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Una cinquantina le persone che hanno partecipato all'escursione di protesta domenica scorsa, organizzata da Legambiente insieme a FIAB e XR Unioni Comuni Faentini e guidati dalla Federazione degli Speleologi.
 
 
 
 
"Insieme chiediamo un modello di sviluppo diverso della cava, ma un no netto a possibili nuovi ampliamenti dell'area di estrazione"
 
Partecipata l'escursione di domenica 6 settembre in visita alla Cava di Monte Tondo a Riolo Terme (RA), area soggetta a sfruttamento già dalla metà del '900 e che oggi rischia ulteriormente di subire una nuova stagione estrattiva. 
 
Sul sito www.legambientefaenza.it  report fotografico 

Mentre il Governo Nazionale e la regione Emilia-Romagna definiscono obiettivi importanti per uscire dal fossile, esponenti della stessa maggioranza propongono in parlamento emendamenti che vanno da tutt’altra parte

“Disarmanti e pericolose le proposte del senatore”

 

Stigmatizziamo la proposta di emendamento elaborata dal Senatore faentino Stefano Collina (PD) incentrata sulla riduzione dei canoni a carico delle società estrattive di idrocarburi per lo sfruttamento delle concessioni. Emendamento per ora fermo e ancora non discusso.

Secondo la proposta, non solo tali canoni arriverebbero ad un massimo del 3% del valore annuo scaturito dalla concessione, ma comporterebbe un’esenzione totale dalle royalties per i piccoli giacimenti. Oltretutto, il Senatore non si è risparmiato dal proporre semplificazioni all’iter procedurale per lo stoccaggio della CO2, un progetto funzionale a mantenere in vita l’industria del fossile.

Secondo noi, se l’emendamento dovesse essere accolto, si tratterebbe di un grande regalo all’industria del fossile con conseguenti ritardi per la transizione energetica.

Se si aggiornassero piuttosto i canoni con cifre più adeguate, ad esempio in linea con quelli di altri Paesi europei – in Danimarca il permesso di ricerca ha un costo di 3.300 euro/km2 e in Norvegia invece il costo è di 8.150 euro/km2 l’anno per la ricerca e di 13.620 euro/km2 per la coltivazione – le compagnie petrolifere, che fino al 2017 hanno versato per prospezione, ricerca e coltivazione circa 1 milione di euro e con la nuova norma verseranno dal 2018 circa 25,6 milioni, potrebbero versare invece alle casse dello Stato oltre 300 milioni di euro.  In questo senso si tratterebbe quindi di 275 milioni di euro di mancate entrate.

“Il senatore PD di Faenza Stefano Collina fornisce un esempio  di quali scelte si possono intraprendere se NON si vuole la transizione energetica e NON si prendono sul serio gli effetti del cambiamento climatico, facendo così un bel regalo all’industria estrattiva. – commentano Stefano Ciafani e Lorenzo Frattini, rispettivamente presidente nazionale e regionale di Legambiente – Piuttosto bisognerebbe tassare di più le fonti climalteranti e destinare questi fondi a progetti locali di riconversione: questa è l’unica strada da intraprendere per la transizione locale verso le rinnovabili.

Purtroppo buona parte della politica fa gara a blandire gli interessi di ENI, prolungando solo l’agonia di un settore in crisi”

 

Legambiente Emilia Romagna

Quali sono le priorità che vi ponete per il prossimo mandato amministrativo a Faenza ?

Le Priorità Del Leader: Ecco 2 Modi Per Impostarle

 

Legambiente, indica le proprie e lo chiede ai candidati a Sindaco e a Consiglieri Comunali


(Pur coi nostri modesti mezzi, renderemo pubbliche le risposte che perverranno)

 

Per una associazione come Legambiente, le priorità partono naturalmente dalle questioni ambientali, per rispondere anche nel nostro territorio alle emergenze globali, come la crisi climatica e la quella dovuta al COVID-19, indubbiamente legata alla sottovalutazione dell’impatto delle attività umane sulla natura e sull’ambiente.

Servono approcci diversi dal passato, occorre perseguire una progressiva riconversione del modello di sviluppo, che non abbia unicamente a riferimento i parametri economici e il Prodotto Interno Lordo, quanto piuttosto, le questioni della salute e della sicurezza; dei diritti e del contrasto alle diseguaglianze, nella società, nel lavoro, nella scuola; dell’uso razionale ed efficiente delle risorse naturali, riducendo l'uso delle fonti fossili, verso quelle rinnovabili.

Per questo chiediamo che il nuovo Piano Urbanistico Generale, si ponga l'obiettivo di azzerare il consumo di suolo e nuove urbanizzazioni, promuovendo invece una rigenerazione della città costruita e le tante aree rimaste incompiute.

In attesa della definizione del Piano Urbano sulla Mobilità Sostenibile, chiediamo misure urgenti per una miglior vivibilità della città, servono corsie ciclabili, anche temporanee, ricongiungendo percorsi già parzialmente esistenti, recuperare spazio, anche togliendo alcuni posti auto, rallentare la velocità con effettive zone 30, per favorire una mobilità dolce. Per realizzare questi interventi servono alternative al modello di mobilità attuale: riduzione del traffico pesante in città, parcheggi
scambiatori, mezzi condivisi, incremento del trasporto pubblico.

I nostri territori, hanno i risultati peggiori (in regione, ma anche in provincia) sulla riduzione della produzione dei rifiuti urbani, sul riuso dei beni a fine vita, sulla raccolta differenziata. Sulla gestione del ciclo dei rifiuti, serve un un cambio di strategia, anche da parte dell'attuale gestore del servizio di raccolta.

Noi pensiamo che partire da queste priorità possa essere utile anche per avviare nuove occasioni di lavoro e di occupazione qualificata, dando una risposta a diverse filiere economiche e produttive che soffrono la crisi.

Su tutte queste materie abbiamo visto finora scarsa sensibilità (in alcuni casi addirittura opposizione) non solo dalle forze di “centro destra”, ma anche della maggioranza di “centro sinistra”, noi chiediamo un cambio di passo da parte di tutti coloro che si candidano a Sindaco e a Consiglieri Comunali. 

La partecipazione, intesa come coinvolgimento reale di tutti i “portatori di interesse”, è indubbiamente una chiave importante, sapendo che naturalmente gli interessi in campo sono diversi, e che occorre contemperarli, non seguendo quelli più forti (come spesso è successo) ma per realizzare una strategia di cambiamento che punti, in ogni settore, al massimo di sostenibilità e qualità sociale e ambientale.

A questo proposito, abbiamo recentemente inviato alle Amministrazioni della Romagna Faentina, alcune nostre considerazioni sul Piano Strategico 2030 , lì articoliamo un po' meglio le nostre priorità, auspicheremmo che la nuova Amministrazione e il nuovo Consiglio Comunale, vogliano sul serio confrontarsi con le associazioni della società civile: vorremmo vedere una nuova stagione di partecipazione, di cui spesso si parla, ma non sempre si è praticata correttamente.

Nuove ipotesi di eolico offshore si inseriscono nel panorama dell'oil&gas

"La proposta di eolico è un importante segnale per un necessario percorso di uscita dal fossile e decommissioning delle piattaforme.

Ci auguriamo si proceda con atti concreti"

Legambiente commenta favorevolmente la notizia di un possibile parco eolico offshore davanti la costa ravennate, che potrebbe concretizzarsi a seguito di un accordo siglato da Saipem con le società Agnes e Qint'x. Un impianto annunciato con 56 turbine ed una potenza di 450 MW, dunque con possibilità di produzioni elevate di energia verde.

"Un segnale importante, in linea con gli obiettivi europei, nazionali e regionali di decarbonizzazione. Ancora più importante se questo segnale si inserisce nel cuore del distretto oil&gas del Paese in crisi ormai da anni"- commenta Legambiente.

L'Associazione torna a rimarcare la strategicità dell'eolico offshore in Adriatico per la transizione energetica. Come fatto per l'impianto di eolico a Rimini, Legambiente vuole sostenere i progetti sul rinnovabile e spera che la proposta di Ravenna trovi attuazione concreta.

"Per raggiungere il 100% di rinnovabili promesso dalla Regione, l'eolico è necessario a Ravenna come a Rimini. Pertanto si concretizzino queste possibilità nel minor tempo possibile e minimizzando le polemiche di contrarietà. Di pari passo però, è necessario non retrocedere sui piani di decommissioning delle piattaforme estrattive, non farsi abbindolare da miracolosi progetti di stoccaggio della CO2 ed abbandonare l'idea di rilanciare le attività estrattive "- conclude.

L’Ufficio stampa
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Tel: 051241324