Papato Intervista a Daniele Menozzi, professore emerito alla Scuola Normale Superiore di Pisa
Daniele Menozzi, studioso della Chiesa e del Papato
«La durata e l’andamento del Conclave dipenderanno dal grado di convergenza sulle necessità attuali della Chiesa raggiunto all’interno delle congregazioni generali dei cardinali e poi dall’abilità dei «tessitori» di far convergere il consenso sul candidato più adatto». È la previsione di Daniele Menozzi, professore emerito alla Scuola Normale Superiore di Pisa, studioso della Chiesa e del papato in età moderna e contemporanea.
In ogni caso si riparte da papa Bergoglio. Qual è l’eredita del suo pontificato?
In termini generali si può dire che una Chiesa attestata sulla pretesa di ricondurre tutti gli ordinamenti pubblici ai «valori non negoziabili», tratti da una autoreferenziale interpretazione della legge naturale, si è trasformata in una Chiesa che fa della figura evangelica del «buon samaritano» il segno del suo rapporto con il mondo. Il volto di una Chiesa «madre misericordiosa» anziché «maestra inflessibile» si è rivelato pastoralmente efficace, anche verso chi si era allontanato. Questa linea, poi, si è tradotta in una serie di riforme.
Molte però sono rimaste incompiute.
Sì, in particolare sul piano istituzionale. Penso in primo luogo alla riforma della curia. Ad esempio l’attuazione del nuovo indirizzo dato al Dicastero per la dottrina della fede, evitare le condanne e promuovere gli studi, richiede ben altro che una pur chiarissima lettera di intenti inviata al suo prefetto.
Quali problemi restano aperti?
Ne ricorderei in particolare due, che Francesco ha esplicitamente affidato al successore: un’enciclica sulla nonviolenza attiva come risposta evangelica del cristiano alle violazioni della giustizia con le armi e la disciplina dell’istituto delle dimissioni del pontefice.
Alcuni cardinali, ma non solo loro, parlano di «ermeneutica della continuità» Giovanni Paolo II-Benedetto XVI-Francesco. Bergoglio non ha provocato nessuna rottura?
Una Chiesa che fa della tradizione una delle fonti della rivelazione non può cancellare il richiamo alla continuità. Bergoglio ha però mostrato, attraverso un approfondimento del rapporto tra dottrina e pastorale, che è possibile introdurre cambiamenti senza intaccare l’ortodossia tradizionale. Il nuovo atteggiamento verso le persone omosessuali ne è un esempio. L’ermeneutica della continuità è uno stratagemma retorico per eliminare, se possibile, questa eredità del suo pontificato.
Quali direzioni potrà prendere ora la Chiesa?
Il pontificato di Francesco ha rappresentato una ripresa di aspetti dell’aggiornamento conciliare del Vaticano II accantonato dai suoi predecessori. Basta pensare al riconoscimento ecclesiale di uno dei segni dei tempi già individuati da Giovanni XXIII: il nuovo protagonismo femminile. Bergoglio ha promosso donne a ruoli di governo dell’istituzione ecclesiastica. Può sembrare poco, ma questa scelta ha dato alla Chiesa un volto impensabile solo dieci anni fa. Il successore sarà decisivo per la ripresa e lo sviluppo di questo orientamento o al contrario il suo abbandono.
L’elezione papale può essere influenzata da alcuni Stati, a cominciare dagli Usa di Trump?
Ogni conclave ha visto l’intervento dei governi: il ruolo planetario della Santa sede lo rende inevitabile, ne è solo mutata la modalità. Nel 1904 venne cancellato il diritto, tradizionalmente attribuito al «cardinale della corona», di porre un veto all’elezione di un papa. Ne era ragione lo scandalo avvenuto nel conclave del 1903, quando, per conto dell’impero austro-ungarico, il principe-vescovo di Cracovia pose il veto sull’elezione papale del cardinal Rampolla, ritenuto filo-francese. Dal conclave successivo, i cardinali interpreti delle istanze politiche del loro Paese e gli stessi governi hanno fatto ricorso ad altri strumenti per orientare il voto: informazioni fatte filtrare ad arte sui mezzi di comunicazione o dossier recapitati agli elettori. Non ho alcun dubbio che Trump, il quale può valersi di cardinali come Dolan che condividono molte delle sue concezioni politiche, ma anche altri governanti stiano cercando di influenzare l’elezione. Che ci riescano è altro discorso: l’immagine fatta circolare da Trump nelle vesti di papa è probabilmente frutto della sua frustrazione per gli scarsi esiti delle pressioni esercitate.
Non ho alcun dubbio che Trump, ma anche altri governanti, stiano cercando di influenzare l’elezione. Che ci riescano è altro discorso
Attorno a quali linee di faglia i cardinali elettori potrebbero aggregarsi o dividersi?
Un punto di aggregazione è formato dai cardinali che hanno operato all’interno del Sinodo. Si tratta di una sessantina di elettori che per due anni si sono incontrati e hanno lavorato assieme. Impossibile una maggioranza di due terzi senza di loro. È dunque presumibile che sulla continuazione del rinnovamento della Chiesa in senso sinodale e sui suoi contenuti si giochi la partita decisiva tra i diversi orientamenti.