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Dopo pochi giorni dal campanello di allarme suonato nella mia intervista a Ravenna&Dintorni, arriva la conferma che i segnali preoccupanti sono molti e tangibili a partire da quel settore agricolo troppo spesso dimenticato dalla politica.

Davide Vernocchi è un agricoltore di Ravenna, presiede Apo Conerpo, consorzio di 6mila aziende, di cui circa 1.500 della nostra provincia. Nell’intervista rilasciata a Andrea Tarroni per il Corriere di Romagna (Agricoltura: “Aziende in ginocchio, rischio infiltrazioni mafiose”) e pubblicata ieri parla della gravissima crisi che sta colpendo l’ortofrutta locale dopo le gelate primaverili (-90% per albicocche e pesche) e fa una stima della perdita economica del settore per la Romagna: «Se consideriamo tutta la filiera, siamo attorno al mezzo miliardo. Con la fetta più grossa che grava sul Ravennate. Solo nei “magazzini di condizionamento”, ovvero laddove avviene la cernita, il confezionamento e la preparazione logistica del prodotto, si sono perse 250mila ore di lavoro, quindi 2.500 stagionali hanno perso l’opportunità di occupazione, 1.000 nel Ravennate. In maggioranza sono donne. Ma il problema è enorme non solo per stagionali, avventizi e coltivatori diretti. Anche chi vende mezzi tecnici, attrezzature e imballaggi è in difficoltà. Per la prima volta siamo seriamente preoccupati che si inneschi un massiccio abbandono dei terreni. Impressionante è la quantità di frutteti abbattuti in queste settimane. E ci vengono segnalati sempre più frequenti e inquietanti fenomeni. Sono tante le aziende agricole in vendita, soprattutto nella nostra provincia. E da questi imprenditori in difficoltà, che sanno di non poter contare su alcun ingresso di liquidità per quest’anno, si presentano soggetti senza scrupoli con offerte di denaro sull’impronta del “pochi, maledetti e subito”».

E, alla domanda specifica del giornalista – «Temete infiltrazioni della malavita organizzata?» – Vernocchi non ha dubbi: «Tutte le associazioni di categoria stanno evidenziando il problema, e la fenomenologia è ben chiara e conosciuta. Quando ci sono sacche di debolezza nel tessuto economico, certi soggetti si attivano».

Bene che gli addetti ai lavori facciano quadrato attorno al tema e pretendano, il più in fretta possibile, risposte da coloro che hanno il dovere di governare le nostre città e il nostro Paese.

Massimo Manzoli

Capogruppo Ravenna in Comune

[La foto è quella che illustra l’articolo del Corriere Romagna. Riporta la didascalia: Sempre più di frutteti abbattuti perché insostenibili economicamente]

#MassimoManzoli #RavennaInComune #Ravenna #mafie #agricoltura

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Agricoltura: “Aziende in ginocchio, rischio infiltrazioni mafiose”

Fonte: dalla crisi della frutticoltura all’infiltrazione mafiosa


Il Tavolo Ambiente nasce all’interno dell’impegno per l’ambiente della Consulta del Volontariato e delle associazioni della Romagna Faentina per coinvolgere le realtà aderenti specializzate sul tema.

Negli anni ha curato diversi progetti molto interessanti dal punto di vista della valorizzazione ambientale come “l’anello dei quattro ponti” e “Curiosi di natura”. Il Tavolo dell’Ambiente è portato avanti e coordinato per conto della Consulta dal Sig.Franco Piani.

Nella fine del 2019 e inizio del 2020 in occasione della firma del Patto con il Comune per la piantumazione degli alberi nella rotonda dell’A14 è emersa da alcune associazioni di giovani la necessità di fare maggiormente rete tra associazioni che hanno a cuore l’ambiente. Da questa esigenza ci si è mossi per coinvolgere le varie realtà al Tavolo Ambiente al fine di rilanciarne
l’azione e costruire nuove azioni comuni.

Ecco il Tavolo Ambiente attuale che fin da subito si è impegnato sulle tematiche dello sviluppo sostenibile, valorizzazione ambientale con particolare interesse per l’area fiume, la riduzione degli sprechi e sulla mobilità.

Così in questi mesi si sono svolti incontri online e dal vivo sulle varie tematiche e dopo l’emergenza COVID si è deciso di sviluppare questi punti condivisi per chiedere e sostenere l’attuazione di interventi immediati e di breve periodo per migliorare la mobilità a Faenza e di conseguenza il suo impatto ambientale e sulla qualità della vita dei cittadini.

Condividiamo questi punti con le associazioni, i cittadini e la comunità in generale perché il tema dello sviluppo sostenibile è e deve essere sempre di più una priorità per tutti!


Il Tavolo Ambiente, come le associazioni che ne fanno parte, è un’entità libera, apartitica, aperta ad associazioni e cittadini, al dialogo con tutti, democratica e disponibile a dare il suo contributo in termini di idee, proposte e suggerimenti per il bene comune della Comunità.


Il Tavolo Ambiente
www.consultavolontariatofaenza.it
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Nessuna esitazione invece su nuove autostrade, estrazione di idrocarburi e plastic tax

 

Le esternazioni dell’assessore regionale al turismo Andrea Corsini - purtroppo supportate dal governatore Stefano Bonaccini - sembrano bocciare la tecnologia sull'eolico a mare a favore delle fossili. Posizioni in contrasto con le dichiarazioni della Regione sull'emergenza climatica e sulla necessità di riconvertire i lavoratori dell'oil and gas

 

Sono sconcertanti, secondo Legambiente, le recenti posizioni prese dall'Assessore regionale Corsini sulla proposta di impianto eolico a largo delle coste di Rimini. Un intervento scomposto e banalizzante, quello letto sulla stampa, da parte di un assessore che non ha delega sul tema ambiente e clima. Nell'intervista apparsa sui giornali si liquida l'eolico offshore - una delle tecnologie mondiali più importanti per combattere il cambiamento climatico - con frasi infondate come quella che "Nel Nord Europa le pale eoliche sono state superate", con una priorità al fossile "In Adriatico abbiamo già le piattaforme petrolifere" o banalizzando il tema del paesaggio, in una riviera continuamente assaltata dal cemento. Purtroppo posizioni sostenute anche dal presidente della Regione Stefano Bonaccini, in un tweet di risposta sul tema.

Si tratta di posizioni che affrontano un tema delicato e cruciale e che - esternando posizioni di contrarietà a priori - potrebbero mettere in serio pericolo il raggiungimento degli obiettivi climatici per l’Emilia-Romagna e per il Paese. Contrarietà che non si vedono quando si tratta di supportare la ricerca di idrocarburi nei nostri mari o per alimentare la mobilità su auto con nuove autostrade. La Regione Emilia Romagna ha votato la dichiarazione di emergenza climatica a fine 2019 e si è data l'obiettivo di raggiungere il 100% di elettricità da rinnovabili al 2035. Dichiarazioni virtuose ma che, se non sostanziate da scelte concrete subito, rimarranno sulla carta.

«Nei prossimi 20 anni dovrà essere decarbonizzata l'economia italiana e lo stesso dovrà avvenire per il sistema elettrico. L'eolico, a terra e a mare, e il fotovoltaico saranno le due fonti che daranno i contributi principali in questo senso. Dopo l'ostracismo alla plastic tax nello scorso autunno, le critiche alla moratoria all'estrazione degli idrocarburi da suolo e dai fondali marini, il sostegno a nuove strade e autostrade, ora arriva la critica al progetto di eolico off shore che in modo surreale viene tacciato di essere un problema per il paesaggio costiero e il turismo. La Regione Emilia Romagna dimostri coi fatti da che parte vuole stare. E' arrivato il momento di scegliere quale dei due modelli adottare» – commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente.

«L'Assessore rappresenta un Ente che ha votato l'emergenza climatica, ma nello stesso tempo difende il settore del fossile e scrive al Governo per chiedere autostrade. Insomma sembra che le politiche per il lavoro siano solo a favore delle lobby conservatrici e dannose. Al contrario i ragazzi del Fridays for Future di Rimini, con il favore all'eolico mostrano una visione più responsabile e a lungo termine, ben coscienti che è una tecnologia fondamentale per far svoltare le politiche energetiche»- commenta Lorenzo Frattini, presidente di Legambiente Emilia Romagna.

«Rispetto al progetto in questione, stiamo monitorando affinchè tutto possa essere progettato al meglio, per migliorare il migliorabile. Ma non ci stiamo a posizioni di netta contrarietà, tra l’altro gravi da parte della politica rispetto al progetto, in quanto stiamo parlando di impianti necessari per fronteggiare l’emergenza climatica» - conclude Massimiliano Ugolini, presidente di Legambiente Valmarecchia.


Legambiente dunque invita al confronto pubblico la Regione e gli altri soggetti interessati al futuro energetico del territorio, che potrà essere effettuato già durante la tappa regionale di Goletta Verde, prevista tra il 17 e 22 luglio.

Ufficio Stampa - Legambiente Emilia Romagna
Via Massimo Gorki, 6 - 40128 Bologna
Tel: 051-241324
Fax: 051-0390796

Ancora una volta il dibattito politico arriva all’appuntamento con l’ennesimo Decreto semplificazioni senza un’idea di cosa si voglia davvero ottenere con interventi che vanno dai cantieri pubblici alle attività d’impresa

 

Semplificare, tagliare i tempi delle procedure e delle valutazioni, qualcosa di buono ne verrà fuori. Ancora una volta il dibattito politico arriva all’appuntamento con l’ennesimo Decreto semplificazioni senza un’idea di cosa si voglia davvero ottenere con interventi che vanno dai cantieri pubblici alle attività d’impresa. Figuriamoci, il nostro Paese soffre una burocrazia incredibilmente invadente.

Una burocrazia con procedure incerte per ogni tipo di intervento, e ad essere oggi più penalizzati sono proprio gli interventi di cui avremmo davvero bisogno. Come quelli per produrre energia pulita o per riqualificare gli edifici in modo da ridurre le bollette delle famiglie, dove invece di trovare le porte spalancate ci si deve affidare a bravi avvocati e pagare tasse e contributi locali. Perfino Macron, che pure non ha un’impronta ambientalista o partecipativa rispetto alle decisioni, si è convinto che in Francia occorra aprire forme di confronto inedite e trasparenti con cittadini, comunità, soggetti portatori di interesse nella direzione di accelerare la transizione energetica. Da noi no, per cui le bozze del decreto viaggiano nei corridoi dei ministeri o in colloqui riservati in video (una novità portata dal Covid).

Alcune proposte che circolano hanno già scatenato polemiche – ad esempio cosa c’entra una sanatoria con le semplificazioni -, altre risultano inutili, altre invece appaiono utilissime se l’obiettivo è realizzare alcune grandi interventi. Qui sta il primo problema, perché se il Governo non ha un’idea di cosa voglia spingere per affrontare la drammatica crisi economica e quali problemi risolvere, poi uno si può anche convincere di cose false. Come il fallimento del codice appalti che ha prodotto lo stop dei bandi di gara. Tante cose possono essere migliorate, ma quella tesi è semplicemente non vera come dimostrano i dati di di Fillea-Cgil.

Nella confusione ci si può perfino far convincere che la priorità energetica sia la realizzazione di nuove centrali a gas, per chiudere quelle a carbone, tanto il futuro appartiene alle rinnovabili. Se queste sono le priorità allora il «modello Genova» per i cantieri e una Valutazione ambientale semplificata vanno benissimo. Ma siamo sicuri che siano questi i cantieri che possono creare lavoro e aiutare le persone a vivere meglio nella propria casa e nel proprio quartiere?

Un’alternativa esiste, ed è quella di puntare ad aprire milioni di cantieri in ogni Comune e su cui costruire l’ossatura della proposta italiana per il green deal da finanziare con risorse europee. Se questa è la direzione di marcia, allora sono tante le semplificazioni che servono ad esempio nei cantieri delle scuole e per l’efficienza energetica fermi malgrado le risorse siano stanziate. Ma sono urgenti anche per risolvere i problemi che incontrano gli impianti da rinnovabili, come la cronaca delle ultime settimane ha confermato in modo emblematico in due vicende dagli evidenti contorni politici.

Il Consiglio dei Ministri ha bocciato, su proposta del Ministro dei beni culturali Franceschini, due progetti di impianti fotovoltaici nel Lazio che si volevano realizzare senza incentivi in aree agricole. Invece sabato con un tweet il Governatore dell’Emilia Bonaccini ha bocciato un impianto eolico offshore proposto ad alcuni chilometri dalla costa di Rimini perché, a detta sua, incompatibile con il turismo e i valori della Romagna. Via social network ha forse voluto anticipare il Ministero dei Beni culturali che fino ad oggi ha bocciato tutti i progetti eolici in mare, perfino alcuni a una tale distanza che risultavano difficili da vedere o uno nel porto di Taranto di fronte all’Ilva.

Per chiarezza, su queste tipologie di impianti si possono avere idee diverse, ma chi è al Governo e sostiene di essere impegnato per fermare la crisi climatica ha il dovere di fissare delle regole semplici per chiarire cosa si può fare e dove, come avviene negli altri Paesi europei dove le rinnovabili crescono davvero. Forse prima di semplificare il Governo dovrebbe chiarirsi le idee, altrimenti il messaggio che arriva al Paese è contraddittorio su un tema strategico e anche, quanto mai in passato, politico.

L’impegno su queste sfide è infatti tra i pochi che vede concordi Pd e 5stelle e alla nascita del secondo Governo Conte si rincorrevano promesse e impegni da parte di Zingaretti e Di Maio. Se in questi mesi le scelte non sono state all’altezza ora c’è un’importante prova d’appello, dove i temi ambientali possono diventare la chiave di rilancio economico del Paese. Passa per il piano che dovrà spiegare come si vogliono impegnare le risorse che l’Europa ha finalmente messo in campo, chiudendo con la stagione dell’austerità. Dobbiamo augurarci che si apra un confronto sulle idee e le priorità, anche sulle semplificazioni, per fare qualcosa di davvero utile al Paese e ai suoi cittadini.

L’autore è vicepresidente di Legambiente