disponibile presso il Comune di Faenza, all’ Ufficio elettorale e i Servizi Demografici in Piazza Rampi, 2 il modulo per la raccolta firme relativo al progetto di legge di iniziativa popolare che introduce 

Norme specifiche contro la propaganda e la diffusione di messaggi inneggianti a fascismo e nazismo e la vendita e promozione di oggetti con simboli fascisti e nazisti.

Tutti i cittadini iscritti nelle liste elettorali del Comune possono firmare per sostenere questo progetto di leggeE' necessario presentarsi in Comune con la propria carta di identità.

La legge di iniziativa popolare consta di due articoli: 

Art. 1.
1. Nel capo II del titolo I del libro secondo del codice penale, dopo l’articolo 293 è aggiunto il seguente:
«Art. 293-bis. – (Propaganda del regime fascista e nazifascista). – Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque propaganda i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco, ovvero dei relativi metodi eversivi del sistema democratico, anche attraverso la produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli a essi chiaramente riferiti, ovvero ne fa comunque propaganda richiamandone pubblicamente la simbologia o la gestualità è punito con la reclusione da sei mesi a due anni.
La pena di cui al primo comma è aumentata di un terzo se il fatto è commesso attraverso strumenti telematici o informatici.
La pena di cui al primo comma è altresì aumentata di un terzo se il fatto è commesso con modalità ed atti espressivi dell’odio etnico o razziale.
All’articolo 5, primo comma, della legge 20 giugno 1952, n. 645, le parole:
«sino a» sono sostituite dalle seguenti: «da sei mesi a».
Art. 2
1. Al Decreto Legge 26 aprile 1993, n. 122, convertito in Legge 25 giugno 1993, n. 205, recante “Misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa” all'art. 2 dopo il comma 1 aggiungere il seguente:
"1-bis. Qualora in pubbliche riunioni di cui al comma 1, l’esposizione riguardi emblemi o simboli riconducibili al partito fascista o al partito nazionalsocialista tedesco, la pena di cui all’art. 2 comma 1, è aumentata del doppio.

Si riporta qui il messaggio introduttivo presente nel modulo, firmato dal comitato promotore presieduto dal sindaco di Stazzema, Maurizio Verona.

Da anni assistiamo impassibili al proliferare dell’esposizione ovunque, di simboli che richiamano a fascismo e nazismo, frutto di anni di sottovalutazione del fenomeno del ritorno di queste ideologie che mai come oggi sono pericolose. Il 'Rapporto Italia 2020' dell’Eurispes ci dice che dal 2004 ad oggi è aumentato il numero di chi pensa che la Shoah non sia mai avvenuta: erano solo il 2,7% oggi sono il 15,6%, mentre sono in aumento, sebbene in misura meno eclatante, anche coloro che ridimensionano la portata della Shoah dall'11,1% al 16,1%. Inoltre, secondo l'indagine, riscuote nel campione un "discreto consenso" l'affermazione secondo cui "Mussolini sia stato un grande leader che ha solo commesso qualche sbaglio" (19,8%). Con percentuali di accordo vicine tra loro seguono "gli italiani non sono fascisti ma amano le personalità forti" (14,3%), "siamo un popolo prevalentemente di destra" (14,1%), "molti italiani sono fascisti" (12,8%) e, infine, "ordine e disciplina sono valori molto amati dagli italiani" (12,7%). In compenso secondo la maggioranza degli italiani, recenti episodi di antisemitismo sono casi isolati, che non sono indice di un reale problema di antisemitismo nel nostro Paese (61,7%).
Per meno della metà del campione (47,5%) gli atti di antisemitismo avvenuti anche in Italia sono il segnale di una pericolosa recrudescenza del fenomeno. Per il 37,2%, invece, sono bravate messe in atto per provocazione o per scherzo.
Nella scorsa legislatura solo un ramo del Parlamento aveva approvato una proposta di legge che sanzionava coloro che colpiva coloro che propagandavano le immagini o i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco.
Questa proposta di legge riprende quelle finalità e aggiunge alcune ulteriori aggravanti per l’esposizione di simboli fascisti e nazisti nel corso di eventi pubblici.
Qualcosa sta accadendo: i media trasudano da anni di notizie che era giusto considerare allarmanti, vi era e persiste una crescente diffusione di razzismi e di appelli a trovare soluzioni autoritarie. Oggi riteniamo fondamentale che dal basso si riparta per riparlare dei valori della nostra Costituzione e attualizzarli: la Costituzione con la sua XII disposizione transitoria vieta la ricostituzione sotto ogni forma del disciolto partito fascista. E’ necessario, di fronte all’esposizione, la vendita di oggetti di simboli che si richiamano a quella ideologia che la normativa non lasci spazi di tolleranza verso chi si cela dietro le libertà democratiche per diffondere attraverso la propaganda, l’esposizione, la vendita di oggetti di nuovo i simboli di quel passato tragico.
Ripartiamo da una iniziativa popolare dal basso per difendere la nostra Costituzione e i suoi valori.

Buon anno a voi, membri italiani di Mayors for Peace!

In questi giorni ci stiamo tutti facendo gli auguri nella speranza che il 2021 sia migliore dell'anno appena terminato. Che il 2020 ci abbia messo tutti duramente alla prova non ci sono dubbi. Non possiamo sapere come evolverà la situazione generale della pandemia, come si svilupperanno le catastrofi dovute ai cambiamenti climatici, le guerre e le ingiustizie sociali ovunque.

Ma una cosa sappiamo: che il 22 gennaio 2021 entrerà in vigore il Trattato ONU sulla Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW), per il quale ci siamo tutti impegnati negli anni, a livello internazionale tramite ICAN, la Campagna internazionale per l'abolizione delle armi nucleari, di cui Mayors for Peace e la Campagna "Italia, ripensaci" sono partner.

E quindi il 22 gennaio accoglieremo con gioia e daremo il benvenuto al "nostro" Trattato. Senza nascondere il fatto che l'impegno deve continuare, perché serve ancora convincere il governo italiano ad aderire al percorso di disarmo che inizia adesso.

La Rete Italiana per la Pace e il Disarmo darà notizia a livello nazionale di tutte le iniziative che verranno messe in campo per accogliere il Trattato. Quindi comunicatele a me: io le condividerò con voi e collaborerò con Francesco Vignarca nel compilare l'elenco da diffondere.

Lisa Pelletti Clark

Beati i costruttori di pace, Rete Italiana per il Disarmo

Co-Presidente, International Peace Bureau

Coordinatrice per l'Italia di Mayors for Peace

Estrazioni offshore a Ravenna, accordo Eni-Comune: segreto industriale sui  dati del monitoraggio ambientale

Le parole del ministro Patuanelli sul possibile blocco di estrazioni di carburanti fossili hanno scatenato numerose reazioni da molte forze politiche anche dei nostri territori.

 

Nulla di nuovo o che possa stupire. Sul fronte governativo troviamo le immediate dichiarazioni “romane” del parlamentare Collina in coerente e piena difesa di ogni investimento in energia fossile mentre sul fronte ravennate è l’assessore Fagnani a sparare a zero contro chi chiede di fermare gli investimenti in idrocarburi parlando di “atti di terrorismo economico ed irresponsabilità politica sul tema delle estrazioni di gas” oltre che di “sparate populiste”.

D’altronde da un rappresentante di una Giunta comunale che ha avallato senza alcun dubbio impianti di stoccaggio di fonti fossili, nuovi impianti di fornitura di fonti fossili, non ci si poteva aspettare nulla di diverso.

Anche il sindaco de Pascale tenta di ricondurre l’opposizione agli investimenti in fonti fossili a questioni di “matrice populista” quindi di poca importanza in una intervista di oggi.

Ci preme ricordare come le posizioni di opposizione agli investimenti fossili nel ravennate siano ben più folte, variegate, complesse, e oggi vogliamo rilanciare la posizione condivisibile di Europa Verde: “Il senatore Collina, in particolare, è il proponente dell’emendamento, approvato in Senato, che semplifica la procedura di VIA per l’Impianto dell’Eni di cattura e stoccaggio della CO2 (CCSU) a Ravenna, impianto che giustificherebbe il proseguimento delle estrazioni di gas metano, di utilizzarlo per produrre idrogeno e di stoccare la CO2 nei giacimenti esausti. Un progetto impropriamente etichettato come “transizione energetica”, mentre consente di continuare l’uso antiecologico delle energie fossili.

Un progetto che per di più punta ad essere cofinanziato dai fondi pubblici europei, non essendo altrimenti economicamente sostenibile. Con l’ulteriore paradosso che, mentre per gli impianti eolici offshore proposti al largo di Rimini e Ravenna vale la procedura di VIA standard, per il discutibile impianto di cattura CO2 valgono procedure semplificate. Un bel risultato per l’ENI e la lobby dei fossili.

Come coordinamento non abbiamo firmato e criticato il recente “Patto per il Lavoro e il Clima” perché troppo timido e ben poco lungimirante, ci aspettiamo però che gli obiettivi racchiusi vengano almeno perseguiti con coerenza da coloro che l’hanno sottoscritto e non calpestati continuando a sostenere investimenti ultradecennali nelle fonti fossili.

Tutti i singoli componenti e le associazioni aderenti al nostro coordinamento hanno sempre e storicamente preso posizione sugli investimenti nel settore energetico ravennate solo dopo averli studiati e cercando di guardare con coerenza e lungimiranza al futuro del nostro territorio. Oggi apprendiamo che chi, come noi, ha posizioni differenti dal Sindaco e Fagnani è “populista”. Dopo le loro scuse restiamo, come sempre, aperti al confronto su temi così importanti.

Coordinamento di Ravenna Campagna “Per il Clima – Fuori dal Fossile”

Carissim*

Iniziamo questo nuovo anno con la speranza che le misure fino ad oggi messe in campo e il prossimo vaccino possano volgere al meglio la situazione sanitaria del Paese e ci riportino a quella normalità di vita che abbiamo dovuto abbandonare.

La crisi pandemica si è innestata in una già esistente crisi economica e sociale, allargando ancora di più le disparità. Ci attendono mesi di grande impegno in un processo di ricostruzione paragonabile, in termini economici, solo al secondo dopoguerra: gli stanziamenti del Recovery fund, per entità, sono infatti riconducibili a quelli del piano Marshall.

In questo contesto, i Comitati per la Costituzione non si sono fermati.

La nostra attenzione è volta in particolare a due tematiche:

la legge elettorale e l’Autonomia differenziata.

Dopo l’esito del Referendum, che ha aperto un vulnus nella nostra Costituzione, ancora attendiamo quanto promesso in termini di nuova legge elettorale che modifichi le storture provocate dalla riduzione dei parlamentari. Come da noi previsto, nulla ancora è stato proposto al dibattito parlamentare.

Si è, però, provveduto ad approvare nelle Commissioni di Camera e Senato la ridefinizione dei collegi elettorali, per rendere possibile il voto con il “rosatellum”, frantumando, in alcuni casi, unità territoriali omogenee per costituire raggruppamenti artificiali.

L’altro tema a cui è rivolta la nostra attenzione è, come già detto, l’Autonomia differenziata con cui le tre ricche regioni: Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna chiedono più poteri rispetto a quelli ottenuti con la riforma del Titolo V del 2001 che, in vent’anni, ha messo in evidenza i propri limiti,  con continui conflitti fra Regioni e Stato che sono spesso arrivati alla Corte Costituzionale.

L’articolo 5 della Carta recita che la Repubblica è una e indivisibile e su questo principio denunciamo che l’autonomia portata avanti accresce i divari territoriali e le diseguaglianze nei diritti fondamentali. Forti sono le preoccupazioni sulle possibili conseguenze, non solo sul piano della solidarietà fiscale nazionale, ma anche sull’ organizzazione di servizi essenziali come quelli sanitario e scolastico, delle politiche ambientali e dei beni culturali.

La stessa crisi provocata dal Covid ha messo in evidenza come le diverse capacità dei territori di affrontare l’emergenza abbiano svilito il servizio sanitario nazionale.

Su questo punto, movimenti e associazioni si stanno mobilitando. Il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, la Fondazione Einuadi, l’ ARCI, la CGIL e l’associazione NOstra hanno rivolto un appello alle massime Istituzioni, chiedendo che tutta la questione, sia sottoposta ad una discussione pubblica e che sia poi il Parlamento a dire l’ultima parola.

Il 17 dicembre abbiamo consegnato l’appello al Prefetto di Ravenna, che ci ha ascoltato con attenzione.

Il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale dell’Emilia Romagna, con un importante seminario in video conferenza che si è svolto il 19 dicembre scorso, dal titolo Regioni e Regionalismo. Art. 116, c.3 Cost. Abrogazione o applicazione solidale? ha, poi, cercato di dare un contributo di informazione e approfondimento. Di seguito il link per visionarlo.

Continueremo come Comitato di Faenza a impegnarci per contrastare il disegno di destrutturazione dell'unità nazionale.

(In allegato potete leggere la risposta del Ministro Boccia all’appello citato e la successiva risposta dei firmatari.)

- Colgo l’occasione per comunicare che all’ Ufficio elettorale presso i Servizi Demografici in Piazza Rampi, 2 è possibile firmare la  Proposta di legge di iniziativa popolare "Norme contro la propaganda e la diffusione di messaggi inneggianti a fascismo e nazismo e la vendita e produzione di oggetti con simboli fascisti e nazisti"

Comitato promotore sede in Piazza Europa, 6 Pontestazzemese - Stazzema presso il Municipio www.anagrafeantifascista.it   

e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Un affettuoso saluto e auguri di Buon Anno.

Antonella Baccarini

per il Comitato di Faenza per la valorizzazione e la difesa della Costituzione

 

https://transcripts.gotomeeting.com/#/s/49116f7174c2a4c5065d9638f14c54aceb35e23e925047ff4c2184a28763bbbd

 

 

 

 

Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: sfide, missioni, azioni

Le associazioni: “Ci sono misure scritte sotto dettatura di ENI. 

Chiediamo al Governo italiano di respingere al mittente questa invasione di campo”

“Da mesi chiediamo un Piano Nazionale Ripresa e Resilienza “partecipato” per evitare un PNRR ‘delle partecipate’, come alcune indiscrezioni delle ultime settimane lasciavano temere. Leggendo la seconda bozza del Piano, datata 29 dicembre, siamo stati ampiamente smentiti.

Abbiamo, infatti, a che fare con un Piano che contiene diverse misure che sembrano scritte sotto dettatura solo da una azienda parzialmente statale, ossia Eni. Dal documento che è circolato nelle ultime ore emerge che l’azienda partecipata è riuscita a far inserire progetti di confinamento geologico della CO2 a Ravenna e presunte bioraffinerie.

Troviamo davvero sconcertante che ad un’azienda a parziale capitale pubblico che fattura ogni anno 70 miliardi di euro, sia permesso di farsi finanziare i propri progetti con soldi dei contribuenti europei”.

È quanto denunciano Greenpeace, Legambiente e WWF che commentano così la bozza di Piano Nazionale Ripresa e Resilienza.

Le tre associazioni rivolgono inoltre un appello preciso all’Esecutivo: “Chiediamo che il governo garantisca l’interesse pubblico generale del piano non trasformandolo in un veicolo finanziario a vantaggio di privati che hanno chiari interessi a dilazionare la transizione energetica rallentando il definitivo superamento dei combustibili fossili.

Il progetto di confinamento della CO2 nei fondali marini in Alto Adriatico inserito nel PNRR è solo un pozzo senza fondo, come dimostrato in tutto il mondo, che non va certo nel senso del cambiamento radicale di modello di business necessario per riconvertire la più grande azienda italiana che opera nel settore causa del cambiamento climatico, cioè i combustibili fossili.

L’attuale piano industriale di Eni, infatti, non è in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e rimanda le riduzioni delle emissioni di CO2 a dopo il 2030, cosa gravissima se si tiene conto che le emissioni globali dell’azienda sono superiori a quelle dell’Italia”.

Maurizio Landini: “La Flat tax è una presa in giro. Così il Paese andrà a sbattere”

2021, l'anno della rinascita - Collettiva

Lavoro, ambiente, diritti, giustizia sociale, istruzione, legalità, cultura. Maurizio Landini guarda avanti, alle sfide che la Cgil è pronta a raccogliere. E invita tutti i lavoratori a unirsi per dare una mano al Paese: "Prendete il meglio della vostra vita e della vostra intelligenza e mettetela a disposizione di questo processo di cambiamento, di questa lotta, di questa battaglia"

“Care lavoratrici e cari lavoratori, l’augurio è che il 2021 sia davvero l’anno della rinascita del nostro Paese. Dopo il terribile anno che abbiamo vissuto e che finalmente si sta chiudendo, abbiamo ora, con le risorse straordinarie che l’Italia come gli altri Paesi in Europa ha a disposizione, una grande occasione per ridisegnare il nostro futuro”. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, in un videomessaggio di fine anno si rivolge direttamente ai lavoratori.

Per il numero uno del sindacato di Corso d’Italia, ridisegnare il Paese significa: “Giustizia sociale e quindi mai più diseguaglianze; più legalità e contrasto alla corruzione e all’evasione fiscale; solidarietà e non più competizione o individualismo; un lavoro con più diritti e non precario; sanità pubblica e non solitudine delle persone; istruzione, scuola, cultura, formazione e non povertà educativa”. “Se ci pensate un attimo - afferma ancora Landini - è molto bello poter mettere insieme giovani, donne e anziani, con le loro differenze e con i loro diversi bisogni, per ricostruire il Paese, per progettare un nuovo modello sociale”.

“Noi come Cgil - prosegue il segretario generale della Cgil - vogliamo essere utili a questo fine, vogliamo essere lo strumento, il luogo che permette a persone diverse di mettersi assieme per cambiare davvero il Paese. E per fare questo c'è da lottare, non è un percorso facile, scontato. Chiediamo a ognuno di voi di partecipare a questo processo. L'anno che abbiamo alle spalle è stato davvero terribile, ha pesato sulla vita di ognuno di noi anche in modo doloroso e ha fatto emergere, attraverso la pandemia, tutte quelle fragilità e quelle diseguaglianze di un modello sociale ed economico sbagliato che in questi anni ha svalorizzato il lavoro a favore del mercato e del profitto”.

“Noi questa logica, questa cultura - aggiunge Landini - la vogliamo cambiare. Siamo nel bel mezzo di grandi trasformazioni, di grandi cambiamenti. Pensiamo a quello climatico, alla tutela dell'ambiente, all'arrivo delle nuove grandi tecnologie digitali, ai tanti cambiamenti demografici in atto. Tutti questi fattori assieme modificano il lavoro, l'impresa, il rapporto e le relazioni tra le persone. Allora c'è bisogno di un nuovo protagonismo del mondo del lavoro e noi come Cgil vogliamo svolgere questa funzione”.

“Per farlo - conclude il segretario generale della Cgil nel videomessaggio di fine anno - abbiamo bisogno dell'intelligenza di tutti voi. Il nuovo anno dipenderà da quello che saremmo capaci di fare. E allora l’invito che rivolgo a tutti voi è: prendete il meglio della vostra vita e della vostra intelligenza e mettetela a disposizione di questo processo di cambiamento, di questa lotta, di questa battaglia. Noi vogliamo un mondo migliore, non domani lo vogliamo qui e ora. Credo che insieme ce la possiamo fare davvero. Un buon 2021. Abbiamo bisogno dell'intelligenza di tutti e abbiamo la forza della ragione dalla nostra parte”.