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Un Patto per la salute, il lavoro e l’economia ravennate Cgil, Cisl e Uil propongono un Patto per il territorio.

Salute, lavoro ed economia sono al centro del documento stilato dai tre sindacati confederali per superare un’emergenza mai vista prima.
“Solo con un’azione coordinata e condivisa – dice Costantino Ricci, segretario provinciale della Cgil di Ravenna (nella foto) – sapremo reagire a un’emergenza sanitaria ed economica mai vista prima.
Serve un piano di intervento comune che coinvolga sindacati, istituzioni e associazioni imprenditoriali e datoriali”. La proposta di Cgil, Cisl e Uil giunge dopo il decreto del 10 aprile che ha ampliato le tipologie di aziende che possono riaprire l’attività. I sindacati territoriali non entrano nel merito delle scelte del Governo, prese di concerto con gli organi scientifici, sui codici Ateco, auspicando che per il futuro si superi la valutazione dei codici e si determini un confronto tra istituzioni, parti sociali e datoriali.

Il decreto del 10 aprile prevede che le Regioni possano esprimere una valutazione. Ciò consentirà di ottenere un’omogeneità di azione in Emilia Romagna, cosa che ad oggi almeno in Romagna non traspare dai dati forniti dalle diverse Prefetture, ed è auspicabile che venga definito a livello regionale un nuovo Patto per il lavoro che non potrà non calarsi nella drammatica situazione emergenziale che stiamo vivendo. Dovremo assumere molto velocemente le linee di indirizzo del protocollo regionale ma non solo.
Il nostro territorio vanta importanti comparti tra i quali il porto, la chimica, le aziende dell’automotive, l’agroindustria, la ceramica, la gomma plastica cui si aggiunge il settore turistico, culturale e balneare.
Occorrerà inoltre definire un piano per la mobilità pubblica che tenga conto delle esigenze del distanziamento sociale. Il territorio sarà in grado di garantirsi un futuro a patto che l’emergenza sanitaria tenda a ridursi in maniera decisiva: “Gli esperti dicono - commentano i sindacati - che dovremo abituarci a convivere con il Covid-19; diventa quindi determinante mettere in campo tutte le tutele sanitarie per dare continuità alla ripresa economica di tutti i settori, compresi quelli più esposti al rischio sanitario.

Sono necessari protocolli che mettano in condizione i lavoratori di recarsi in salute sul posto di lavoro e di tornare a casa nella certezza di non essersi ammalati. Occorre ripensare l’organizzazione del lavoro, disporre controlli agli ingressi, sanificare gli ambienti, garantire a tutti i dispositivi di protezione individuale e attenersi rigidamente alle norme previste nelle disposizioni vigenti.
Nei nostri distretti e nelle singole aziende serviranno anche misure di controllo alle persone addette al trasporto merci che arrivano nella nostra provincia da altri territori. Sarà la qualità del lavoro e l’attenzione al rispetto delle norme e procedure, a far vivere il territorio e a rilanciarne anche la sua attrattività turistica. I visitatori torneranno solo se avranno la certezza che l’emergenza sanitaria è vinta”.

Cgil, Cisl e Uil auspicano che istituzioni, politica, organizzazioni d’impresa e associazioni datoriali convengano sulla riflessione.