Riforme Dopo Fdi, anche Fi e Lega invitano gli eletttori a disertare le urne Magi (+Europa): «Offesa a Mattarella». Agcom: bisogna informare
Un banchetto per il "Sì" verso il referendum dell'8 e 9 giugno
Dopo Fdi, che ha già dato indicazione ai suoi eletti di boicottare i referendum dell’8 e 9 giugno, «come forma di dissenso», arriva anche Forza Italia. «Non condividiamo la proposta referendaria, siamo per un astensionismo politico», dice Antonio Tajani. «Non c’è nessun obbligo di andare a votare», ha aggiunto il leader di Forza Italia. «Illiberale è chi vuole obbligare la gente ad andare alle urne. Se la legge prevede ci debba essere un quorum, vuol dire che quei cittadini devono riconoscere l’importanza del referendum. Noi non lo condividiamo».
Nel pomeriggio di ieri anche la Lega ha voluto unirsi al coro: «La nostra linea è quella dell’astensione e non è certo un segnale di disimpegno», spiega Igor Iezzi, capogruppo in commissione Affari costituzionali della Camera. «È una posizione prevista a livello costituzionale, puntiamo a fare in modo che non si raggiunga il quorum». Lo schieramento di maggioranza dunque si mostra compatto e invita gli italiani ad andare al mare, come Craxi nel 1991. Contro il ripristino di diritti dei lavoratori e contro la possibilità di ottenere la cittadinanza in tempi più brevi.
LANDINI ATTACCA FDI: «Sono molto sorpreso che il partito del presidente del Consiglio dia indicazione di non andare a votare: una cosa grave, pericolosa. Tanto più che il presidente della Repubblica, il 25 aprile, ha ricordato come il voto e la partecipazione politica siano l’essenza della nostra democrazia. E abbia indicato come la lotta all’astensionismo sia una lotta per affermare la democrazia. Considero quello di Fdi un errore politico molto grave».
MATTARELLA, PARLANDO a Genova il 25 aprile, citando Sandro Pertini aveva ribadito uno dei concetti che esprime più spesso: e cioè che «è l’esercizio democratico che sostanzia la nostra libertà». E aveva lanciato un appello: «Non possiamo arrenderci all’astensionismo degli elettori, a una democrazia a bassa intensità». Anche per rispettare i sacrifici che il nostro popolo ha dovuto sopportare per tornare a essere cittadini, titolari di diritti di libertà».
RICCARDO MAGI, LEADER di +Europa e promotore del referendum sulla cittadinanza, attacca: «Le parole di Tajani rappresentano anche una offesa al presidente Mattarella». Prosegue Magi: «Per tutto il mese di agosto Tajani ha cercato di cavalcare l’onda delle Olimpiadi mettendo sul tavolo del dibattito ferragostano la proposta dello ius Scholae, che poi è diventata ius Italiae. Dopo essere stato preso a pernacchie dai suoi alleati, ora ha riposto la sua legge nel cassetto e non se ne ha più notizia. Una presa in giro per tutti quei ragazzi che sono nati o cresciuti in Italia».
Alberto Balboni, presidente della commissione Affari Costituzionali del Senato ed esponente di FdI, conferma la linea di Meloni: «Sul piano del diritto costituzionale Landini zoppica alquanto e avrebbe bisogno di ripetizioni: dovrebbe sapere che la Costituzione non riconosce il voto come dovere, ma come diritto». L’unico, nel centrodestra, a dirsi pronto a votare (No) è Maurizio Lupi di Noi Moderati: «I quesiti sul lavoro guardano al passato con paraocchi ideologici, senza offrire soluzioni concrete alle questioni che dicono di voler affrontare. E voteremo no anche al quesito sulla cittadinanza».
IL PD È CRITICO: «Su lavoro e cittadinanza il governo ha scelto di puntare su modelli di sviluppo e integrazione ingiusti e sbagliati, ma allora si abbia il coraggio di criticare nel merito i quesiti referendari anziché affossarli con la mancata partecipazione», dice Marco Sarracino. «Chiediamo a tutti di andare a votare. I cittadini hanno l’occasione di fare valere la dignità e la sicurezza del lavoro», l’appello di Schlein. E Giuseppe Conte accusa: «Quando i politici di governo invitano i cittadini a non votare è segno che vogliono aggravare la situazione della nostra già malmessa democrazia». Per Fratoianni «la principale malattia della democrazia è l’astensionismo. Abbiamo una destra egoista e irrispettosa della democrazia». L’Agcom, visto il deserto informativo, invita tutte le emittenti «a dedicare un adeguato spazio informativo sulle questioni sottoposte a voto popolare, affinché i cittadini possano avere gli strumenti per decidere con piena consapevolezza».