A suo tempo fu inviato un comunicato .......sulla pulizia degli argini firmato da alcune associazioni:
Legambiente lamone Faenza ,Salvaciclisti Faenza, Fiab Faenza Forlì,Associazione Fuori dal Coro, Comitato Ambiente e paesaggio Castelbolognese ;
la recente sottoscrizione, da parte della Regione e di tutti i Comuni interessati, del “Manifesto delle Terre del Lamone” ci permette di tornare sull'argomento
Faenza 21 12 2017
Sul parco fluviale del fiume Lamone... e non solo...
- La recente sottoscrizione, da parte della Regione e di tutti i Comuni interessati, del “Manifesto delle Terre del Lamone”;
- la risposta dell'Assessore all'ambiente del Comune di Faenza, ad una interpellanza sul parco fluviale e il progetto Oplà;
- e, ancora prima, le proteste contro le modalità della cosiddetta “pulizia” degli argini, che abbiamo definito “Un fiume ridotto a cantiere stradale”;
ci permettono di tornare sull'argomento con alcune considerazioni e richieste specifiche.
Leggiamo che il “Manifesto” sarà uno strumento in più per la valorizzazione del Lamone, che non si concentra unicamente sull'alveo
La campagna elettorale procede a grandi passi verso uno scenario caratterizzato da una preoccupante avanzata delle destre, e da una evidente crisi del Pd e della Sinistra.
Abbiamo provato a invertire, fin dal 18 giugno, questa tendenza, indicando alla “Sinistra che c’è” una strada unitaria, costruita intorno a un programma coraggioso e condiviso: il progetto di una “Sinistra che ancora non c’è”.
Ma un programma così ambizioso, un progetto unitario e più grande della somma dei singoli pezzi, uno sforzo di tale generosità da parte di tutti gli attori protagonisti – partiti politici in primis – mal si è conciliato con i tempi e le dinamiche di una campagna elettorale che, comunque vada, dovrebbe segnare una svolta per la Sinistra di questo Paese.
L’aver ceduto alla paura, ai veti incrociati, alle reciproche diffidenze non farà che rimandare al dopo elezioni, e in un contesto estremamente difficile, le scelte sulla costruzione del futuro dell’Italia e degli Italiani. E ancor di più, allora, si porrà l’urgenza di una visione politica capace di invertire davvero la rotta: una visione che stenta a trovare spazio nel dibattito pubblico. Così come stentano ad affermarsi soluzioni e risposte politiche coraggiose alla crisi, ormai strutturale, e alla prepotente domanda di partecipazione dei cittadini.
In tal senso, il lavoro svolto dal percorso del “Brancaccio”, in tanti mesi di assemblee pubbliche, e le tante proposte programmatiche concrete e percorribili, sono il risultato più fecondo
Leggi tutto: Il Brancaccio e la prossima campagna elettorale - di Tomaso Montanari e Anna Falcone
Lunedì 18 dicembre il Consiglio comunale terrà l’ultima seduta del 2017. Ancora una volta l’ordine del giorno contiene troppi argomenti, in alcuni casi affastellati in “maxi-delibere”, col risultato di precludere ai rappresentanti della nostra comunità – i consiglieri di maggioranza e di minoranza – l’adeguata conoscenza degli atti, un dibattito approfondito e un voto meditato su questioni di grande rilievo. L’altra Faenza non condivide affatto questo modo di procedere: così si limita il confronto democratico e si finisce per svilire il ruolo dello stesso Consiglio comunale.
Fra le decisioni che il Consiglio è chiamato ad assumere nella serata del 18 c’è la messa a pagamento del parcheggio dell’ospedale, un provvedimento a dir poco impopolare e del quale non si comprende la ragione. Non si creda di convincere i faentini con “così fan tutti” (nel senso che è già capitato in altre città, non in tutte), o affermando che così si elimina il fenomeno dei parcheggiatori abusivi. Se si tratta di far rispettare le regole, perché devono pagare i cittadini anziché chi trasgredisce? Risulta – se ne parlerà nella stessa seduta – che il contratto in via di definizione per la Scuola media “Europa” preveda fra l’altro la messa a disposizione di una settantina di posti auto liberi (per un costo stimato in circa 19mila euro/anno), misura dovuta nel caso di istituzione nelle vicinanze di un parcheggio a pagamento. Quindi, oltre a chiedere ai cittadini di pagare, si destinano allo scopo ulteriori soldi pubblici. Quanto ai parcheggiatori abusivi, anziché risolvere il problema non si fa che spostarlo oltre lo Stradone.
Poiché il parcheggio è di proprietà dell’Ausl, è lecito chiedere come verranno rienvestiti i proventi di questa operazione? Saranno destinati al potenziamento dei servizi ospedalieri? Per garantire maggiore sicurezza in Pronto soccorso – ripristinando per esempio il posto di Polizia – e maggior decoro dissuadendo chi staziona per ore nelle zone d’accesso?
Si ipotizzano particolari agevolazioni e tariffe scontate, ci mancherebbe altro che così non fosse! E’ superfluo ricordare che usufruiscono di quegli spazi – oltre a quanti assistono i degenti in ospedale – il personale in servizio, chi si reca al Pronto soccorso o agli ambulatori, i disabili, i donatori di sangue. Ma siccome su questo aspetto deciderà l’Ausl, perché tanta fretta? Non è forse il caso di concordare precise condizioni con l’Ausl stessa prima di votare la delibera?
Parcheggio e strade vicine sono congestionati soprattutto negli orari in cui si effettuano visite mediche, terapie, prelievi ed esami diagnostici. E’ necessario riservare il parcheggio dell’ospedale alle persone che si recano nella struttura sanitaria per tali necessità, dirottando gli altri automobilisti e le soste lunghe in piazzale Pancrazi. Il collegamento è svolto dalla navetta “green-go bus”, essa però effettua la fermata davanti all’ingresso su corso Mazzini, risultando di fatto interdetta agli invalidi e a persone per le quali anche pochi gradini rappresentano un ostacolo insormontabile. Cosa si aspetta a rendere accessibile l’ospedale eliminando le cosiddette barriere architettoniche?
E’ stato presentato nei giorni scorsi il “Report del processo partecipativo” sul Pums, il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile. Quale migliore occasione, se non questa, per trattare e avviare a soluzione in un quadro coerente e d’insieme le problematiche relative ai parcheggi e alla mobilità nell’area dell’ospedale? Quale logica induce a procedere con provvedimenti separati e che rischiano di risultare disorganici?
Dopo il fiasco della Casa della Salute, mentre permangono disservizi che sarebbe possibile limitare con un po’ di attenzione e di buona volontà, con i cittadini preoccupati per il progressivo svuotamento del nostro ospedale, il far pagare per accedervi può tradursi in un’operazione che non è avventato definire odiosa.
Faenza, 16 dicembre 2017
L’Altra Faenza
DICIANNOVE MESI SENZA AHMAD, CONDANNATO A MORTE
Fa freddo e Stoccolma è buia in inverno. Come i diciannove mesi che Vida e i suoi due figli hanno passato senza riabbracciare Ahmad.
La figlia di Vida si copre con la grande e calda felpa del papà. "La indosserò quando mi mancherai" gli aveva promesso.
Fa freddo ed è buio nella prigione di Evin in Iran. Ahmad è ridotto pelle e ossa, pesa solo sessanta chili. Lo hanno condannato a morte perché non ha accettato di collaborare con i servizi segreti iraniani.
GRAZIE A PERSONE COME TE POSSIAMO FARE UN ULTIMO DISPERATO TENTATIVO.
AIUTACI A FAR TORNARE A CASA AHMAD
Ahmadreza Djalali è un ricercatore e uno scienziato. In Iran per intervenire a un convegno scientifico è stato arrestato, torturato e condannato a morte dopo un processo ingiusto. Firma ora per chiedere di annullare la sua condanna.
Tina, campainer di Amnesty International Italia, è andata in Svezia per portare a Vida tutto il nostro sostegno: è disperata, ma ha due bambini piccoli, non può arrendersi. La tua firma conta molto per loro.
I figli di Ahmad non sanno realmente cosa stia succedendo al loro papà. Sanno solo che sono diciannove mesi che "papà non torna". Aiutaci ora.
Torna il fascismo?
Torna lo squadrismo?
Non ci troveranno né disattenti né silenti.
il CDC della provincia di Ravenna
COMUNICATO STAMPA
(Sabato 9 dicembre 2017)
CDC (Coordinamento Democrazia Costituzionale dell’Emilia Emilia Romagna)
Contro ogni fascismo e razzismo
per la giustizia sociale a favore di italiani e immigrati
A Forlì nella giornata dell’8 dicembre fascisti di Forza Nuova hanno aggredito a bastonate un gruppo di studenti e di sindacalisti, arrivando a colpire il segretario della Fiom cittadina Giovanni Cotugno ed a ferire un poliziotto. A quest’ultimo, a tutti gli antifascisti e ai sindacalisti presenti in quel momento, alla Fiom/Cgil di Forlì, i Comitati CDC dell’Emilia Romagna esprimono la loro solidarietà e vicinanza .
Incredibile il fatto che 10-15 persone armate di spranghe e bastoni abbiano potuto raggiungere indisturbate piazza della Misura, luogo dello scontro, senza che fossero fermati e arrestati da polizia e forze dell’ordine per violazioni della legge penale (artt. 581, 585 , 655 c.p.).
I Comitati CDC dell’Emilia Romagna chiedono a Governo e Parlamento l’immediata messa fuori legge e lo scioglimento di Forza Nuova, formazione politica la cui ideologia e prassi risultano incompatibili con la nostra Costituzione.
Avendo chiaro che per sconfiggere le forme di razzismo e neofascismo/nazismo cresciute in questi anni in Italia e in molti paesi d’Europa è indispensabile rimuoverne le cause profonde: tanto quelle culturali che quelle individuabili nelle diseguaglianze socio/economiche, nella precoce fuoriuscita dalla scuola di centinaia di migliaia di giovani e ragazze, nell’aumento di degrado e marginalità nelle periferie delle nostre città. E’ su queste basi che il neofascismo non solo italiano fa leva per contrapporre i cittadini ai migranti, alimentando menzogne, razzismo e guerre tra gli ultimi e i penultimi. Gli uni e gli altri vittime della concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi e della strumentalizzazione del malessere di molti. Promuoveremo nelle prossime settimane e mesi in Emilia Romagna, a partire da Forlì, assieme all’Anpi, all’associazionismo, alle OOSS e alle forze politiche democratiche, iniziative di confronto e di impegno coi cittadini teso a sconfiggere fascismi e razzismi.
Ieri, venerdì 8 dicembre, studenti, sindacalisti e persone comuni sono stati aggrediti a spinte e bastonate in piazza a Forlì da una squadraccia di Forza Nuova. Episodi simili si susseguono ormai a ritmo pressoché quotidiano in ogni parte d’Italia. E’ con metodi simili che il fascimo si affermò: calpestando diritti, libertà e democrazia fino a sprofondare il nostro Paese nella vergogna delle leggi razziali e nella tragedia della guerra.
Oggi avviene all’inizio di una campagna elettorale difficile in cui insulti e promesse a buon mercato, intolleranza e paure alimentate in modo strumentale prevalgono sul confronto delle idee e dei programmi. Negare o sottovalutare il rischio gravissimo che stiamo correndo è da irresponsabili.
Ancora una volta è necessario l’impegno di tutti – istituzioni, forze politiche democratiche, organizzazioni sociali e professionali, associazioni di volontariato, cittadini – in difesa della Costituzione antifascista e delle regole a fondamento della convivenza civile. La salvaguardia della democrazia deve prevalere su ogni calcolo di parte.
Il governo nazionale deve rendersi garante del normale svolgimento della competizione elettorale, agire con fermezza nel reprimere ogni manifestazione neofascista, imporre il rispetto delle leggi che vietano l’apologia e la ricostituzione del fascismo.
Faenza, 9 dicembre 2017