Conferenza stampa – 13 ottobre, ore 10
Sala Bigari – Comune di Faenza
Presenti
Laura Ferrari e Cesare Reggiani,
promotori della petizione del Gruppo Blu – Il sogno di una Faenza migliore
Renzo Bertacchini, organizzatore dell’incontro con i giornalisti
Sono intervenuti al dibattito esprimendo la loro visione le seguenti persone che vivono a Faenza:
Laura Esposito, ricercatrice e CEO
Renzo Bertacchini, libraio
Mara Ossani, avvocato
Luigi Cicognani, architetto
Davide Fiorentini, ristoratore
Giorgio Della Valle, rappresentante di Legambiente
Nedo Merendi, artista
Gabriella del negozio Biba Botique.
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DI SEGUITO LA TRASCRIZIONE SCRITTA DELLA REGISTRAZIONE, E SCUSATECI DEI TANTI PICCOLI ERRORI.
Laura Ferrari:
Sono Laura Ferrari e sono qui con Cesare Reggiani, con il quale ho promosso questa petizione, pubblicata su change.org il 10 luglio e chiusa il 20 settembre. È stata poi presentata formalmente tramite PEC, come si fa in questi casi, al sindaco il primo di ottobre.
LA petizione ha avuto 820 firmatari.
I motivi per cui abbiamo deciso di promuoverla sono spiegati ampiamente nel testo, che è ancora disponibile integralmente su change.org.
Li riassumo brevemente: Faenza, il centro sopratuitto, È una città senza cura, impoverita. Le strade sono disastrate, la manutenzione è fatta malissimo. Sembra che nessuno controlli in modo sistematico ciò che accade. Questo ci fa male come residenti, ci fa arrabbiare, perché amiamo questa città.
Un altro aspetto che rende difficile vivere qui, con poco comfort, è la quantità di auto presenti: la città è diventata un parcheggio. Delle diciassette piazze di Faenza, l’ottanta per cento sono parcheggi. Muoversi a piedi o in bicicletta è tremendo: bisogna continuamente fermarsi, guardare a destra e a sinistra, perché la visibilità è scarsa. È una città ferma agli anni Sessanta.
Serve un intervento importante e urgente di ingegneria urbana.
Con la petizione abbiamo voluto sensibilizzare e spingere la politica – attuale e futura – a intervenire, perché non c’è tempo da perdere.
La città non è più attraente per chi vuole aprire un negozio o avviare un’attività: è sporca, poco curata, e peggiora di anno in anno. Quando manca la cura, tutto si degrada ancora di più.
Cosa auspichiamo? Che i futuri amministratori ci ascoltino e mettano in pratica almeno una parte dei punti che abbiamo sollevato.
Con il Gruppo Blu non vogliamo fermarci qui: molti cittadini ci hanno contattato chiedendo di continuare a far sentire la nostra voce nei prossimi mesi. È giusto impegnarsi civilmente, per il bene di una città che deve modernizzarsi.
Cesare Reggiani:
Vivo nel centro storico dai primi anni Ottanta. Il mio disagio principale è quello di non riconoscere più la città. Cammino molto a piedi, e ci si rende conto subito della presenza invadente delle auto: parcheggiate ovunque, in continuo movimento. Diventa infernale camminare, e mi chiedo come possa muoversi chi è in sedia a rotelle.
Sull’aspetto culturale: abbiamo i luoghi ufficiali – la Pinacoteca, la Biblioteca, il Museo delle Ceramiche, il Palazzo del Podestà – ma non è chiaro come vengano realmente utilizzati.
Signora Gabriella del noto negozio Biba Botique :
Mi ricollego a quanto detto: il degrado è evidente. Non è solo una questione di traffico, ma di vivibilità. Io uso il bastone e il marciapiede spesso non lo vedo nemmeno: è un dramma. Il nostro centro dovrebbe brillare, essere pulito. Invece non si può più guardare. Idem , concetto aribadito da Davide Fiorentini, ristoratore
Laura Ferrari:
Se chiedesseo a noi cosa cosa dovrebbero fare il sindaco e i suoi assessori,direi:
Bisognerebbe guardare Faenza con gli occhi degli storici, degli architetti, degli urbanisti, degli artigiani. Capire il “perché” delle cose e smettere di fare interventi a risparmio. Una città curata male è una città che si impoverisce.
E poi c’è il tema della ceramica. Ci raccontiamo che Faenza è la capitale della ceramica, ma non è più così. Attorno a questa cultura non c’è più vitalità autentica.
Laura Ferrari (continua):
Oggi siete venuti qui e vi ringrazio. Ci sono imprenditori, commercianti, cittadini che amano questa città e il proprio lavoro, e che vorrebbero vivere in un luogo più rispettoso, più dolce. Le cose devono essere fatte per bene.
Laura Esposito ricercatrice e CEO:
Mi collego a quanto detto: sarebbe bellissimo rendere la città più fruibile e a misura d’uomo. Servirebbero nuovi parcheggi, ben collegati al centro, e professionisti – architetti e urbanisti – che si occupino di progettare con una visione. Le risorse, se c’è un progetto valido, si trovano.
Laura Ferrari:
Quando diciamo che la città è ferma agli anni Sessanta, parliamo anche di questo: di mancanza di ingegnerizzazione. Io, ad esempio, uso poco l’auto. Se ci fosse un parcheggio multipiano fuori, la lascerei lì. Ma non esistono alternative.
Alle otto del mattino, davanti all’ospedale – che è in pieno centro – è impossibile parcheggiare. L’attuale parcheggio è totalmente insufficuiente Neppure lì si è riusciti a realizzare un parcheggio multipiano. Questo non va bene.
Luigi Cicognani Architetto:
Il problema è che i parcheggi multipiano a Faenza non si fanno perché non sono economicamente convenienti. Ma un’amministrazione dovrebbe guardare oltre la convenienza economica: investire per risolvere un problema che, a catena, ne risolve molti altri.
Laura Ferrari:
L’amministrazione dovrebbe affrontare la città in modo sinottico, con delle priorità chiare: prima l’aspetto ingegneristico, poi tutto il resto. Spesso invece si agisce in modo estemporaneo, come con la ZTL.
Non è sbagliato avere una ZTL, ma è sbagliato attivarla senza nel contempo fornire alternative di parcheggio – parcheggi capienti,. come quelli multipiano.
Laura Esposito ricercatrice, Ceo:
Il problema delle risorse non è nuovo. Non deriva solo dall’alluvione: il degrado si vede da anni. Significa che le risorse disponibili sono state destinate ad altre priorità. Serve una visione più ampia, capace di generare nuove attività e vitalità.
Cesare Reggiani:
Dobbiamo ritrovare la capacità di immaginare una città nuova, moderna, dove le strade non servano solo alle auto. In molte città italiane e straniere, anche più piccole di Faenza, si è scelto di disincentivare l’uso dei mezzi nei centri storici. Da noi, invece, piazza del Mercato è un enorme parcheggio.
Serve il contributo di tecnici, architetti, urbanisti per ripensare uno stile di vita più comodo e meno nevrotico.
Laura Ferrari:
A proposito di immaginazione: le piazze di Faenza sono bellissime, ma non si vedono più, coperte dalle auto. Andrebbero restituite ai cittadini, trasformandole in luoghi di aggregazione, con alberi, aiuole, panchine.
Anche il mercato potrebbe essere ripensato: è sempre nello stesso posto e negli stessi giorni. Perché non distribuirlo in altre piazze o vie, liberando Piazza del Popolo? Sarebbe un modo per ridare respiro e vitalità al centro.
Mara Ossani Avvocato:
Abito e lavoro in centro. Per vedere qualcosa di bello dobbiamo andare da chi, come FM o Gabriella, si è speso di tasca propria per abbellire. Il Comune non ha il coraggio di un intervento strutturale, ma le risorse si possono trovare: basta guardare esempi come Cesena.
Il problema è la mancanza di visione. Il mercato, poi, non è più quello storico di una volta: tante bancarelle vuote, poca attrattiva. Serve uno studio, un progetto vero su cosa vogliamo che diventi la città.
Renzo Bertaccini:
Vivo a Faenza dal 1966 e ricordo quando Corso Garibaldi era a doppio senso. Con la giunta Lombardi, nel ’77, il centro venne chiuso alle auto: un passo importante.
Oggi però vedo con amarezza certe “idee” delle ultime amministrazioni: le strisce e le bolle gialle in Corso Garibaldi, sparite alla prima pioggia, o la proposta della ruota panoramica in Piazza della Libertà.
C’è un problema di fondo: manca un vero Assessorato alla Cultura. Abbiamo tanta comunicazione, tanti eventi, ma nessuna progettazione a lungo termine. Dopo l’alluvione le priorità sono cambiate, è vero, e va riconosciuto al sindaco Isola il grande lavoro svolto, ma serve una visione duratura.
Faenza è conosciuta nel mondo non solo per la ceramica, ma per la pittura, la musica, la letteratura. Eppure sembra che la politica culturale non ne tenga conto. Se vogliamo investire sul turismo, serve ripensare anche cose semplici: gli orari dei musei, i ristoranti aperti, le botteghe artigiane visitabili.
Cesare Reggiani e Laura Ferrari (replica finale):
Capiamo che le ultime amministrazioni abbiano dovuto affrontare emergenze, ma resta il fatto che manca una visione complessiva che affronti la nostra città. Non abbiamo intenzione di trasformarci in una lista elettorale, ma vogliamo che il nostro pensiero e il lavoro fatto con la petizione siano ascoltati.
Abbiamo consegnato la PEC e incontrato il Sindaco Isola il 25 settembre, ma senza ricevere risposte chiare.
Molti cittadini ci stanno contattando per proseguire: non vogliamo fermarci.
Sappiamo che le 820 firme potevano essere molte di più: non tutti usano change.org, ma tanti ci chiedono di continuare a incontrarci eper incalzare i politici, gli amministratiri di questa citta.
Vogliamo sensibilizzare e sollecitare un cambiamento vero, con un progetto coerente per una città più curata, attraente, vivibile e moderna.
FINE
