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Approvato a larghissima maggioranza il nuovo accordo sulla gestione della ristrutturazione degli stabilimenti Cisa -Allegion di Faenza. L'ipotesi di accordo, raggiunta al Ministero dello Sviluppo economico qualche giorno fa, ha visto una marcia indietro dell'azienda che, a fronte del non raggiungimento del numero di 130 dimissioni incentivate, aveva dichiarato di non voler onorare la clausola sociale sottoscritta nel precedente accordo che escludeva i licenziamenti.

La data del 30 settembre per le dimissioni volontarie è stata prolungata fino al 31 dicembre, e poi al 31 marzo 2017, seppur con un incentivo ridotto.

Sarebbe stato ben strano, e inaccettabile, che l'azienda, a fronte degli impegni stabiliti nel primo accordo, e poi da una gestione del processo di ristrutturazione pieno di problemi, ritardi, cambiamenti di destinazione delle delocalizzazioni, volesse rivalersi unicamente sui lavoratori, solo perché mancherebbero poche unità al raggiungimento del numero di riduzione del personale indicato.

Tuttavia, anche se oggi la questione è stata tamponata, restano le preoccupazioni soprattutto sulla parte propositiva del vecchio accordo. Le macchine di produzione escono dalla fabbrica, ma le nuove linee di produzioni per le serrature elettroniche, il famoso "Centro di eccellenza per la ricerca e lo sviluppo" tardano a vedersi. E' su questi, e su altri investimenti, che si determinerà se c'è un futuro per una presenza qualificata della Cisa a Faenza.

 

ORDINE DEL GIORNO “VALORIZZAZIONE E SOSTEGNO ALLA FAMIGLIA NATURALE”

Premesso che

  • la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna rappresenta l'istituzione naturale aperta alla trasmissione della vita e l'unico adeguato ambito sociale in cui possono essere accolti i minori in difficoltà, anche attraverso, in casi estremi, gli istituti dell'affidamento e dell'adozione;
  • la "famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società" e come tale "ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato" secondo quanto sancito dall'art. 16, 3° comma della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948;
  • la famiglia costituisce, più ancora di un mero nucleo giuridico, sociale ed economico, una comunità di affetti e di solidarietà in grado di insegnare e trasmettere valori culturali, etici, sociali, spirituali e religiosi essenziali per lo sviluppo e il benessere dei propri membri e della società, nonché il luogo dove diverse generazioni si incontrano e si aiutano vicendevolmente a crescere nella sapienza umana e ad armonizzare i diritti degli individui con le altre istanze della vita sociale;
  • le istituzioni devono provvedere allo stanziamento di pubblici sussidi al fine di garantire ai genitori un'effettiva libertà nella scelta della scuola per i propri figli, senza essere costretti a sostenere, direttamente o indirettamente, spese supplementari che impediscano o limitino, di fatto tale libertà;

 IL CONSIGLIO COMUNALE DI FAENZA

dichiara la propria opposizione a qualunque tentativo di comprimere i diritti e i doveri dei genitori all'educazione dei propri figli e di ignorare l'interesse superiore dei minori a vivere, crescere e svilupparsi all'interno della propria famiglia naturale;

 IMPEGNA L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE

-  a chiedere alla Regione l'organizzazione della "Festa della famiglia naturale" fondata sull'unione fra uomo e donna, promuovendone, sia direttamente che indirettamente, attraverso scuole, associazioni ed enti locali, la valorizzazione dei principi culturali, educativi e sociali;

-  a chiedere al Governo centrale la non applicazione del Documento Standard per l'educazione sessuale in Europa, redatto dall'ufficio europeo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità;

 INVITA LA GIUNTA COMUNALE

ad introdurre il "Fattore Famiglia" quale criterio di sostegno alle politiche attive e passive al reddito delle famiglie faentine.

 APPROVATA A MAGGIORANZA

VOTI FAVOREVOLI N. 14 (7 Pd compreso il sindaco; 1 Insieme per cambiare; 4 Lega; 2 FI-centrodestra)

VOTI CONTRARI N. 9      (7 Pd compreso il capoguppo; 1 Idv; 1 M5s)


Vi riportiamo qui di seguito una copia del testo originario della proposta di Odg del gruppo Forza Italia - centrodestra italiano


La testa del corteo di Lugo

Centinaia e centinaia di lavoratrici e di lavoratori di tutte le categorie hanno partecipato venerdì 12 dicembre alla manifestazione a Lugo indetta da Cgil e Uil nella giornata dello sciopero generale. Significativa l’astensione del lavoro ovunque, a sostegno delle rivendicazioni poste al centro della mobilitazione per cambiare il Jobs act, la Legge di stabilità, la politica economica e la pubblica amministrazione.
Un lungo corteo colorato e chiassoso ha percorso le vie cittadine per raggiungere piazza Baracca dove hanno parlato giovani e delegati di diverse categorie del mondo del lavoro, il sindaco Davide Ranalli, il segretario generale della Cgil Emilia Romagna Vincenzo Colla e la segretaria confederale nazionale della Uil Tiziana Bocchi.
“Anche noi vogliamo cambiare questo paese - ha detto Colla - e per farlo vogliamo essere ascoltati, a partire da domani. Se il governo deciderà di non incontrare i sindacati significa che non intende confrontarsi con i lavoratori. Cgil e Uil dicono: ascoltateci, perché noi non ci fermeremo e se necessario andremo fino alla Corte Europea per fare valere principi irrinunciabili. Ci tolgono i diritti dall’alto, ma noi ce li riprenderemo dal basso”.
In prima fila, sotto il palco, i lavoratori dell’Iter e delle cooperative dell’edilizia, un settore colpito più di altri dalla crisi. Con un messaggio chiaro a Renzi e al ministro Poletti: “Decidete da che parte stare: o con i lavoratori e l’Italia onesta, o con i faccendieri e i corrotti”.

Le altre foto >

Dati ed elementi per un’analisi del voto nel comune di FAENZA - Elezioni regionali 2014

A Faenza il centro sinistra e Bonaccini sono ancora sopra il 50%. Ma per la prima volta il voto per il presidente è inferiore quello per le liste che lo sostengono (- 1,10%).
Il presidente (Bonaccini) ha avuto un risultato minore di quello di Errani nel 2010.
Il Pd ha ottenuto 8.186 voti in meno che alle Europee di 6 mesi fa.
La sinistra (divisa in alleati: Sel, e non alleati: L’A-ER) non ha raccolto nulla del voto di protesta.
Tuttavia grazie alla fedeltà dei suoi elettori (delle europee) ha aumentato la sua percentuale (+2,01%) con una lieve flessione di voti assoluti (- 185).

 Storico elezioni regionali. Dati %

Lista

1995

2000

2005

2010

2014

Sinistra Pres.
             Coalizione

 

57,26

53,0

64,76

63,65

52,30

46,69

51,43%
52,53

Destra Pres.
           Coalizione

 

39,75

42,34

35,2

36,6

35,29

37,22

28,38
28,25

M5s         Pres.
               Lista

 

-

-

7,89

6,51

12,06

11,84

Sin (Sel + L’A.ER)
(Rif+ComIt)

 


10,22


8,73

4,26

6,62

 

 

 

 

 

 

 Affluenza

88,29

82,57

80,61

76,52

42,40

 

 Confronto elezioni europee ed elezioni regionali 2014 Voti.

Partito

Europee 2014

Regionali 2014

Diff. voti

Europ-Reg

Diff.in %

Europ-Reg

Pd

17.061

(8875 + 381)
8.875

(- 7.805)
- 8.186

(- 45,75%)
- 47,98

CentroD

 

4.608

4.967

(5252)

+ 359
(+ 644)

+ 7,79
(+ 13,98)

M5s

 

4.752

2.081
(2.231)

- 2.671
(- 2.521)

- 56,21
(- 53,05)

Sin

 

1.349

1.164
(1.247*)

- 185
(- 102*)

- 13,71
(- 7,56*)

Ncd-Udc

 

902

531

- 371

- 41,13

 Avvertenze
Fra () aggiunti al Pd i voti solo per Bonaccini (e solo presidente per gli altri partiti)
Sin. = sommati i voti di Sel e L’AE-R.
*Fra () sommati i voti Quintavalla e Sel (operazione abusiva per possibilità di voto disgiunto)
Non considerati i centristi di Scelta civica (Monti)

 

Domenica 23 novembre a Faenza sono andati alle urne in 19.148. Erano stati 29.994 per le Europee del 25 maggio scorso, 34.708 alle Regionali del 2010, 36.885 alle Regionali del 2005 e 38.256 alle Regionali del 2000.
Gli aventi diritto al voto il 23 novembre erano 45.162 contro i 46.334 del 2000, la differenza è dunque di 1.200 elettori in meno (in realtà i residenti sono aumentati, ma com’è noto gli stranieri non hanno diritto di voto).
Ciò significa che in 14 anni si è dimezzato il numero – e pressappoco la percentuale – dei faentini che hanno votato. Infatti nel 2000 aveva espresso un voto valido il 82,57%. Nel 2014, il 23 novembre, la percentuale è scesa al 42,40%
Nel 2000 i voti non validi (schede bianche, nulle e contestate) erano stati 2.539. Il 23 novembre scorso sono risultati 645. Ciò significa che tanti non si prendono neppure più la briga di andare al seggio per manifestare il loro dissenso nei confronti della politica (meglio sarebbe dire delle formazioni politiche in campo).
Il PD ha avuto il 23 novembre scorso 8.494 voti, pari al 48,31%. Ne aveva avuti 17.061, il 58,28%, appena sei mesi fa, il 25 maggio alle Europee.
Nello stesso arco di tempo si sono registrati i seguenti scostamenti:
- Forza Italia è passata da 2.760 voti, il 9,43%, a 1.106 pari al 6,29%.
- La Lega Nord è passata da 1.242 voti, il 4,24%, a 3.861 pari al 21,96%.
- Il Movimento 5 Stelle è passato da 4.752, il 16,23%, a 2.081 pari all’11,84%.
- I partiti alla sinistra del PD, Sel e l’Altra Emilia Romagna (assieme nella Lista Tsipras alle Europee), sono passati da 1.349 voti, il 4.61%, a 1.164 pari al 6,62%.
Escludendo i partiti minori, ad aver incrementato i consensi, sia in termini assoluti che percentuali, è stata la Lega Nord. E i partiti di sinistra in percentuale con un + 2,01%.